È un peccato perché il Comitato, fra tutti gli altri sarebbe stato l’unico indubbiamente senza vincolo alcuno nell’indagine a tutto campo che avrebbe potuto favorire l’accertamento di una Verità completa – nei limiti dell’umano – sulla vicenda.
Perchè? Perché i nuovi avvisi inviati dal Pm dott. Boccia ad altri soggetti (funzionari Caripit e revisori dei conti), a parere nostro, sono solo un passo avanti: mancano i politici, i “signori” che dovevano vigilare e controllare e non hanno fatto un bel niente.
Il Comitato, però, aveva promesso di voler ugualmente contribuire ad acclarare i fatti e questo sta facendo: “gira” questi interrogativi agli Enti interessati e quindi ai loro avvocati, chiedendo loro di appurare se ciò che si chiede, corrisponda a verità:
- 1 – Perché non si è proceduto al commissariamento della ex Comunità Montana in mancanza di un bilancio consuntivo (2010) che avrebbe dovuto essere segnalato al Prefetto (ma anche alla Corte dei Conti), il quale avrebbe imposto, per legge, il commissariamento dell’Ente medesimo? È una domanda posta in un precedente articolo anche al Presidente della Provincia, Federica Fratoni, alla quale non è stata data risposta.
- 2 – Sempre in un precedente articolo (vedi) ci chiedevamo se corrispondeva a verità che in Comunità Montana le feste conviviali ad alto tasso di frequentatori (decine di ospiti) erano cosa usuale e “a sbafo”.
Su questo argomento desideriamo tornare, sperando che gli avvocati di parte civile vogliano fare luce e luce piena; se ciò avverrà, qualche membro degli Enti rappresentati potrebbe dover dare spiegazioni. E non poche. E non solo per peccati veniali.
Chi pagava i pranzi nella ricorrenza del 1° luglio, all’apertura dell’Orto Botanico che finiva in “mangiata” in un noto locale di Pian di Novello, ospiti, oltre ai vertici (politici) della Comunità Montana, anche esponenti di Comuni (chi?), Provincia (chi?), Regione (chi?) ed addirittura rappresentanti del dipartimento di scienze forestali dell’Università di Firenze?
Chi pagava, la Comunità Montana? E chi materialmente? E chi, e per ordine di chi? E chi ha pagato in un noto locale di Cutigliano un’altra abbuffata per l’abortita Cutigliano-Doganaccia? Sempre la Comunità Montana? E chi, materialmente e per ordine di chi? Attenti, sono solo alcuni esempi di domanda.

Comprenderete che un semplice dirigente interno, pur con poteri di quella portata, non avrebbe potuto permettersi di organizzare questi eventi che avevano tutti i crismi di eventi politici e che solo per volere politico potevano essere voluti e organizzati.
Quindi, se questi pranzi o cene sono stati pagati con denaro pubblico, devono figurare nei bilanci e sono comunque distrazione di pubblico denaro: mentre gli operai e la bassa forza della Comunità Montana era a lavorare, altri erano a pappare, per usare un’espressione goliardica medievale!
Riteniamo che queste siano domande lecite e doverose perché, ci ripetiamo all’infinito e fino alla noia, una sola persona non può essere l’artefice unico di questo disastro. Diciamo anche che è necessario guardare in alto, e non per terra…
Gradiremmo che qualche politico della ex Comunità Montana ci smentisse o giustificasse quanto noi poniamo come domande che hanno però il crisma della verità. È un “aiutino” per tutti gli attori di questa vicenda: c’è qualcuno che legittimamente vuole cominciare a prendere le distanze dai propri colleghi politici?
L’Italia è tutta una Comunità Montana: lo apprendiamo leggendo quotidianamente le notizie; e quindi abbiamo tutti, come cittadini, due scelte: rifugiarci nell’italico concetto che “tanto è tutto un porcaio generalizzato”, o pretendere, ciascuno nel proprio piccolo, di cominciare a mutare rotta ed esigere che certi usi e costumi cessino; per rispetto di chi mangia il proprio pane con il sudore del proprio lavoro e non può continuare ad accettare che la politica sia il ricettacolo e il prodromo di altri e ben più significativi e criminogeni comportamenti .
Da un antipasto alla mazzetta, come quotidianamente leggiamo, il passo è breve; anzi, talvolta proprio sotto il piatto dell’antipasto si trova la” bustarella”. Per il momento questo, nella ex Comunità Montana, sembra non essere accaduto.
Signori rappresentanti di Regione, Provincia, Comuni Montani che vi siete costituiti parti civili nel processo, dite ai vostri legali di non fare sconti a nessuno, di qualsiasi parte politica, se riusciranno a ravvisare, in certi comportamenti, un fatto penalmente rilevante. Date e diamo una mano alla Magistratura nel suo grave compito di indagine: che sia verità, ma per tutti e di tutti i colori.
E invitiamo subito – repetita iuvant, specialmente chi di dovere – a guardare in alto, non per terra…
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ma sig. De Matteis se non sbaglio il presidente e gli assessori della Comodità Montana non dovevano sapere e essere sempre aggiornati sullo stato finanziario dell’ente che guidavano?
sembra invece che in tutti questi anni da quando è stata chiusa (per un disavanzo di soli 250.000,00 euro) non si sia arrivati a capire quanto sia il patrimonio sia mobiliare che immobiliare dell’ente, ma scusi lei nel suo bilancio familiare sa quanti soldi ha?
sa quanti beni immobiliari ha?
sa quanti debiti ha?
l’assessore al patrimonio sa quanti beni aveva?
l’assessore al bilancio sapeva quanti euri c’erano?
e così per tutti gli altri assessorati
a tutt’oggi dopo anni di ricerche e ricostruzioni non ci è dato sapere………..
sicuramente sono del suo stesso avviso una persona sola non poteva fare tutto questo e se come ha dichiarato parlerà evidentemente le garanzia dategli non sono più garanzie