AUMENTO DELL’IVA SUL PELLET. MARMO: «UNA MISURA DANNOSA PER L’ECONOMIA MONTANA»

Aumenta l'Iva per il pellet
Aumenta l’Iva per il pellet

PITEGLIO. [a.b.] In arrivo per milioni di italiani e per tanti pistoiesi un’altra stangata (almeno 50 euro in più a famiglia) a causa dell’aumento, imposto dal Governo Renzi, dal 10 al 22 % dell’Iva sul pellet, i cilindri di materiale legnoso che servono ad alimentare le stufe. Nei prossimi giorni il sindaco di Piteglio Luca Marmo insieme agli altri colleghi della Montagna Pistoiese metterà a punto un ordine del giorno da inviare al governo dal momento che l’aumento dell’Iva sul pellet preoccupa non poco. In queste ore lo stesso sindaco montano ha chiesto la collaborazione del collega di Pescia, Oreste Giurlani, che come Uncem, sta lavorando a tale proposito.

“Un emendamento del Governo alla manovra – scrive il sindaco Marmo – ha apportato un incremento notevole all’aliquota iva applicata al pellet che passa dal 10 al 22 per cento. Si stima che l’incremento medio annuo per famiglia consumatrice di pellet sarà di cinquanta euro e che il gettito corrispondente, per l’erario, incrementerà di 96 milioni di euro all’anno. La misura preoccupa. Preoccupa perché negli ultimi anni molte famiglie hanno installato sistemi di riscaldamento a pellet proprio per le condizioni di vantaggio che l’uso di questo combustibile comportava. Queste famiglie si vedono oggi penalizzate da un ulteriore incremento degli oneri fiscali che si aggiungono a quelli scaturiti dall’arrivo di nuovi tributi locali, come la tasi, cui i Comuni sono costretti a ricorrere per far fronte alla contrazione delle risorse provenienti dallo Stato Centrale e diretti alla finanza locale. L’analisi, tuttavia, non può fermarsi ai soli effetti prodotti dalla misura sul consumatore finale”.

Luca Marmo
Luca Marmo

“È evidente – continua il sindaco di Piteglio – che il mercato del pellet si alimenta dell’attività di una miriade di piccole imprese che insistono nelle aree montane e che da oggi vedranno contrarsi il mercato potenziale. La vita, sulle nostre montagne, è già abbastanza difficile per una miriade di motivi che ben conosciamo. Le imprese fanno una fatica doppia a cercare di mantenersi vive e vitali e provvedimenti come questo, certamente, non aiutano. Come Comuni montani dovremo attrezzarci. Siamo abituati a che le nostre voci cadano inascoltate ma questo non significa che dobbiamo tacere”.

“È auspicabile – continua – la messa a punto di un ordine del giorno, da concordarsi con Uncem e da portare in approvazione nei Consigli dei Comuni montani che metta in evidenza l’iniquità e il danno potenziale del provvedimento sulla già disastrata economia montana. Dopodiché, se la misura dovesse confermarsi, sarebbe quantomeno opportuno che i 96 milioni di gettito ritornassero alla Montagna, magari alimentando il Fondo omonimo ormai ridotto a zero da anni”.

 

Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a

«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento