
VERSO LE 14, su La 7, spippolando, sono incappato in uno scambio di opinioni gustoso: Matteo Salvini e Debora Serracchiani. In altri termini gli opposti che si toccano (o non si può dire?), la foga gallico-padana dinanzi alla serafica aspirante massaia postcomunista piena di saggezza alla Gandhi.
La Debora apriva le braccia ai migranti e Salvini sparava che andavano affogati, piuttosto che rimandati al mittente.
Ma non è su questo che volevo soffermarmi. Lo vedete dal titolo, che richiama altro.
Siamo venuti al dunque, a un certo punto: dove il dunque è la riforma della pubblica amministrazione.

E qui Monna Debora ha dato davvero il meglio di sé. Ha detto che la nostra Pubblica Amministrazione è un indistruttibile muro di gomma: e che dunque, se “il Bomba” non ce la fa a accelerare, la colpa non gli può essere addossata.
Come più volte si è detto, il tessuto neoplastico della pubblica dipendenza è formato, almeno al 70%, da sinistresi borghesi o aspiranti Pd e post-Pd. File ingrossate dal partito dell’okkupazione del potere sessantottino e post.
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