ahi casale & serravalle! SI ACCORGONO, SOLO ORA CHE È TARDI, DEL PROBLEMA-POLLERONE & C? ZORRO SE NE ERA AVVISTO DA UN PEZZO, MA FORSE LUCA LOTTI ERA ANCORA “IN CORSO LEGALE” E APRÌ L’OMBRELLO IN TEMPO…
ahi casale & serravalle! SI ACCORGONO, SOLO ORA CHE È TARDI, DEL PROBLEMA-POLLERONE & C? ZORRO SE NE ERA AVVISTO DA UN PEZZO, MA FORSE LUCA LOTTI ERA ANCORA “IN CORSO LEGALE” E APRÌ L’OMBRELLO IN TEMPO…
Chi dovrebbe essere intervistato su questi temi, gli attuali amministratori serravallini oppure quelli che hanno retto (?) per 75 anni le fondamenta della Torre di Castruccio? Ma la primavera è anche la stagione delle coccinelle e dei voraci maggiolini
Queste cose non verranno né mai accettate né mai scritte sui giornali ortodossi e ordinistici pistoiesi: perché in generale a Pistoia il giornalismo si fa con in mano un cono di gelato alla crema. Una domanda e una leccata, una leccata e una domanda
ÈNNO USCITI I MAGGIOLINI
LI HA PORTATI IL BOLOGNINI
SULLA PIAZZA DI CASALE:
SARÀ BENE O SARÀ MALE?
Così Il Tirreno sul web
A CONOSCERE bene Pistoia e dintorni (o contorni… di carciofi, s’intende), mi verrebbe da dire – quasi quasi – che uno di questi venerdì, magari, ti spunta una bella paginata di Serravalle, sul Giornale di Pistoia, con una grande intervista a un paio di illustri personaggi locali. Argomento? Uno a caso: Polleron story.
Sarà interessante vedere quali esempi di matta bestialitate (tanto per citar Dante) potranno venir fuori: anche se nessuno dei giornali di Pistoia – a cominciare dal molto attento Report, che pure conta a Serravalle la presenza di Marzio Dolfi – vi racconterà mai la storiella che sto per narrarvi io, ma che è vera, dal momento che questo giornale “scomunicato” (Linea Libera) le supercazzole le lascia tutte agli altri. Ed è questo il motivo per cui noi siamo agli arresti domiciliari-chilling effect, a effetto, cioè, congelante o, per essere più espliciti, chiudi-bocca e dàgli all’untore, sorte che un tempo toccava solo ai resistenti perseguitati dalla squadracce nere tanto odiate dalla Luigia Caferri e da Roberto Daghini…
Anni e anni fa – mettiamo una quindicina? – temporibus Polleronis (= ai tempi del Pollerone) un tizio, uno qualunque, s’accorge che sono stati fatti lavori – credo – per circa 30 mila €. Oggetto dei lavori: ricostruzione del muro esterno del vecchio camposanto della Rocca.
Come si può voler bene all’Anpi? Difende la lotta della liberazione dal nazifascismo, ma se nazifasciste e punitive sono le istituzioni, gli iscritti si mettono subito in ciabatte, seduti in poltrona alla tv e con lo scaldino in mano…
Quel tizio – come lo chiamiamo? Zorro? – monta a cavallo e fa un giro. Passa dal camposanto (cimitero si dice in città, alla Misericordia o al comunale: in campagna è camposanto), cerca il muro rifatto. Non trova, però, niente di rifatto. Nemmeno i fagioli rifatti o il lesso in umido con le patate – fra l’altro ottima cosa per i campagnoli che non amano la cucina francese.
Zorro vede invece tutto il camposanto ripulito a nuovo “come un dente di bocca”. I 30 mila €, però, sono andato: spesi. E a chi mai sono andati? A una cooperativa pistoiese, la Miserveildìndo.
Zorro, allora, scende da cavallo e prende il telefono – Antonio Meucci lo aveva appena inventato. E chiama il presidente della Miserveildìndo per capire come e perché aveva preso i dineros non per rifare un muro, ma per lucidare il camposanto ripulendolo anche dalla zizzania evangelica.
Ci credereste? Neppure con l’intervento del sergente Garcia il nostro Zorro riuscì a beccare il presidente per chiedere lumi. Ogni volta che il cavaliere mascherato chiamava, la segreteria della Cooperativa Miserveildìndo rispondeva: «È al mare… È ai monti… È in collina… È dov’è…». Ma, questo presidente, esisteva o era solo il famoso Cavaliere inesistente di Italo Calvino?
Queste cose non verranno né mai accettate né mai scritte sui giornali ortodossi e ordinistici pistoiesi: perché in generale a Pistoia il giornalismo si fa con in mano un cono di gelato alla crema. Una domanda e una leccata, una leccata e una domanda. Nessuno vorrà mai pestare i piedi a nessuno, se non a chi non ha protezioni e santi in paradiso, non s’inginocchia in Duomo e non va, al tempo stesso, alla sede piddina in via Bonellina.
Metafora della libertà di stampa a Pistoia e in Toscana…
Sono disposto a fare una scommessa: che qualcosa sul tema uscirà. Ovviamente si tratterà d’aria fritta. Perché chi, come Linea Libera, non raccatta aria fritta ma puzzolenti polpette di cavallo, viene confinato sine die agli arresti domiciliari da solertissimi Pm, obbligati sì all’azione penale, ma troppo occupati a inventare reati di “stalking giornalistico”, che non esiste, a carico di chi scrive, fingendo di non vedere tutto il resto – da Vicofaro in giù.
Peccato, però, che la primavera sia anche la stagione dei maggiolini. E che le coccinelle sino insetti insettivori: mangiano, infatti, i parassiti che ciucciano dalle piante…
Centra? No. Ma dice – dice– che i 44 iscritti FdI della Bardelli abbiano intenzione di prsentare una lista per proprio conto sfankulando senatori e karateka. Amen!
A qualcuno, pensando a queste cose, alle Milleluci (998 lampadine spente, però) potrebbe prendergli il raptus e, toltasi la mascherina, iniziare a urlare contro gli sfruttatori rischiando, come qualche tempo fa è accaduto, di dover rincorrere la dentiera schizzata fuor di bocca.
E meno male che quell’impiastro di plastiche non gli cadde e non gli si spezzò, sennò sai che danno!
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