a onor del vero • 60. L’ITAGLIA SPIEGATA IN VIGNETTONI

Pistoia, città all’avanguardia in tutto, ha vinto anche la battaglia contro il tarlo asiatico grazie ai cani da fiuto. Peccato che non riesca a vincere la lotta allo spaccio, all’immigrazione clandestina, alla ruffianeria e alla mafia diffusa nelle sacre istituzioni patrie. Nessuna bestemmia, non siamo a San Remo: solo che occorrerebbero anche cani addestrati a scoprire il marcio pubblico, mentre quei pochi che esistono vengono messi sùbito agli arresti domiciliari perché infastidiscono cittadini che contano più della «gente comune» cara al Pm Coletta


Che gioia se il vero problema di questa terra fossero solo i tarli asiatici e non le zecche italiche che non rispettano niente e nessuno!

 


 

Non di soli tarli asiatici si muore

ma anche di zecche dell’illegalità

 


 

Ecco, bravi! Dategli anche di più, così sono incentivati a fare ancora meno!

 

1. Leggo, su questo stesso giornale: A Pistoia vinta la battaglia contro il tarlo asiatico, insetto dannoso per le piante. E sono sinceramente felice – per le piante, non per i pistoiesi (quelli nobili di dentro le mura) che si hanno quel che meritano, omertosi e silenziosi come sono, con tutte le loro fisime da provinciali nevrotici con complesso d’inferiorità da cui si difendono con tutte le micro-massonerie locali che, insieme, sono più pericolose della mafia reale.

2. Pensateci bene. Non ci vorrebbero anche cani da fiuto per indicare al prefetto Iorio che a Quarrata, per esempio, nella democratica giunta Mazzanti, Simone Niccolai, assessore all’edilizia aveva costruito abusivamente capannoni dietro casa sua? E che gli è successo? Nulla.
Scoppiò lo scandaletto; il comandante Marco Bai attese fiducioso come Speranza che l’assessore disfacesse i capannoni e il sindaco Mazzanti, sempre così attento alla legalità, fece finta di nulla.

3. In cosa si distingue, pistoiesi e PM della procura, la corretta amministrazione da una amministrazione che procede con norme e regole di tipo mafioso, se non nel rigoroso rispetto della legalità?

4. E allora, fra tutti, ci volete spiegare perché il Mazzanti protegge il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi (e non solo; anche i suoi dipendenti falsari e corrotti), a cui il sostituto Claudio Curreli presta fede più che a chi, come me, cane da fiuto, fiuta benissimo i tipici comportamenti mafiosi della pubblica amministrazione?
O volete condannarci per forza e politica perché vi rompiamo le palle un girono sì e un altro pure?

5. Signori delle nostre vite, prendete atto che questo vostro stato è la negazione del diritto, della giustizia, della legalità, della correttezza, del rispetto umano, della democrazia e di quella Costituzione che siete i primi a non rispettare in maniera palesemente scandalosa.

6. È inutile che il prefetto Iorio dia al sindaco Mazzanti le terre della mafia dove far coltivare le Insalatissime Riomare della legalità insieme ai sindacati e a Libera di don Ciotti, realtà che – si può pensare? – non si schioda dalla solita ipocrita retorica di cui fa parte anche il sostituto Claudio Curreli quando facilita gli ingressi dei clandestini a Pistoia con il suo coordinamento di Terra Aperta?

7. Ma tutti questi «tarli asiatici» si vogliono vedere o si vogliono solo perseguitare i cittadini che chiedono che sia ripristinata la legalità e che chi sbaglia, chi non vuole vedere, chi non vuole operare secondo legge (procura compresa) soggiaccia alle norme che si applicano ai cittadini sgraditi e sgradevoli perché non hanno paura di scrivere la verità?

Siamo in un paese democratico o in una dittatura di stato?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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