DIFENSORE CIVICO? SÌ, MA NON PER TUTTI

Emanuele Bellonzi, il Difensore Civico
Emanuele Bellonzi, il Difensore Civico

PISTOIA. A colloquio con il Difensore Civico provinciale Emanuele Bellonzi, con il quale abbiamo affrontato una serie di argomenti molto attuali, quale a esempio la trasparenza civica e la capacità di controllo sulla trasparenza amministrativa da parte dei molti enti pubblici e non da parte dei cittadini, che spesso ne vengono tenuti all’oscuro con le più assurde motivazioni.

La legge 33/2013 sulla trasparenza delle pubbliche amministrazioni e non, sembra essere causa di gravi criticità all’interno di molti enti e associazioni che non rispettano (e spesso sembra che neppure lo vogliano fare) le regole a tutela di chi paga le tasse, dei cittadini.

Le amministrazioni devono definire dei soggetti responsabili per la “trasparenza” e fornire in linea – sul proprio sito istituzionale – tutte le copie digitalizzate dei documenti che hanno rilevanza e interesse pubblico.

La normativa è assoluta e la mancata attuazione dei ruoli – cioè dei funzionari “soggetti di garanzia” dell’utenza sul rispetto delle procedure – è causa di sanzioni abbastanza pesanti. Insomma una bella gatta da pelare che, ci auguriamo, renderà la vita difficile a corruttori e malversatori pubblici, o anche soltanto parzialmente pubblici: perché la cosa riguarda anche chi, dal pubblico, accatta e/o riceve dei soldi di tutti a qualsiasi titolo si voglia.

Abbiamo peraltro avuto conferma delle attribuzioni dei poteri di “accesso diretto” agli atti da parte dei consiglieri comunali e provinciali: essi – quali amministratori – hanno facoltà e diritto di vedere senza indugio qualsiasi documento amministrativo di qualsiasi ente di cui facciano parte: non come accade, per esempio, in qualche Comune dove i Consiglieri sono tenuti a presentare domanda formale come se fossero dei semplici cittadini.

Gli amministratori pubblici, anche se di minoranza, non devono fare alcuna richiesta scritta e/o attendere alcun termine di scadenza, tanto meno i canonici 30 giorni previsti per i cittadini, per quanto dice la legge all’articolo 43 c. 2 (Diritti dei consiglieri, T.U. Enti Pubblici); e tutto questo nonostante che in molti Comuni della democraticissima Regione Toscana (lasciamo il resto d’Italia agli altri italiani, ma è certo che Agliana è uno di questi democratici comuni che mettono paletti e inciampi) la legge non sembri essere rispettata se non con delle vessatorie sospensioni o reiterati ritardi nella consegna dei documenti richiesti.

Ma gli enti pubblici hanno anche altre pecche. Abbiamo peraltro scoperto che nella Provincia di Pistoia non tutti i cittadini possono avvalersi della consulenza del Difensore Civico a disposizione in Provincia.

Alcuni Comuni – peraltro tra i più aperti e partecipativi quali Quarrata, Agliana e Montale – non hanno mai stipulato alcuna convenzione con l’ufficio del Difensore Civico e quindi è impossibile per i loro cittadini avere un qualunque supporto “giuridico” a fronte di qualche vessazione o illegittimità esercitata – sempre democraticamente, per carità…! – nei loro confronti.

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