ci fa senso. CARI COMPAGNI INCENERITORISTI…

Hanno ucciso l'uomo ragno...
Hanno ucciso l’uomo ragno…

MONTALE-PIANA. Sembra che poco fa – più o meno un’ora circa – sul sito del Comune di Montale sia comparsa – ma solo dopo una serie, a quanto ci dicono, di insistenze e pressioni – la lettera che l’Asl 3 di Pistoia ha indirizzato al Sindaco Ferdinando Betti sul disastro-inceneritore e dopo tutte le vicende di questa estate, fin troppo note a tutti.

Ci torneremo sopra con opportune osservazioni, come del resto abbiamo sempre fatto. Ma alcune osservazioni del documento – firmato dalla dottoressa Paola Picciolli e dal Direttore del Dipartimento della Prevenzione, Dr Stefano Cantini – ci sembrano particolarmente eloquenti e non possiamo fare a meno di segnalarle ai lettori. Anche a quelli che più ostinatamente votano, con cieca fiducia, il Pd inceneritorista della Piana.

Che l’impianto di Montale sia sostanzialmente instabile non lo diciamo noi qui, ma lo ha già fatto la stessa Corte d’Appello di Firenze nel processo Tibo-Cappocci (vedi).

Stavolta l’Asl sottolinea che il forno di via Tobagi, per poter funzionare, ha assoluto bisogno di «garanzie di affidabilità ed efficienza impiantistica, verificabili attraverso la eventuale implementazione di sistemi di monitoraggio e controllo»: presupposto indispensabile al funzionamento.

Ciò suona – indubitabilmente – come un’accusa ben precisa: significa che niente controlla il fuoco di questo mostro che sputa fumi e polveri nocive e che mette a rischio la salute e la sicurezza di tutta la popolazione della zona. Dobbiamo aggiungere altro? Dobbiamo dare medaglie al valor civile alle amministrazioni della Piana, perché sono inseccepibilmente fide paladine della salute dei loro cittadini?

Oltretutto si legge: «Si chiede, pertanto, nuovamente: l’invio del collaudo (… e) il rapporto di prova relativo alla fiala Amesa n. 57 (periodo di campionamento 1-15 luglio)».

L’inceneritore com’era [foto R. Crocini]
L’inceneritore com’era [foto R. Crocini]
Non ci vuole una laurea in filologia ugrofinnica per capire, in parole povere, che, di tutto quel che è stato chiesto per chiarire i termini del problema, cose fondamentali come queste due ultime sono state omesse e messe nel dimenticatoio dal gestore del forno crematorio della Piana.

Dov’è dunque la sicurezza per le popolazioni che vivono, respirano, coltivano, crescono e si nutrono all’ombra di questo mostro sputacacca su circa 50mila abitanti se non di più?

Se l’Asl 3 richiede il collaudo (non pervenuto), non significa, forse, che l’inceneritore viaggia a ruota libera senza collaudo? E tutto questo vi pare poco? Va bene che l’èra Dell’Anno intendeva mantenere un basso profilo per evitare di finire sulla bandiera degli ecologisti: ma chissà che tutto questo non finisca ora davvero sulla bandiera dei Comitati della Piana e con ben altra rilevanza e più gravi implicazioni etiche e legali.

E tutto questo, compagni inceneritoristi, che vi piaccia o no!

Scarica e leggi: Inceneritore_montale_ 49919_2015

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[Intervento di critica e commento ex artt. 21 Costituzione e 10 della Convention européenne des droits de l’homme]

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