Una riflessione seria, rivolta ai lettori di Linea Libera, su uno dei fatti (non isolati) che mi impediscono di dare sempre e comunque ragione a chi mi dice: «Lo fo per il tuo bene!». Gambe levate da così tanti campioni di trasparenza che agiscono in nome della legalità (loro)

LA TESSERA A QUARRATA L’È DELL’ANPI
SE PERÒ TU ’UN T’ALLINEI, TU ’UN CAMPI!

IL PROBLEMA del mondo è che, perlopiù, è fatto di gente fasulla, ma che al tempo stesso crede di essere intelligente, logica e in grado di capire quello che le capita intorno.
I calci nei denti, che una volta ci davano a scuola, scusate, non ci hanno fatto altro che bene. Oggi, a forza di comprensione, assistenza sociale e mammismo, c’è un sacco di laureati che fanno pena: anche se si sono «infrascati» di alloro con i 110 & lode svalutati al pari della vecchia £ira rispetto al modernissimo €uro fregapopolo.
Nelle mia vecchiezza – nella quale mi è pure toccato di finire agli arresti domiciliari in un paese democratico che tratta me peggio di un pusher incallito o di un molestatore di «giovini fanciulle», secondo quanto è stato scritto, assai improvvidamente, da giudici e da giornali che hanno ristampato, in maniera del tutto acritica, un più o meno insensato comunicato stampa diffuso trionfalmente da certi pseudo-salvatori della patria –, nella mia vecchiezza, dicevo, io dovrei fidarmi di quello che, a proposito delle strade vicinali e interpoderali chiuse di Quarrata (isola che non c’è di un Peter Pan che sa giocare solo a burraco), mi dichiarano ufficialmente le strutture portanti (e costosissime per chi paga le tasse) dell’ufficio tecnico del Comune di Quarrata.
Le quali strutture si sbracciano a cercare di convincermi che lo strozzamento della viabilità collinare è solo (pòero Mazzanti & C.!) una questione di beghe fra confinanti: in altri termini affaracci mia, come si diceva a Lucciano e a Lecceto qualche secolo fa.
Ebbene: vi racconto l’ultimo òvo fresco di giornata e poi mi dite se è il caso che io mi fidi di tutta la burokràzia komunista del Mazzanti, difesa a spada tratta, senza riflettere nemmeno un istante, da gente come Nocciolina di Lucciano che vorrebbe sottopormi a un Tso. Seguitemi.
In via di Lecceto e sempre lì, numeri civici 10-12-14-16-18, al foglio 44 delle mappe catastali – che sono presenti anche nell’ufficio tecnico comunale –, è rappresentata anche una particella (la 430) definita “area a comune”, su una metà circa della quale
è stata costruita una stanza di caldaia abusiva
è stata realizzata una pavimentazione a porfido (ma non era vietato inserire il porfido nelle aree toscane a protezione ambientale?)
sono stati realizzati muretti e ringhiere artistiche
è stato piazzato un bel cancello che non poteva né tantomeno doveva starci
Tutto questo è sempre stato contestato e avversato dagli altri proprietari della particella in comunione – nella fattispecie mia madre, Bruna Lapini. Eppure i lavori che ho detto furono eseguiti e contro ogni logica dato che il Comune – e precisamente il geometrO Franco Fabbri – sapeva perfettamente come stavano le cose perché gli erano state ufficialmente rappresentate e protocollate sotto il naso.

Stufo – ne avrò il diritto, Nocciolina? – di tutto questo ignominioso casino istituzionale (mi dispiace per chi la pensa diversamente, ma la situazione è quella che è e non quella che può e deve far comodo ai compagni, di partito e/o di merende), tempo fa – e precisamente il 21 agosto 2020 – chiesi, ai “padroni delle nostre vite in Comune”, di verificare la regolarità delle opere a prescindere dai permessi concessi: permessi che, ripeto e sottolineo – il Comune di Quarrata ha spesso dato, e probabilmente continua a dare, a occhi chiusi e a capocchia a prescindere, fatti salvi i diritti dei terzi, a cui, in verità, crea solo danni.
Alla fine – ma solo il 4 dicembre scorso; dunque dopo ben oltre i 30 giorni di legge per la risposta: e anche questo la dice lunga – mi è stato inoltrato un foglio (lo potete leggere ed esaminare) il cui succo è: «Qui va tutto bene. La Signoria Vostra è pregata di andare a rompere i corbelli altrove. Abbiamo esaminato le licenze e le concessioni ed è tutto in perfetto ordine».
Peccato, però, che io soffra di un vizio congenito: non essendo comunista e non essendo credente, mi sono fatto rilasciare le copie delle licenze secondo le quali “tutto sarebbe perfettamente in regola”. E immaginate voi la sorpresa: in quelle carte non ho trovato niente che autorizzava la pavimentazione in porfido, le cancellate, i muretti e il cancello che chiudeva – a uso privato – una parte di proprietà in comunione. Un ordine severo e nobile come la legge della gravitazione universale!

Allora io chiedo ai signori giudici; ai carabinieri che hanno diffuso il loro comunicato stampa dannoso nei miei confronti; ai giornali bravi e politicamente corretti di Pistoia, che si sono divertiti molto a pubblicare il discutibile comunicato dei carabinieri (e in maniera acritica, irriflessiva e inadeguata per chi si definisce giornalista):
spiegatemi per quale motivo io devo credere a ciò che mi dice e mi certifica l’ufficio tecnico del Comune di Quarrata, che mi prende in giro con affermazioni che non hanno riscontro nei fatti e negli atti, allorquando, con l’arroganza sgraziata dell’asino che raglia, mette nero su bianco che “la viabilità di Lecceto è solo una questione di litigi fra confinanti”.
No signori, signori cari! Non solo io non credo finché non vedo, ma insisto sul punto, lo sottolineo e lo dimostro con documenti alla mano. Non voglio comportarmi, nel mio modestissimo piccolo mondo insulso, come chi arresta la gente perché la mattina si alza e crede al primo bischero che racconta cazzate, magari sfornando decine di querele e migliaia di pagine di fuffa cucite insieme.
Spero di essermi spiegato anche con chi di dovere e buon fine Santo Stefano, patrono della parrocchia di Lucciano, in cui sono nato e sono cresciuto. Amen!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
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