Oggi si celebra Maria Santissima Madre di Dio. Domani i santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno. Ma nelle news del Vaticano si legge che ha posto d’onore anche san Vincenzo Maria Strambi, vescovo passionista, particolarmente adatto ai fatti compassionevoli di Agliana-Agrùmia che stiamo per esporvi…
Da sinistra: il senatore Patrizio La Pietra; la Sonia Pira; la Paola Aveta alias Tordella di Bibì e Bibò. E infine i due monelli senza cervello politico-amministrativo
CHE CHIAPPO AVERE SCELTO PAOLA AVETA!
SCÙL V’HA PORTATO COME UNA COMETA

San Vincenzo Maria Strambi, proprio per il suo cognome, ben s’adatta alla situazione aglianese, così variegata grazie ai membri delle giunta del «cambiamento mai cambiante»; con due fratellini d’Italia alla riscossa, «coi comunisti facciam la mossa», vedi con la Lucilla Di Renzo; con una segretaria comunale etero-dirigente dei due che, al fine di rinnovare la loro iconografia rappresentativa, potrebbero essere perfino semplicemente ridefiniti, dimenticando Agnellone & Pedrito, Bibì & Bibò. Sempre che i sostituti Curreli e Grieco non intendano farci lezione di morale montanelliana – ovviamente distorta dal loro discutibile punto di vista.
Mamma Aveta è stata ed è una Tordella amorosa che si occupa in tutto di loro. A parte, i due eroi del nulla, hanno anche due personaggi fumatori di cui il primo, militaresco, può rappresentare il senatore La Pietra; e l’altro (nel mondo del sesso fluido di oggi non conviene farci troppo caso) una Pira in grado anche “fingere” di fumare il sighero (voce dialettale toscana): come finora ha finto di saper fare politica leghista. I risultati sono usciti sulla ruota (della tortura) di Pistoia.
Eccoli qua tutti insieme, ben accorpati, allineati e coperti: dei veri e propri [can]aglianesi, sorretti e sospinti ad ogni costo da una magistratura pistoiese che definire discutibile è un eufemismo Doc/Igp.
Una magistratura che difende, a prescindere, le «autorità costituite»; e non prova vergogna di fare vedere che ogni sua azione è solennemente priva di qualsiasi fondamento probatorio.
«Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi», urlava il Dux. Parodiandolo: «Se dico il vero, ispettori di Nordio venite ad arare il tribunale di Pistoia per seminarci il sale; se invece dico il falso, procura della repubblica etc., dimostratelo, ma facendo delle indagini, non decidendo sugli “umori ruminazionali” di sostituti che non hanno nessuna norma di comportamento etico e morale da insegnare a nessuno.

Oggi, primo dell’anno, tocca una raspata a bruschino principalmente a Madonna Paola Aveta: una mirabile rappresentante dell’anticorruzione corrotta dei nostri Comuni, quasi tutti in mano a sindaci analfabeti, spesso di nome e di fatto (vedi Quarrata, per esempio).
Arrivata male e comportatasi pessimamente, questa segretaria comunale che – stando ai fatti è protetta a livelli di prefettura e di procura pistoiese – rappresenta il peggio di quanto può dare la nostra pubblica amministrazione delle «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci.
Peccato che non esista più il reato di plagio, ché altrimenti Bibì e Bibò sarebbero stati messi sotto cura dal Dalle Luche ed altri; e sarebbero finiti in aula al nostro posto di sereni e veraci informatori sgraditi agli dèi della procura pistoiese.
Stamattina ascolterete un esempio di comportamento dell’Aveta. «Davanti a lui tremava tutta Roma», si canta nella Tosca. «Dinanzi a lei taceva la procura», si deve cantare ad Agrùmia, la terra che ha favorito, dal 2000 ad oggi (anni 22, non caccole) il mantenimento ingiustificato nei ruoli di un capo-vigili, Andrea Alessandro Nesti, attendibile quanto i danni da lui provocati agli aglianesi.
Non sono calunnie, queste, né veleni contro la segretaria, come scrissero i giornali all’epoca degli arresti della Turelli e della Vilucchi. Sono verità che fanno s-comodo e che i magistrati di Pistoia non intendono vedere, anche se l’obbligatorietà dell’azione penale è indiscutibile per chi amministra la legge, il più delle volte, però, ignorandone ogni dettato.
Divertitevi ad ascoltare questa significativa storiellina e… buon 2023! Anche ai procuratori sordi, ciechi, muti.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
Riguardo al pezzo di ieri dedicato a San Fiocchino ferrucciano lesto di piede e lesto di mano, un lettore attento e informato ci ha scritto:
«Tu ti sei dimenticato di quando il povero Romiti invece le medicine gliele portava in Comune, perché gli telefonava con preghiera di provvedere perché stava male e pare gliele abbia ancora da pagare (per volontà di Alessandro sia chiaro), ma senza remore quando l’ha querelato su consiglio dell’Aveta che niente sapeva ed aveva saputo dell’amicizia esistente tra Benesperi e Romiti!»
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