
PISTOIA. “Medici, infermieri e operatori socio sanitari non saranno fatti mancare per garantire il pieno funzionamento dei livelli essenziali di assistenza e nell’attuale gestione dell’Azienda Sanitaria Usl 3 per la prima volta, da anni, si assiste ad una minore mobilità dei pazienti verso altre strutture ospedaliere”.
La direzione aziendale intende, in primo luogo, tranquillizzare i cittadini che, leggendo alcuni articoli di stampa, si sono certamente preoccupati per l’ipotetico annuncio di consistente riduzione di personale.
“Gli eventuali e al momento ipotetici esuberi economici e finanziari del personale – precisa la direzione – sono ancora tutti da definire e, in ogni caso, saranno fatti nel corso dell’anno e solo dopo un’attenta valutazione sul futuro contesto organizzativo, garantendo comunque gli standard qualitativi dei servizi”.
“Nell’anno 2015 – sottolinea il direttore generale Roberto Abati – a causa della grave situazione economica italiana, sono previste minori risorse per la sanità, ciò impone di proseguire con ulteriore impegno nel percorso già intrapreso fin dal 2013, con la condivisione e il confronto, con gli amministratori locali, di individuazione degli sprechi e di riorganizzazione del sistema sanitario provinciale che già ha dato positivi e documentati risultati. La stessa riorganizzazione del sistema sanitario regionale, se correttamente attuata, rappresenta un’opportunità che potrà liberare ingenti risorse in grado di compensare almeno parzialmente la consistente riduzione del fondo sanitario”.

Per quanto riguarda il personale attualmente in servizio la consistenza organica complessiva è rimasta nell’ultimo biennio sostanzialmente la stessa: sono 3150 i dipendenti oggi al lavoro nella Ausl 3; nel 2012 erano 3031 nel 2013, 3029; e, com’è stato garantito da parte della direzione aziendale nell’ultima Conferenza plenaria dei Sindaci, il fabbisogno del personale nei singoli contesti operativi, sarà costantemente monitorato in relazione alle attività anche nell’anno in corso.
Da evidenziare, inoltre, che contestualmente è stato raggiunto anche l’obiettivo di contenimento della spesa del personale previsto dalla Finanziaria del 2009.
Anche sulla mobilità dei pazienti verso altre strutture sanitarie la direzione ci tiene a precisare che risulta in diminuzione in termini di ricoveri, soprattutto rispetto all’anno precedente nella misura del 2,6%: per la prima volta, da anni, meno cittadini si rivolgono ad altri ospedali per farsi curare. Questa inversione di tendenza, coincidente con l’anno di apertura dell’ospedale San Jacopo, e il cui merito va tutto ai professionisti che hanno saputo sviluppare competenze ed esperienza in molte specialità, ha permesso di convertire oltre 1 milione di euro in un incremento dei servizi sanitari nel territorio provinciale.
Risultano sostanzialmente immutati i ricoveri in altri ospedali per curare patologie ad alta complessità assistenziale (neurochirurgica, cardiochirurgia, chirurgia toracica etc.).
Non è corretto, infine, mettere in relazione la situazione che si è determinata con l’emergenza influenza con l’organizzazione dell’Ospedale per intensità di cura: il fenomeno, infatti, come hanno riportato tutti gli organi di informazione, riguarda l’intero territorio nazionale e come tale sta interessando anche la nostra Provincia.
La dotazione dei posti letto nei nostri ospedali è pari a 700 unità. Tale dotazione è integrata dai posti letto utilizzati dai nostri cittadini nei presidi delle altre aziende che svolgono funzioni regionali e di alta specializzazione, questi ultimi di solito collocati nelle Aziende Ospedaliere Universitarie; tenendo conto anche di questi posti letto la nostra azienda sanitaria ha lo standard previsto dalla normativa regionale pari a 3.15 posti letto per mille abitanti. Si evidenzia che rispetto ai posti letto disponibili presso il Ceppo, nel nuovo ospedale San Jacopo presenti 40 posti letto in più.
[ponticelli – usl 3]
LE MUCCHE DA LATTE, LA MUSICA CLASSICA
E LA SANITÀ DI PARTITO

NON È ANCORA FREDDATO il cadavere dell’Intersindacale Medica (vedi), che già la fucina del veliname d’azienda si mette in moto come, un tempo, nella gloriosa Urss, le acciaierie o le meravigliose miniere di Aleksej Grigor’evič Stachanov. Del resto bisognerà pur dire qualcosa per arginare quello che la “compagneria” di un secolo fa definiva il “disfattismo che mina alla radice lo stato socialista”. E allora giù, con la musica classica, sì che le mucche producano più latte.
Solo che oggi, ad alcuni di noi almeno, sembra più logico credere ai medici in prima linea dell’Intersindacale che ai sociologhi che stanno guidando l’ETR20mila dell’Asl3 da dietro una scrivania.
I danni alla sanità – Abati abbia pazienza, ma non ci prenda per dementi – li stiamo vedendo e vivendo tutti. Della fuffa (anche qui, come in Comunità Montana, tutta fuffa e niente arrosto…) non sappiamo che farcene e, a Dio piacendo, a meno di non essere dei veri e propri minus habentes, due somme e due sottrazioni in croce le sappiamo fare pure noi, anche se non ci siamo laureati a Urbino.
Una cosa, però, il direttore la dovrebbe fare: e sarebbe quella di non chiedere ai suoi scrivani d’azienda di buttare, in pasto alla gente, una baracca di contraddizioni come quelle che ci vuole propinare con questa difesa degna d’un petrarchesco De sui ipsius et multorum ignorantia.
Se Abati, curatore fallimentare dell’Asl 3 in disarmo, non sa o non può (perché questo gli ha detto di fare il suo amico e compagno Rossi: o altrimenti lo “attacca al muro”) rispettare i pistoiesi, abbia almeno un istante di resipiscenza nei confronti di chi fa (ma è inquadrato, poi, nei livelli giusti e con il giusto contratto di lavoro?) il “comunicatore di azienda” – come sembra di capire dai risultati – a suo discàpito e malgré lui-même, se costretto a vendere fuffa.
E a questo proposito non sarebbe male, crediamo, che intervenissero sia l’Ordine dei Giornalisti che l’Associazione Stampa.
Edoardo Bianchini
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2 thoughts on “ASL 3: «PISTOIA È UN’ISOLA FELICE, PAROLA DI ABATI». RENDIAMO GRAZIE AL SIGNORE”