
PISTOIA. C’è una pagina straordinaria nelle Elleniche di Senofonte, una di quelle note solo ai filologi, in cui il poligrafo greco ci racconta la fine della guerra del Peloponneso. Atene a terra e la banda che scorrazza su e giù lungo le mura che vanno anch’esse a terra perché Sparta ha deciso così: flautiste che scodinzolano e sassi che cadono, ma tutto va bene; sono tutti contenti e saltellanti, come avessero vinto un gratta-e-vinci.
È, anche quella, una… marcia dei pinguini. Identica a ciò che si è visto nei giorni scorsi a Pistoia da quando Bertinelli – Il Principe Felice della favola – ha dato la lieta novella della nascita di un nuovo astro fulgente: è stato tutto un passaggio scodinzolante di pinguini a cui non si è sottratto neppure quel litighino di Sgarbi, che sta velocemente invecchiando e che, fra incidenti e ricoveri, s’è ammorbidito assai e sta iniziando ad andare d’accordo con tutti.
Tra tutte le voci osannanti ai piedi del re, neppure una mezza parola spesa male: l’ossequio, il conformismo, l’unanimismo nell’èra Renzi (ma noi spereremmo che fosse, meglio, nel fu Renzi, il bauloppo che non è toccato dal fango, come ha fatto scrivere stamani sulla Nazione…), è di rito. Del resto perfino la destra – da Verdini in là: ma si sa che i verdini fanno venire il bruciaculo, a cominciare dai fichi… – s’è fatta asfaltare dal vento del trionfalismo globalizzato.
Sì, dobbiamo dire la verità: a Dio piacendo e grazie, anche, al nostro essere non-pistoiesi (né di sangue, né di tradizione: e ce ne fregheremo altamente se qualche famoso leguleio locale, pieno di livore nei nostri confronti, vorrebbe vederci morti e sepolti e dicono che brighi per colpi bassi cercando paladini a proprio sostegno…), non solo non siamo stati presenti al battesimo della capitale a Palazzo di Giano, quando tutti erano sul tappeto della preghiera, ma addirittura siamo qui, in veste di rompiballe, a remare contro a cotanto ottimismo.
Come nostra tradizione abbiamo fatto parlare tutti a favore: ora ci lascerete parlare per tre minuti contro a questo evento che non esitiamo a definire funesto.
La Nazione, sulla fu onda sgarbata, apre con l’idea degli investimenti da attuare: e già qui tremiamo al pensiero che il Comune (o pistoiesi miopi e senza memoria!) ha rimandato tutti i mutui al prossimo mezzo secolo (2044?) perché i dindi erano finiti, ciucciati dal draculismo rosso della sinistra che ha speso e buttato dalla finestra tutto e tutti, città compresa.
Ci ha fatto impressione l’altra sera, al Tg 2, veder parlare la direttrice dei Musei di Pistoia che spendono milioni di euro e incassano 9-10mila euro all’anno di presenze in biglietti. Questa città-Tremisse – che non è certo un fiorino d’oro – è una moneta falsa come il raddoppio della ferrovia Pistoia-Lucca: dove finiremo per spendere un paio di miliardi di € con la prospettiva di recuperare e ammortizzare la spesa nel quinto millennio, datoché a pagare il biglietto, su quella tratta, saranno in tre o quattro al giorno. Gli altri di solito ci viaggiano a ufo e magari picchiano anche i controllori se “pretendono” di vedere il biglietto.

Ma non è di questo che volevamo parlare. O non solo di questo. Ci rifacciamo a dati certi e controllabili per additare, a chi riesce ancora a ragionare senza il cappuccio in capo, come e perché in tutta la capitale c’è qualcosa che non va: perché non siamo qui per chinare la testina. Non siamo abituati a questo e soprattutto non siamo del Pd, da cui non abbiamo avuto e mai avremmo voluto (sia chiaro) aver qualcosa.
La nomina della capitale doveva uscire il 15 dicembre e invece è uscita a fine gennaio. E già qui, nell’efficientismo degli efficientamenti, c’è qualcosa che non va. Poi l’allampanato e “a scatti” Franceschini ci viene a parlare di sorprese. Perché? Perché i nomi erano altri, ma Pistoia ce l’ha fatta by surprise? E questo dove si nasconde se non dietro un ritardo che potrebbe indicare lacrime e sangue, kriss malesi e colpi bassi?
Certo, le commissioni messe in piedi dal governo (illegittimo) Renzi (a volte ci viene voglia di scrivere minuscola perfino la R del cognome del non-premier…) sono sante subito come i papi di questi ultimi anni e non sono discutibili: ma noi, che siamo un Satana che tenta Gesù nel deserto, rovesciamo la cesta dei cenci e andiamo a leggere le etichette cucite sui panni da lavare.
E allora ecco che la decisione (tardiva) pro-Pistoia si fa più chiara: e sotto certi aspetti ben più rossa dell’apparente. Altro che commissione equa e imparziale!
In commissione c’è il professor Marco Cammelli (Presidente, nominato dal Ministro), del tiro dell’Editrice Il Mulino, orto di Prodi; poi c’è il professor Mirocle Crisci, rettore dell’università della Calabria (scelto dalle Regioni a Statuto Speciale? Sì, ma che c’entra lui con loro?), poi il professor Cappeletti, poi Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine di giornalisti del Piemonte, nominati – se non sbagliamo – dal meccanico Franceschini. Alcuni di loro provengono dalla conferenza Stato-Regioni e quindi da Anci e Upi, il che significa da area Pd.
Poi schizza fuori Cristina Loglio, consigliera di Silvia Costa, europarlamentare del Pd: ma sarà solo un caso. Seguono Franco Iserpi e Antonio Preiti, Presidente del Touring Club Italia. Su Preiti – ci ricordano – è nota un’interrogazione dei Consiglieri del Comune di Firenze: lo aveva nominato Renzi (ma siamo ancora dinanzi a un caso), ma, come l’assessore fantasma di Pistoia Palagi, in Comune non lo avevano mai visto… Può bastare, tutto questo, a illuminare gli scenari del XXI secolo di Pistoia?

Ma andiamo oltre. Tra i sindaci delle città in corsa mancava solo Samuele Bertinelli, che aveva delegato la timida Elena Becheri la quale, al momento della nomina, chiamata a commentare ed essendo sostanzialmente impreparata alla sorpresa (ce lo hanno detto: noi non la abbiamo vista…) se l’è cavata perché è stata salvata dall’inflessione toscanoide della battuta che ha fatto: si sa, non è una grande parlatrice e già lo ha fatto vedere in altre occasioni – come dinanzi a un’indiana di acclarata fama internazionale, quando ammise candidamente di non sapere neppure come si pronunciava il suo nome…
Pistoia batte, però, tutte le altre concorrenti. E soprattutto batte Como e Pisa. La prima va alle urne, come Pistoia, nel 2017: solo che nel 2016 capitale della Cultura è stata fatta Mantova, stessa Regione di Como; come si sarebbe potuto fare a giustificare una vittoria a seguire di un’altra città lombarda? Pisa – la avete presente? Riuscite a paragonarla a Pistoia, sì…? – voterà invece nel 2018, ma non ha mica i problemi che ha Pistoia, dove di fatto tutto è perduto: bilancio comunale, industria e ora (lentamente, ma inesorabilmente) perfino il settore del florovivaismo, anche se Stefano Morandi crede di poter superare il naufragio-Pistoia infilando le dita nei buchi dello scafo della Camera di Commercio e della Confcommercio, ma, di fatto, dando la netta impressione di dormire a occhi aperti.
Ecco, allora. Dinanzi a un panorama così desolato e desolante, non vi sembra che tutto questo tacabanda altro non sia che l’estremo tentativo di far credere che il cadavere del sarcofago è ancora in vita nonostante le bende che gli hanno messo e incollato addosso gli imbalsamatori della politica pistoiese e non solo?
L’ultima domanda la facciamo a Sgarbi (se la merita), anche se ci darà delle capre o dei finocchi come ha fatto l’altra sera con Porro.
Vittorio, sei mai stato a Pistoia per più di 12 ore in fila? Prova. Prova a camminare in centro e respirare l’aria di piscio umano e canino delle sue vie. Non ascoltare gli editori puri pistoiesi: i tempi di Bigongiari sono passati da un pezzo; le mura di Pistoia cadono a pezzi. Prova, invece, a vedere se riesci a dormirci, a Pistoia, senza dover andare a almeno 20 chilometri di distanza: dalla De Paola, mettiamo, a Montecatini, per esempio, osannante (vedi) ex-collega di Samuele al Liceo Forteguerri, e, ora, in take off in politica.
E se dici di sì, Vittorio ex contestatore oggi scodinzolo, sei una capra!
Pistoiesi, questa città non è la capitale della cultura: è la città del Pd. Ma finirà tutto non appena Hitachi – che dicono essere già scesa in fu-Breda a monitorare la movimentazione dei colli di magazzino – farà quello che solo può fare chi s’intende di industria e di finanza, e mangia balene, delfini e pesci crudi senza problemi: chiudere il regno del Pd e, di conseguenza, la città dei falsi d’autore.
Là, dinanzi al monumento dell’intelligenza di Enrico Rossi – cioè quel fallimento del San Jacopo che piace tanto alle veline dell’Asl –, nella grande fu-fabbrica pistoiese, come ieri qualcuno ha detto in redazione, ci verrà fatto il parcheggio coperto per l’ospedale.
P.S. – Queste cose nessun altro ve le dirà mai. Ah, magari potremmo sentire Poletti, che, con le Cooperative, credo abbia avuto un qualche pur timido rapporto. Ma anche questo è un caso…
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1° Sgarbi non risulta dia interviste gratis; non è una capra, è un professionista. Forse a La Nazione l’ha data gratis……………….
2°Hitachi non ha comperato tutta la Breda. Circa cinquanta dipendenti sono rimasti in carico a Finmeccanica che li “accompagnerà” alla pensione. Attualmente lavorano nell’ex catasto accanto al Lux. Verificare,please.
3°Lei scrive : ” Pistoia batte, però, tutte le concorrenti”. Bastava scrivere : ” Pistoia batte”. Punto.
Comunque saranno tanti i pistoiesi contenti di questo evento che tappandosi il naso e chiudendo gli occhi e gli orecchi diranno CHE BELLO!!!!!!!!!!
Purtroppo Pistoia quella vera continua a morire…….