
PISTOIA. “Sfortunatamente devo descrivere due libertini; aspettati perciò particolari osceni, e scusami se non li taccio”, diceva il marchese de Sade, nobile francese libertino e che, per quanto interessa a noi, descriveva le cose del suo tempo come erano realmente, non come altri pretendevano venissero dipinte.
Un giovane, Mattia Nesti, già moderatore in una delle presentazioni di libri più assurde mai viste, ha deciso di presentarsi come capolista di Sinistra per Pistoia, appoggiando il candidato e sindaco uscente Samuele Bertinelli, già partecipante alla presentazione di libri sopracitata.
In estate fa caldo, la politica attrae e esser di sinistra va di moda, sicuramente più di sottolineare come il massiccio numero di immigrati irregolari presenti sul territorio pistoiese (nonché italiano) presenti seri problemi da risolvere. Partendo dall’ordine pubblico e arrivando a capire cosa vogliano fare di tutti questi ospiti i fautori dell’accoglienza indiscriminata.
Mattia Nesti, evidentemente, alla moda tiene molto, difatti di tale problematica non ha fatto cenno sulla sua presentazione come capolista su Facebook. E non è una novità, poiché alla presentazione di un libro sull’umanesimo, la sinistra e altra roba, da lui moderata, egli esordì affermando che l’immigrazione non va affrontata costruendo muri.
Ritorna sul punto, tramite il solito post su Facebook, dicendosi preoccupato per la vittoria di Trump negli Stati Uniti e per gli operai francesi votanti Le Pen, entrambi soggetti ben distanti dalle sue idee immigrazioniste e devote al meticciato culturale.
Ma si sa, gli operai e le fabbriche sono belli solo quando sono rossi, quando detestano il datore di lavoro e considerano il profitto da lui ottenuto una ignobile forma di sfruttamento.
Mentre il giovane Nesti, dall’alto della sua superiorità culturale, si straccia le vesti al sol pensiero di essere governato da chi ha come simbolo la fiamma tricolore, noi, dal basso della nostra nota rozzezza, imitando il caro marchese, gli rispondiamo che se ritiene prioritario ignorare le questioni sopracitate, è un incosciente.
[Lorenzo Zuppini]
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