
PISTOIA. La Cgil non dimentica: ogni anno, per il 13 maggio, alla ricorrenza dell’aggressione del dipendente avvenuta nel 2016 nel parco di Villa Ankuri, rivendica la necessità di mettere in sicurezza gli accessi della sede di Massa e Cozzile.
Una sede dimenticata, che ancora attende l’attivazione del sistema di videosorveglianza, parzialmente installato con 8 camere Vcc, scollegate e dunque inutili.
A lato, il comunicato di protesta inviatoci da membri della Cgil-Fp che, con l’occasione, ci segnalano anche le gravi anomalie degli altri accessi, di altre unità che espongono al contagio non solo i cittadini, ma anche i lavoratori.
I nostri referenti ci spiegano però come le critiche alle carenze di sicurezza della sede periferica di Villa Ankuri passano in secondo piano, viste le mancanze dell’attuazione delle procedure di controllo degli accessi e differenziazione degli ingressi per le sede di via Sandro Pertini 5 e via Matteotti (ex-Inam) a Pistoia, che appaiono davvero sguarnite di presìdi, misurazioni di temperatura, limitazione e controllo accessi (anche agli ascensori di servizio, liberamente aperti al pubblico), ovvero di corsie di percorrenza dell’utenza.
Insomma, un gruppetto d’utenti potrebbe comodamente entrare in entrambe le sedi (in via Pertini la porta è aperta alla semplice spinta) e fare un “assembramento” di persone, come quello che è stato fatto dal duo “Giuseppi-Di Maio” all’arrivo dell’Aisha a Ciampino che, lo ricordiamo ai distratti, sarebbero duramente sanzionabili per la legge di contenimento del Covid.
Abbiamo fatto un diretta ricognizione nei due plessi ed effettivamente abbiamo solo trovato dei cartelli quanto meno improbabili: il primo, alla sede di via Pertini, sembra uno scherzo, poiché annuncia la chiusura di una sede che, essendo per definizione un pubblico servizio, non può essere chiusa (e infatti non lo è); la seconda è semplicemente ridicola, dato che vieta di entrare a chiunque abbia una febbre superiore a 37,5 °C. E se arriva un “asintomatico”, chi lo controlla?

Nei due plessi gli ascensori sono accessibili incondizionatamente, mentre dovrebbero essere “contingentati” a una persona per volta, con il controllo diretto dei due uscieri (in via Matteotti, mentre in via Pertini c’è una sola persona) preposti, appunto, al controllo dei passaggi.
Nell’atrio di ingresso, non vi sono cartelli, termometri, scanner, dispenser di disinfettanti, guanti e nemmeno alcuna striscia di delimitazione di corsi di percorrenza per direzioni di “ingresso/uscita”.
Insomma niente di tutto quello che – d’ordine del Prefetto Iorio – i tecnici dello Psill dovrebbero far rispettare presso le aziende e gli esercizi commerciali privati. Ma Renzo Berti, responsabile della prevenzione, è mai entrato nei due plessi di Pistoia in questi ultimi giorni? Che faP Previene o non previene?
È vero che, a pochi chilometri di distanza, le sedi territoriali di Prato sono state tutte munite dei dispositivi di controllo e regolazione degli accessi per la messa in sicurezza di utenti e dipendenti?
Ci riferiscono che a Prato il dirigente Luigi Mauro procederebbe anche alla consegna di abiti “usa e getta” per le attività di ispezione che devono essere condotte dai tecnici, suonando tutt’altra musica rispetto a Pistoia; e l’ingresso delle sedi dell’Asl prevede la misurazione della temperatura corporea eseguita da una infermiera. E il coordinatore degli Psill dell’Asl Toscana Centro, Maurizio Baldacci, c’è o non c’è?
Com’è che Pistoia è sempre la Cenerentola in materia di prevenzione, sia che si parli di amianto che di glifosate, di cloruro di vinile (Vcm, forse fuoriuscito dalla discarica del Cassero) o di Covid? Non ci siamo dimenticati che questa trascuratezza della prevenzione, per diretta relazione di causalità, potrebbe aver facilitato (solo per questa ultima emergenza) la triplicazione dei malati di Covid: un record assoluto in Toscana e non solo.

Che cosa succede nel resto delle unità dell’Asl Toscana Centro? Sono adeguate allo standard di Prato o disomogenee, come sembra che accada nella citta di Vanni Fucci?
E come sono protetti i dipendenti che fanno uso di vetture per recarsi nei diversi dipartimenti ospedalieri o di espletamento dei vari servizi? Gli autoveicoli sono regolarmente sanificati dopo ogni uso?
Cosa dice il protocollo di contenimento dell’epidemia che gli Psill – e non diteci che non c’è conflitto di interessi, in Asl, perché sarebbe una bufala (!) – dovrebbero fare rispettare nell’universo mondo?
Gli altri sindacati che pensano di questo pasticcio? E il Procuratore di Pistoia, Tommaso Coletta, sarà avvisato di queste anomalie di sistema o lo avviserà (è una battuta tutta da ridere) lo stesso legalitarissimo Granduca di Toscana? Non era quello che diceva di saper salire le scale delle procure anche a tre scalini alla volta…?
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.info]
Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a
«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!
2 thoughts on “covid-19 & pistoia. ACCESSI PERICOLOSI, LA CGIL PROTESTA SULLE ANOMALIE RISCONTRABILI NEGLI EDIFICI DELL’ASL”
Comments are closed.