«Come può uno scoglio Arginare il mare Anche se non voglio Torno già a volare» in difesa di una città-sarcofago che non ha la giustizia per la quale paga milioni e milioni di euro ogni anno in tasse ed espropri vari su stipendi e pensioni. Insomma Pistoia vive in un caos (a mio modesto parere)…
Un lettore di Agliana mi ha rimproverato perché ho dimenticato di citare, fra i destinatari di provvedimenti “strani” della procura, sia la ragioniera Ctu, Silvia Sarno, di Agliana (arresti domiciliari e bracciale elettronico), che la preside del Petrocchi di Pistoia (liceo artistico), Elisabetta Pastacaldi.
Il lettore si è però dimenticato dei miei 104 giorni di arresti domiciliari illeciti inflittimi dalla Gip Patrizia Martucci su richiesta del sostituto Claudio Curreli; e cancellati dal Tribunale del Riesame di Firenze.
E si è pure scordato dei sequestri (cautelari in cosa, dal momento che la procura e il tribunale ne hanno fatto l’uso e l’abuso che volevano? Suvvia!) sempre illeciti del mio cellulare personale (“ficcanasato” a piacere, sempre in maniera illecita ovviamente, dal sostituto Giuseppe Grieco…); di un tablet e di 4 – dico 4 – computers, tutti ancora sotto sequestro dal 14 novembre 20: che cosa se ne fanno? Li usano per videogiochi il luogotenente Salvatore Maricchiolo, che rincorre la chiavA della vigilA Traversi, e i suoi uomini che pedinavano Lara Turelli e Claudia vilucchi?
Eppure lì, sopra sopra quei computers, ho la mia vita privata (ovviamente di libertà) e tutti i miei lavori in sospeso da ben 16 mesi. Diversamente dagli uomini della procura, infatti, di solito io leggo, studio, approfondisco e scrivo: e non impiego quasi 5 anni 5 per chiedere l’archiviazione di ipotesi di reato per probabili danni ambientali riferibili all’inceneritore democratico di Montale!
E ora ditemi se questa è una giustizia in cui si deve (sempre secondo la Gip Patrizia Martucci) avere cieca fede, assoluto rispetto e indefettibile sudditanza.
Ma non è tutto. Solo che la procura pistoiese (ignavia? nolontà?) o non legge o non si informa o non motiva o motiva male e solo dal suo opinabilissimo punto di vista; oppure, come si dice comunemente per strada, «fa come vuole perché si sente investita del sacro diritto di farlo “per grazia di dio e volontà della nazione”». Ma non può essere così.
La ricordate questa locandina? Per chi parlava? Per Pistoia?
Del resto una procura che – a detta del capo Tommaso Coletta – lavora per la «gente comune»; una procura che è a piena e perfetta conoscenza del fatto che, ad esempio, nel comune del sindaco Mazzanti gira una quantità industriale di falsi d’ufficio realizzati da dirigenti, funzionari e impiegati, ma una procura che si rifiuta di porre mano all’obbligo di sentirsi tenuta ad essere soggetta alla legge, e decide di perseguitare me che scrivo la verità chiedendo il ripristino della legalità, piuttosto che chi gode di indecenti privilegi comunali e non solo (ripeto i nomi e cognomi: ragionier non-dottor Romolo Perrozzi favorito in concessioni illecite; signori Mara Alberti, Margherita Ferri, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, favoriti in quanto destinatari di due condoni edilizi ottenuti con false dichiarazioni e non consegna di documenti richiesti per il rilascio); una procura così, dico, può considerarsi un’autorità costituita degna della stima e della fiducia del cittadino?
Fate vobis! Onestamente io non riesco proprio a crederlo.
Mettete sotto inchiesta il governo liberticida e lo stato di emergenza farlocco invece di indagare su una chiavA del luogotenente Maricchiolo con due sostituti due!
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