AGLIANA: UN COMANDANTE RIMOSSO, UN’AMMINISTRAZIONE DA RIMUOVERE

Veduta aerea di Agliana
Veduta aerea di Agliana

AGLIANA. [a.r.] È di ieri pomeriggio la notizia che il Sindaco di Agliana, Giacomo Mangoni, avrebbe avviato le procedure per il provvedimento di rimozione del Comandate dei vigili Andrea Nesti. Sembra che il Nesti abbia ricevuto la notizia con estremo disappunto e perfino con qualche gesto di protesta ed abbia deciso di uscire di scena “sbattendo la porta”.

Il provvedimento – dicono – è ancora “congelato” in attesa del superamento di alcune formalità burocratiche. È chiaro che Nesti non avrebbe immaginato un esito così invasivo e diretto, senza preavviso, visto anche il lungo periodo di “farneticazioni” negazioniste delle amministrazioni Giunti-Magnanensi-Ciampolini e Mangoni (c’entra anche l’ultimo viceré aglianese – in qualche modo legato a Magnansensi –, che ha respinto, nonostante l’idea di cambiar verso ad Agliana, qualsiasi tentativo finale di transazione proposto da parte di Mauro Goduto): ma ad Agliana sembra che le transazioni non vadano di moda; si preferisce ricorrere ai giudici, magari con il rischio di perdere due o tre cause e rimetterci mezzo milione di euro…

Se però è vero che Nesti ha impropriamente occupato un posto non suo, è altresì vero che lo abbia fatto con l’esplicito, ribadito (15 anni!) accordo/assenso delle amministrazioni che – dopo le verifiche sul concorso condotte nel 2000 e senza aver provveduto alla necessaria sanatoria – hanno, per conseguenza, generato danni in due direzioni:

  • 1) hanno permesso a Nesti di essere retribuito per funzioni non sue
  • 2) hanno causato un danno patrimoniale, morale, biologico e esistenziale al comandante dott. Goduto – il quale, sentito telefonicamente, fa sapere che non farà alcuno “sconto” al Comune

Tutta la vicenda evidenzia solo un aspetto, alla fine: l’arroganza di un potere incancrenito che ha pensato di poter fare e disfare a suo piacimento.

Si tratta, ora, di aspettare, per vedere la notifica della sentenza e la bella discussione che ne seguirà in Consiglio anche dietro le richieste delle minoranze: Ciottoli (Fdi-an) e i 5 Stelle.

 

PAROLA DI SCEMI

 

Il Tirreno, 10 febbraio 2015 - Nesti/Goduto
Il Tirreno, 10 febbraio 2015 – Nesti/Goduto

SÌ, PROPRIO parola di scemi. Sbeffeggiati, a Agliana, città della legalità, e accusati di volerci impadronire del potere perché cercavamo di fare luce su varie aspetti oscuri (dalla Misericordia di Artioli a questo caso davvero eclatante; dall’Agisport ai chioschi senza permessi edilizi dei laghetti alle diossine, ma finanche a certi permessi edilizi finiti al magistrato o a certe feste di piazza fatte in casa e senza il dovuto pagamento che spetta ai normali cittadini-sudditi della Piana) siamo qui, ancora in piedi, a ricordare ai fedeli elettori del Pd, ai leali sudditi del potere settantennale aglianese, che quel partito che votano ha fatto più danni della grandine.

E in questo caso ha rovinato due famiglie: quella di Goduto ma, ancor prima, quella di Nesti, tenendolo a cantare sul trespolo per ben 15 anni: cosa che – a nostro avviso di scemi – è così grave che, se Nesti avesse il necessario coraggio e non temesse il partito delle Giunte che lo hanno rovinato, assolderebbe il miglior civilista d’Italia e farebbe pagare i suoi stipendi (progressioni i carriera comprese) dai signori “ghe pensi mi” delle Giunte Giunti-Magnanensi-Ciampolini; quelli che, in presenza di giudicati e sentenze, non hanno mai voluto transigere e trovare un accordo con Goduto – proprio come quel che è successo alla Misericordia di Artioli che, condannata dal Tribunale di Pistoia e non solo una volta, ha buttato nel cesso, a occhio, mezzo milione di euro e poi s’è pure sentita offesa quando glielo abbiamo fatto notare, trascinandoci in un giudizio che, in un Paese davvero civile, avrebbe preso immediatamente la via del cestino della cartastraccia e non quella dell’aula e della toga.

Ma Agliana è il paese arrogante della legalità: il paese in cui il parroco, “correttore morale della Misericordia”, diffonde un volantino in chiesa, una domenica, per dichiarare, urbi et orbi, che “lui non crede nella correzione morale” (vedi). Agliana è il paese che, ai tempi del Sindaco Risaliti, fa scrivere da Fortebraccio, sulla prima pagina dell’Unità, che il Provveditore agli Studi di Pistoia, Pedrini, doveva “vergognarsi di essere com’è” solo perché, per il 25 aprile, non aveva dato il permesso, alle scuole aglianesi, di fare svolgere un tema sulla Liberazione.

E bene aveva fatto, Pedrini, visto con il senno di oggi, a negare quel permesso. Aveva fatto bene perché la Liberazione, così cara a quel certo partito, allora comunista Pci, non aveva seminato un bel niente se oggi, in questo stesso paese della Piana, si vede che le amministrazioni (tutte: sia pubbliche che semiprivate) fanno quello che vogliono come dimostrato dagli esempi sopradetti.

Agliana paese della legalità, allora? E dove mai? Non sarebbe forse il caso che Fortebraccio redivivo scrivesse, oggi, un bel corsivo in prima pagina concludendo, per Agliana, con la frase di allora: «si vergogni di essere com’è»?

Edoardo Bianchini

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