«Sono orgoglioso di essere tra i primi comuni in Toscana ad avere già approvato il Piano Strutturale e il Piano Operativo e ad averlo fatto in poco più di 3 anni». Non è difficile capire che l’Ego okkiònico è al suo zenit, al suo punto più alto, alla massima espansione
CON IL PIANO OR OR VARATO
LO SVILUPPO È ASSICURATO!
Piera Salvi lo scrisse su La Nazione. Ma insomma… Chi c’era a cena con i Lions al Croce di Malta di Montecatini insieme a Benesperi sindaco dell’edilizia di Agliana?
IERI POMERIGGIO uno spirito ameno a cui piace provocare, mi ha inviato quest’immagine dal Facebook di Marco Okkióne Mazzanti con un bigliettino su cui era scritto: «O pùppati questo allora».
Puppàtevi anche voi, lettori quarratini e autorità di ogni ordine e grado, il Te Deum del giocatore un po’ Spacconeche, volendo forse imitare Paul Newman, ma non avendone né la stoffa né l’intelligenza, si esprime non con le palle da biliardo, ma con le carte, anche un po’ lise, da burraco: del resto – diceva la barzelletta famosa del maleducato in auto che faceva le corna a quelli che sorpassava – ognuno mostra quello che ha: le palle Newman, le carte lise Okkióne.
Ecco cosa il futuro riserverà ai quarratini destinati a restare per molto più di me:
È in vigore da venerdì il nuovo Piano operativo comunale, il fondamentale strumento #urbanistico per lo sviluppo e la salvaguardia del territorio.
Si tratta di un passaggio molto importante per la nostra città in quanto con l’entrata in vigore del Piano Operativo possono aprirsi nuove possibilità di #sviluppo, anche economico, per il nostro territorio.
Il piano permette di rinnovare gli insediamenti esistenti anche modificandone le funzioni, sia nel capoluogo che nelle frazioni, attuando interventi di qualità, attenti al risparmio #energetico, all’#ambiente e a tutela del #paesaggio, a partire dalle nostre #colline.
Incentiva su tutto il territorio ristrutturazioni e piccoli ampliamenti.
Abbiamo inoltre confermato le scelte, già contenute nel piano strutturale, di massima attenzione alla sicurezza idraulica e idrogeologica.
Sono orgoglioso di essere tra i primi comuni in Toscana ad avere già approvato il Piano Strutturale e il Piano Operativo e ad averlo fatto in poco più di 3 anni.
Per questo ringrazio l’ufficio urbanistica e tutti i progettisti.
Montalbano e Lecceto di Montorio. Mazzanti nudo come il re…
La frase più significativa è Sono orgoglioso di essere tra i primi comuni in Toscana… Per chi, come me, ha passato la vita a studiare lingua e linguaggio, metalinguaggio e lapsus espressivi di quelli che indicano ciò che sta dietro le parole e nel retropensiero, non è difficile capire che l’Ego okkiònico è al suo zenit, al suo punto più alto, alla massima espansione.
Fra le figure retoriche della stilistica, si passa dall’astratto al concreto grazie alla personificazione. Per esempio, la Libertà (che in Italia è la pura inesistenza di dio) scritta con la L maiuscola, trasforma un’idea astratta (libertà: non la inzuppi nel caffellatte la mattina) in una persona che può parlare e muoversi, dire e agire.
Nell’espansione dell’Ego okkiònico sopracitato, si assiste – almeno per coloro che sanno leggere qualcosa di più della Gazzetta dello Sport o di un manifesto mortuario della Misericordia di Agliana – al fenomeno opposto: si passa, cioè, dal concreto-persona (Marco Mazzanti) all’astratto espanso e in espansione come l’universo delle teorie della fisica moderna.
Marco si gonfia come il rospo d’Arezzo: quello messo in gabbia dal contadino, ma che non cantava. E trapassa, come nella transustanziazione durante la messa, dal suo corpo fisico, richiuso nell’involucro della pelle di ex-impiegato Enel (studiate Michelangelo e la Cappella Sistina e capirete: c’è uno che si regge la pelle in mano!), in qualcosa di universale e assoluto in quanto astratto: non più sindaco tra i sindaci, ma Comune fra i Comuni della Toscana. Lui, non Quarrata – città che c’ha pure la bandiera di Mattarella.
E parlano dell’Ego di Giuseppi Conte? Ma per l’amor di dio! Come ogni villaggio ha il suo scemo, anche ogni Comune ha il suo sindaco egotico. È chiaro il discorso?
Mi si rizzano – e dovrebbero rizzarsi a tutti i quarratini – i capelli che non ho, a sentir parlare di sviluppo, anche economico, per il nostro territorio.
E siccome sono stupido e, comunque parli resto agli arresti domiciliari, stavolta sarò più chiaro del solito – e inviterei anche la Procura della Repubblica a alzare il coperchio e guardare se, per fare il brodo, nella pentola quarratina c’è lo spicchio di petto, la coscia, la coda, la pancetta e, soprattutto, l’osso di zampa e non, magari, una rinsecchita vecchia pantegana di Venezia già morta affogata in un canale ammorbato di liquami.
Lo so che rompo: ma se chi scrive non rompe; se chi osserva e scruta non dice; se chi vede si cuce la bocca: quanti padroni ci toccherà portarci sul groppone e tutti con le mani infilate nelle nostre tasche e nella nostra libertà?
A cosa serve la terra e, per estensione, il territorio? Normalmente la terra serve a seminare e a raccogliere. Non la mangi, cerchi di farla produrre. A cosa serve il territorio? Normalmente a favorire e far sviluppare l’agricoltura e a far grano.
Il potere che hanno i Comuni di manipolare terra e territorio è così oscenamente sconfinato, che è noto a tutti, anche quelli di Libera e di don Ciotti che lavorano, appunto, le terre della mafia.
Don Bardelli su Tvl a Ora Verde magnifica i prodotti della gente di Libera di don Ciotti
Mazzanti, trasformato da sindaco in Comune, garantisce ai quarratini un futuro da sol dell’avvenire. Bene. Assicura che ci sarà sviluppo sul territorio: si torna, in altre parole, a mattonificare e a incementare nella Piana e, guarda caso, anche in collina.
Io gli suggerirei soprattutto di occuparsi dell’area di Montorio e Lecceto dove il suo Pd ha fatto chiudere non solo le strade vicinali/interpoderali, ma addirittura perfino i pori della pelle di certi cittadini di serie B, rispetto al respiro a pieni polmoni di cittadini di serie A, di quelli che contano. Potrete, forse, dire tranquillamente che sto tirando l’acqua al mio mulino: ma provate a negare l’evidenza, che cioè quell’area è ingessata più un paio di gambe con fratture multiple. Ciò non nega che anche il resto della collina, o della piana, sia nelle stesse disperate condizioni, geni della legge e del buonsenso!
Secondo voi (ed è anche una domanda per tutti, dal Prefetto al Tribunale) cosa significa esattamente sviluppo? Piantare miglio e panìco piuttosto che granturco e segale? O, oltre a questo, cantieri, case, mattoni, cemento che cola dappertutto come nella seconda galleria del Serravalle?
E arrivo al dunque. Per quale motivo alla festa dei Lions Quarrata-Agliana e Piana pistoiese, ai tavoli (come scrisse Piera Salvi su La Nazione) erano attovagliati, al Croce di Malta di Montecatini, il sindaco di Agliana, Luca Benesperi (responsabile dell’urbanistica e dell’edilizia) e non meglio identificati assessori del Mazzanti-Comune di Quarrata? Ma soprattutto: perché il Mazzanti-Comune di Quarrata non ha mai voluto svelare ai quarratini il segreto della donna velata da intendere come il nome di chi, quella sera, batté la ganascia in onor del progresso e del all together now?
Di che cosa, Marco Okkióne Mazzanti, ti vergognavi e vi vergognavate per tenere così strette le gambine al solo fine di non pisciarvi addosso o sui piedi…?
Onestamente credo che sia più vergognoso e censurabile il comportamento del comandante Marco Bai quando salva il sindaco-espanso/Comune dalle multe perché non lo ha visto di persona senza mascherina, rispetto al non essere capace di alzare un braccino – da parte di qualcuno dei suoi fàntoli – e dire: «A pappare coi Lions c’ero io!». Per caso non sarà stato mica l’assessore all’urbanistica, parallelo-speculare di Benesperi?
A meno che la sua presenza non fosse (e non fosse vissuta dal pappatore al Croce di Malta) come qualcosa di illecito di cui doversi mortalmente vergognare…
Libertà di stampa…? Libertà di espressione? E dove stanno di casa, in Procura?
La storia non è maestra di vita e non insegna un bel niente. Ma è certo che tutti saremo giudicati in base alle nostre azioni vere e non per qualche insensato rinvio a giudizio per aver alzato la voce e, tra l’altro, raccontando e spiegando la verità, come amano dire i giudici, per tabulas: cioè con le carte (e non del burraco) alla mano.
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One thought on “deo gratias. MAZZANTI INNEGGIA ALLO SCEMPIO COME “IL DIAVOLO SULLE COLLINE”?”
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