
AGLIANA. [a.r.] È stata come un’alluvione: quando l’argine inizia a franare, il fiume esonda rapidamente. Avevamo già dato la vera notizia (smentita ieri, giovedì, sul Tirreno, perfino dall’Assessore al ramo, Fragai: che coraggio!) sulla rimozione del Comandante Nesti che, da domani, sabato 21 febbraio, si troverà riposizionato al ruolo di semplice vigile. Oggi, incontenibile come l’acqua della Brana in piena, la notizia del “doppio esonero” è fuoruscita dal palazzo e ha invaso la stampa cartacea. Perché proprio di “doppio esonero” si tratta, mentre tutti stanno zitti dal momento che non se ne accorgono o che fanno finta di non avvedersene…
La cosa, infatti, non del tutto sviscerata né da Nazione né da Tirreno, non si ferma al Nesti. La sua vicecomandante era l’agente Sonia Caramelli: e come mai invece (nessuno se lo è chiesto?) l’amministrazione ha conferito l’incarico interinale di reggenza all’agente Lara Turelli, moglie (fra l’altro) del Presidente del Consiglio Comunale, Fabrizio Nerozzi?
Un semplice caso? Forse sì, perché Mangoni, non potrebbe permettersi “anomalie” nella nomina del comandante pro tempore (la Turelli è stata incaricata fino al prossimo giugno) trovandosi così strettamente esposto alla luce dei riflettori. Ma perché l’agente Caramelli è stata esclusa dalla funzione di reggente dato che fungeva da vicecomandante nel tempo in cui Nesti ha guidato i vigili aglianesi? C’è forse un qualche altro scheletro nell’armadio?

Non è escluso che se ne debba parlare in Consiglio. Ancora altri due aspetti non secondari si fanno strada in questa vicenda. Il primo riguarda il reinquadramento di Nesti nel ruolo di provenienza; l’altro, invece, il fatto che Nesti non pare essere stato neutro nella causa incardinata da Goduto.
La riassegnazione dell’ex-comandante alla carriera di agente semplice è compatibile, sotto il profilo giuridico, con il fatto che lo stesso, al momento di assumere le funzioni di comandante come vincitore di concorso, dovette necessariamente dimettersi dal posto precedentemente occupato?
Sul secondo aspetto – il fatto che Nesti non è stato neutro in causa, ma si è (pare) affiancato al pervicace negazionismo dell’amministrazione – non sembrerebbe che l’ex-comandante debba godere di troppa comprensione da parte della gente. Ma questo è un altro discorso.
ALLA LUCE DEI FATTI

Ma vedete com’è? L’arroganza del potere, unita a una buona dose di scarsa «intelligentia rerum», incapacità di capire le cose, finisce con lo sfociare nella tracotanza.
E la tracotanza si paga: qui, come per esempio nel caso della Misericordia, bastonata a dovere – a suo tempo – da provvedimenti del Tribunale di Pistoia passati irrimediabilmente in giudicato e assolutamente pregiudizievoli sotto il profilo economico.
E tutto questo è segno di buona amministrazione…?
Edoardo Bianchini
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