Non vergognatevi di essere italiani: vergognatevi di avere da sempre, e senza riguardo, inculato gli italiani seri e onesti. E tanto per dartene dimostrazione, rileggiti uno degli episodi di malaffare da te gestiti quando trafficavi in quel di Quarrata
Che forse stava parlando anche per sé?
« IL POTERE TUTELA I DELINQUENTI »
AFFERMÒ IL BILLI URLANDO AI 4 VENTI

Che nella pubblica amministrazione italiana non ci siano uomini & donne sufficientemente preparati a riparare alla bisogna, è cosa nota.
In tutti i settori pubblici, dove pullulano i laureati a volte persino stra-laureati e “masterizzati”, c’è gente – come al Comune di Quarrata, uffici tecnici e/o ragioneria e economato e/o polizia municipale – tale per cui, pur essendo certi servizi dati in mano a laureati, è come se parlasse Gesù: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci».
Ma tutto questo va avanti non meglio nel santo palazzo del tribunale di Pistoia, dove un’augusta sostituta, la signora Luisa Serranti per essere chiari, non distingue fra le funzioni di contribuente e fornitore (per chi non capisce: tra chi paga e chi riscuote). Ça suffit.
Il 23 aprile del 2015 la Beatrice Faragli, non ancora accasata/accasciata ai piedi del Tomasi a Pistoia, scriveva sul Tirreno che il povero Nembo Bill era stato furtato.
Lui stesso, nel titolo, veniva fatto parlare con una frase meravigliosa, quella con cui Arlecchino si confessa burlando: «Le istituzioni tutelano i delinquenti».
Mai frase più appropriata è stata pronunciata. Pensate a Pistoia-Vicofaro: covo di clandestini, è lo stesso sostituto procuratore Claudio Curreli, che in procura mi rinvia a giudizio e mi fa arrestare dalla Gip Patrizia Martucci perché non rispetto le «autorità costituite»; mentre lo stesso Curreli, fuori dalla procura, coordina il traffico dei clandestini medesimi attraverso l’organismo capofila Terra Aperta (da lui manovrato e diretto) che protegge i delinquenti, dal momento che sbarcare in Italia da clandestino, sia pure col bollino di Carola Rackete, equivale a delinquere.
Nembo Bill nei giorni scorsi ha sfanculato i suoi ex-camerati leghisti definendoli dilettanti allo sbaraglio – o forse si riferiva a noi (vedi). Lo ha fatto rispondendo al Romiti che gli aveva mandato un link riguardante lui, incapace di tacere.
Poi Nembo Bill si è pentito per ciò che aveva scritto e ha pensato bene di cancellare le risposte “a bischero” che aveva dato. Peccato però che il Romiti, ratto come un ratto, aveva preso quelle risposte e, prima che fossero cancellate, le aveva girate a me, suo direttore di testata. E peccato che io, che sono manicheo e perciò poco portato alle tonalità dei grigi e dei compromessi, abbia pubblicato il Billi-pensiero. Perché è giusto che la gente sappia cosa pensano davvero le istituzioni.
Già, proprio quelle cose (le «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci, che mi arresta perché non sa interpretare neppure se stessa e i suoi ordini – e qui si torna ai laureati nella pubblica amministrazione…) di cui anche Nembo Bill fa parte, dato che è consigliere (?).
Oliviero, per esser cavaliero,
bisogna prima far la veglia d’armi:
smetti tu di tentar di percularmi!

Ai tuoi sindaci di una volta – la più inutile, la SS Gori; il più Okkióne, M. Mazzanti – puoi dare a intendere il cazzo che ti pare. Ma a me che so leggere e scrivere e non ho bisogno di essere protetto dai magistrati che hanno protetto anche te quando non hai fatto il tuo dovere «con disciplina ed onore» (art. 54, Cost.) tutelando, insieme alla Gori, il tuo allegro “vigile trombante” di Casale; o il prete “oste a sbafo” e altro che ora non sto a rammentare; a me non puoi raccontare cazzabùbbole. Perciò, tieni a freno quella tua paletta di lingua e abbi rispetto di chi lo merita, perché non ha mai fatto il dipendente pubblico approfittandone per vendere porte e finestre ai costruttori della zona.
Le porte e le finestre – infórmati bene – sono cose da magistrati di Pistoia, indegne di cittadini nel vero senso della parola.
Ti vergognavi, con la Faragli, di essere italiano? E perché? Solo perché t’avevano furtato? Ma pensa solo a chi è agli arresti domiciliari dal novembre scorso e solo per un furto presunto di una chiavA! Arrestato da magistrati che non distinguono – come ho scritto – fra contribuente e fornitore. E lascia a me l’onore che mi spetta di scandalizzarmi, incazzarmi e mandare a fanculo tutti quelli che, appartenenti alle vostre «autorità costituite» come te, hanno tutelato, e tuttora tutelano, i delinquenti.
Non vergognatevi di essere italiani: vergognatevi di avere da sempre, e senza riguardo, inculato gli italiani seri e onesti. E tanto per dartene una dimostrazione, rileggiti uno degli episodi di malaffare da te gestiti quando trafficavi in quel di Quarrata.
È la storia di quando facesti costruire, senza licenza o permesso, senza fiatare e senza obiettare, una vera e propria casa di legno a Margherita Ferri, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Mara Alberti e Dainelli Gionni, a meno di 5 metri da casa mia. Non ricordi?
Osserva bene cosa scrivesti. Vergógnatene. E ricorda, a chi oggi ti si inchina per il bene che hai fatto a Quarrata, che il vero bene è il rispetto della legalità. E torno alla casella 1 del gioco dell’oca: è vero. Le istituzioni tutelano i delinquenti.
E tu che, come istituzione, hai saputo prestar fede a questo patto scellerato, vieni a parlare di correttezza?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
Una casa di legno
che vale bene un regno

La capanna di cui si parla, caro Nembo Bill, venne acquistata dai tuoi “protetti” il 31 maggio 1996. Se vuoi ti pubblico anche il contratto.
Nella foto numero 1 è come appariva all’atto di acquisto da parte di Mara Alberti, Gionni Dainelli, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Margherita Ferri. Ti sembra esattamente come la vedi nella foto numero 2?

Tieni presente, Nembo Bill, che tu, oltretutto, sei un geometra. Aggiungi che eri il responsabile degli abusi edilizi di Quarrata e che, quindi, non potevi, per presunzione, essere ingenuo e digiuno delle norme regolatrici delle costruzioni.
Eppure mi rispondesti che «La capanna per la quale non è stata presentata istanza di condono edilizio, di cui all’esposto successivo, da visionatura di apposite aereofotogrammetrie dell’Istituto Geografico Militare relative all’anno 1948, in possesso dei proprietari, risulta essere esistente a quella data e pertanto non è stata fatta oggetto di condono».
Nemmeno Einstein sarebbe stato più logico! Caro geometra Nembo Bill: ma secondo il tuo semplice colpo d’occhio, le due immagini delle foto sono identiche? E secondo la tua augusta scienza geometrica, non c’era bisogno di condono solo perché la costruzione finale era la stessa presente sulle foto dell’Istituto Geografico Militare del 1948?
Ma chi volevi pigliare per il culo? Lo puoi fare a tuo piacere, forse, con la gente della procura di Pistoia, mica con me!
Lo sapeva perfettamente anche il trombaio del Comune di Quarrata che per rifare una capanna c’era da seguire tutta una procedura particolare: la stessa che voi del Comune di Quarrata, avete imposto a un residente in via di Galligana.
Non lo rammento per privacy, ma se vuoi saperne il nome, potresti farmi querela e in tal caso in aula, dinanzi al Curreli che mi dà lezioni di giornalismo alla Montanelli, tiro fuori la pratica intera, anche se poi i giudici di Pistoia – istituzioni che, come dici tu, tutelano i delinquenti – faranno proprio come cazzo vogliono e chissenefrega!

Ce la vedi, Nembo Bill, nel particolare della mappa d’impianto del Catasto di Pistoia (1954), area segnata in verde, particella 435, la bella casina di legno del 1948 che non aveva bisogno di condono, di autorizzazione o di permesso, perché tu, istituzione, seguivi alla lettera il principio della «tutela dei delinquenti»?
Che dici, Nembo? Posso fermarmi qui o devo andare avanti?
Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a
«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!