BELLO ESSERE RE

LO SPEZZONE di un film (La pazza storia del mondo, di Mel Brooks, 1981) che sembra una profezia per l’Italia.
Personaggi intercambiabili pluri-ruolo. Il re, quello che vede scoppiare la rivoluzione francese nel 1789, può fare immaginare, al posto di Mel:
1. Mattarella, che ha sempre fatto come gli è parso, aiutato dalla manina invisibile di Napolitano;
2. Renzi, il re della baracca e delle bufale con la sua reina Boschi;
3. o perfino il magnifico Grillo bi-parlante (due sole parole: vaffanculo e obbedisco!).
Al posto della regina, che subisce l’ammucchiata nel gioco degli scacchi, c’è il povero popolo italiano dei lavoratori violentati e sodomizzati a dovere dalla sinistra Progresso-Democristiana dei salotti Poltrone e Sifà, i Giuseppi della qualità.

La scena del re che accapretta la contessa mentre raccoglie i fiori, è la profezia di Renzi che monta di brutto il povero Zingaretti, il quale, peraltro, felice, prende nel lato B quel che gli càpita, ossequioso e ubbidiente.
E ringrazia per la sua disgrazia, come un mite San Francesco che spiega, nei Fioretti, a Frate Leone, che la vera letizia è anche bussare per chiedere la limosina e ottenerne, in cambio e in vece, una scarica di legnate sul groppone.
Al posto delle due dame con le tette all’aria, pronte a farsi sbaciucchiare dal re, sta bene, in entrambi i casi, il mitico Giggino devoto di San Gennaro: non venderebbe, forse, anche la mamma per una poltrona?
Partito con 10 ministeri, dopo aver sconfitto la povertà con il decreto dignità e il reddito di cittadinanza, oggi è felice di aver raccattato, dal bidone dell’immondizia (= governo a componente boldrinica), la lisca di pesce del ministero degli esteri: così può girare un po’ il mondo, dopo aver vagato sulle gradinate dello stadio di Napoli vendendo gazzose (= bibite che oggi tar-tassa per il bene dei milioni di italiani che non lo voteranno mai più).
Emblematica anche l’ultima sceNa/sceMa in cui il re (il governo italiano, le forze sociali, l’Europa tedesca, i ferontofili francesi, i Sindacati, la chiesa cattolica accogliente) spara sui contadini: ci possiamo vedere sia l’amore per i lavoratori che il rispetto per gli uomini (categoria che, dal nostro non idiota punto di vista, include serenamente anche – citando Benigni da Berlinguer ti voglio bene – “l’uomo con la fica”: cioè le donne, con buona pace della Monica Cirinnà e di tutti quelli che asfissiano di sessismo).
Quant’è cambiata la cultura e quanto è mutato il femminismo da Berlinguer ad oggi, eh? Ne è passata d’acqua (e di escrementi da scarichi abusivi) sotto i ponti, compagni lerner-gruberani dei Parioli!

Vogliamo fare davvero una commissione-Segre bis (al bis e al bis-chero in Italia siamo abituati, specie a Roma, Città del Vaticano compresa) contro bullismo-violenza-odio-razzismo-antisemitismo-discriminazione-fascismo-nazismo e «quant’altro»? (come si ama dire oggi, insieme a un’altra idiotica espressione da colti di sinistra: «come dire?»).
Se lo vogliamo, dobbiamo semplicemente sciogliere le camere (magari anche nell’acido, come i cartoni di Chi ha incastrato Roger Rabbit?), e andare al voto per impedire a una accozzaglia di beoti di decidere definitivamente la sepoltura dell’Italia, offerta come agnello sacrificale sull’altare dell’Angela (a cui avrebbe fatto bene restare per sempre di là dal muro caduto) e di Emanuele il gerontofilo, entrambi chiaramente colonialisti, dell’Africa e del Sud-Europa.

Ci pensino bene, Fiano e la Segre, a chiedere certe cose e a militare (il primo) e a credere (la seconda, che si dichiara indipendente) in un Partito Distruzione, i cui elettori, compresi i preti progressisti antisalviniani, venerano la bandiera della Palestina e tanto da esporla in chiesa, come a dire: «Arabi, avanti pure!».

Se non si capisce questo, è meglio che il mondo umano (ma umano in cosa?) finisca: ne guadagneranno gli oceani senza plastica e la Greta potrà tornare a nuoto dall’America; i piccioni, che potranno scacazzare dovunque senza problemi; gli altri animali tutti che, contrariamente agli umani dotati (e lo dicono con infinita superbia) della ragione, sono i soli perfettamente in grado di autoregolarsi e condividere, ragionevolmente e senza danni, le risorse del pianeta.

Buona domenica ai salvatori della patria che domani festeggiano l’unità nazionale e le forze armate: ma quale unità, se guardiamo il governo? E quali forze armate, che l’esercito non c’è più?
Non è forse così, signora prefetto Zarrilli?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
Tra poco ci diranno anche quanti foglietti
di carta igienica staccare per pulirsi senza danneggiare l’Italia
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