
PISTOIA. Nel commentino che precede questa nota all’arsenico (vedi) si parla proprio dell’evoluzione della specie pistoiese e, all’interno di essa, della schiuma che viene a galla come nella bollitura del brodo: la razza padrona.
L’espressione razza padrona ce la ha insegnata il professor Vasco Gaiffi, quello che ha l’autorevolezza che ha e che, per interminabili decenni, ha insegnato al Liceo Classico Forteguerri, e non già, come hanno detto gli approssimativi, al Liceo Pedagogico Forteguerri (che non è mai esistito).
La razza padrona – diceva il Vasco – è quella abituata a comandare senza sentirsi mai mettere in discussione.
Ieri erano i nobili pistoiesi; quelli che vivevano comunque e sempre a culo storto e che si affettavano a vicenda nei vicoli bui della città medievale. Oggi sono i politici (e i parapolitici: associazioni varie di vario genere e natura, emanazioni più o meno politiche), che si sono abbarbicati alla ciccia del popolo lavoratore come un neo di quelli che mettono radici e che dovrebbero essere tolti chirurgicamente.
Politici e parapolitici (fra cui rientrano anche i medici, specie se dirigenti ospedalieri e para-non si sa cosa: ma non solo, anche colleghi-veline che difendono il padrone e i propri privilegi – di stipendio compreso…), questi cosi qui si risentono come aspidi di Cleopatra non appena qualcuno – più libero del solito, ma soprattutto non addomesticato né addomesticabile – osa fare una domanda alle insindacabili Signorie Loro.

Domanda alla quale in una vera democrazia (ma l’Italia non è una democrazia: è, crozzianamente parlando, una scorreggia barocca inflata da un presidente bi-eletto che ci ha imposto tre governi non eletti e non ha indetto elezioni quando la Corte Costituzionale ha sentenziato che il parlamento era semplicemente una fossa biologica… – vedi) domanda alla quale in una vera democrazia, dicevamo, semplicemente «si risponde».
Invece se uno è di razza padrona:
- alla prima domanda si incazza
- alla seconda si offende
- alla terza querela.
E questo è il caso peculiare di Pistoia, dove la razza padrona non vuole essere chiamata a rispondere: vuol fare quello che crede e che tutti s’inchinino.
O razza padrona divina, o divina stirpe di sangue pistoiese, per nascita, per elezione o per adozione! Apri, finalmente, gli occhi! E, se pure a culo storto, cerca di fare buon viso a cattiva sorte! Ti aspetta di dovere, dicono a Pistoia, se non di diritto.
Mille anni passano con tutti che ti ossequiano. Poi al milleunesimo, qualcuno si alza male al mattino e si è rotto i cabbasisi di stare sempre e comunque a testa bassa.
E gli parte la bambola… Capito?
[Edoardo Bianchini]
Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a
«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!