
SATURNANA-PISTOIA. Prima che l’urbanesimo capovolgesse i rapporti tra città e campagna, i paesi della montagna pistoiese pullulavano di famiglie, mestieri e vita. Saturnana, sulla destra dell’Ombrone, è sicuramente il più antico.
Già citato a meta del Novecento come sede di pievania, compare pure nel celebre diploma di Ottone III del 998, quello in cui si ha notizia per la prima volta del mercato davanti al sagrato della cattedrale, terra vacua ubi mercatum est.
Il diploma conferma al Vescovo di Pistoia il possesso della pieve di Saturnana, l’unica esistente nelle alte valli della Brana e dell’Obrone, attestando verosimilmente l’importanza anche civile ed economica del paese che nel ’200 passò sotto la giurisdizione del comune di Pistoia, diventando uno dei numerosi ‘comunelli rurali’ del districtus Pistorii.
La storia è passata anche a Saturnana: i tedeschi in ritirati seminarono lutti e distruzioni, facendo saltare in aria le case di Cerchiaio e dei due Botri. Nel 1977 lo sforzo del parroco Carlo Gioffredi e dei paesani per riparare l’elegante campanile di San Giovanni testimonia la vivacità del borgo.
Oggi l’edificio della scuola elementare è stato adibito a deposito di antichi strumenti, “Il laboratorio delle tradizioni popolari e della memoria” con la mostra permanente “Gli antichi mestieri di Saturnana”.
Un vero e proprio museo, anche se non ufficializzato, arricchito da un generoso servizio didattico rivolto a bambini di materne ed elementari. Uno dei protagonisti di questa sorta di ‘servizio guide’ è Giuseppe Benini, noto esperto minerario e conoscitore del territorio, che per passione accompagna e ha accompagnato svariate comitive di giovani e maestre alla mostra-collezione ma non solo.

Anche alla scoperta della magia del bosco che costeggia il torrente Piestro e alla raccolta di microrganismi osservabili, nella scuola-laboratorio, con il microscopio. Ogni tanto qualche folletto finto veniva lasciato a fianco di un ceppo per rendere la visita nel bosco indelebile.
Ora la strada comunale che dal paese permetterebbe di svolgere l’itinerario è quasi impercorribile, cannibalizzata dall’erba. Portava a ruderi di vecchie ferriere: Saturnana è famosa perché ogni famiglia fabbricava i chiodi in casa propria, a partire dal tondino.
L’ex scuola è tappezzata di poster con le foto delle esperienze praticate, dall’allestimento di una carbonaia alla gita alla grotta bianca, in località il Corneto. Nidi d’uccello donati dai boscaioli arricchiscono le possibilità dell’osservazione scientifica per chi è alle prime armi con il mondo della natura.
Toccare con le proprie mani la vita di una volta: questo il senso della visita e del materiale in esposizione. Curiosi, ingegnosi e semplici gli utensili di un mondo che fu, dalla scuola alla cucina: un ferro da stiro (ancora) con la carbonella dentro,una zuppiera in ferro smaltato, una selce per arrotare la falce e numerose bilance.
E ancora: banchi di una volta con inchiostro e penna stilografica, una bizzarra fascera per raddrizzare le gambe storte ai neonati, un soffietto per dare lo zolfo, un trapano a mano, una museruola per mucche e il carburo per l’acetilene (usato per illuminare le gallerie o per le spedizioni al padule di Fucecchio a caccia di ranocchi).

Nulla si buttava e tutto si riciclava: per i bricchi ci pensava lo stagnino, che a Saturnana andava in bicicletta a riparare i buchi chiamato dalle famiglie che ne avevano bisogno; fino ad un certo periodo il caffè era da signori, la gente comune usava l’orzo e i bambini lo tostavano con il macinino. Infine la filiera del legno: dall’ontano allo zoccolo e dal castagno al carbone.
Nell’anno di Pistoia Capitale della Cultura cosa impedisce di inserire la scuola di Saturana in un percorso ecomuseale, valorizzando la collezione e gli antichi itinerari lungo il Piestro? Si obietterà sbrigativamente ed erroneamente che è piena l’Italia di musei di antiche tradizioni e mestieri, ma la sfida da vincere nel 2017, per Fondazione Cassa di Risparmio, Comune e addetti del settore, è proprio quella di dare un significato alle vestigia di una civiltà ancora impressa nei ricordi dei nonni.
E sfruttare l’innovazione permettendo, nel nostro caso, non solo di consolidare la didattica per i bambini ma anche la fruizione da parte gli adulti, eventualmente con aperture settimanali oppure organizzando gite tramite le moderne App degli smartphone. Come del resto favorire la nascita di idee e progetti e incentrati sulla riscoperta di un territorio da far rivivere appieno nella modernità cogliendone le teoricamente copiose potenzialità inespresse.
[Per notizie e dettagli su Saturnana vedere le note del compianto Augusto Cecchi in Dieci secoli di storia cento anni di immagini (volume primo), di Vittorio Baracchi]
[Lorenzo Cristofani]
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