Agrùmia-Agliana, paese senza grana ma indubbiamente pieno di grane a partire da quella mai risolta della questione Nesti-Caramelli-Turelli…
Un’amministrazione tenuta in piedi con gli stecchini da denti
SE NON C’ERA IL NEROZZI, O GRAN PEDRITO,
PER IL BILANCIO TI CIUCCIAVI IL DITO!

Fa dimolto bene il sindaco di Agliana, Pedrito epigastràlgico-diarroico e ruminante a cottimo delle bugie seriali messe in ponte fra lui, il suo Paggio Fernando (Ciottoli).
Fa bene a tapparsi il rostro – direbbero gli spagnoli – con un mazzo di carte alla Berlusca. S’ha da vergognare per quel che ha combinato a Agrùmia e per quel che non ha fatto con le sue regole interne dell’inciucio e del pateracchio.
Ieri sera il sindaco frignava perché la patria di tutti i democratici della piana non ha più il becco di un quattrino. Come si farà per attaccare un francobollo su una raccomandata?
Al sindaco delle calunnie, prima tutto aperto al cambiamento e poi tutto aperto alle cazzate (subito credute dalla procura di Pistoia o delle nebbie), portate avanti in aula dalle avvocate Elena Augustin e Cristina Meoni (per il Ciottolo d’Ombrone, che cavalca il cavallo bizzarro del suo pantalone), non c’è che da ripetere la famosa battuta mal voluto non è mai troppo.
Anche perché, è opinione di chi scrive che, se da Coletta in giù tutti avessero indagato come dio comanda – e non come hanno fatto i luogotenenti Panarello – , col cavolo che saremmo stati rinviati a giudizio – e condannati a spregio e sfregio – noi di Linea Libera, messi in piedi sul carretto della gogna stalking-violenza-minacce; una rappresentazione accettata da tutti come il toccasana dei problemi di Agliana, pòeri scemi!
Sarebbe bastato che, invece di asciugare le lacrime del comandante Nesti e della scatenata moglie “critica letteraria”, colui che preferì la Sonia Caramelli alla Lara Turelli, fosse stato messo allo spiedo per aver lasciato perdere centinaia di migliaia di euro di multe staccate e mai riscosse. Oggi i quattrini che mancano a Pedrito ci sarebbero forse stati.
Si vede che Agliana è il paese del laisser faire, laisser passer del diciassettesimo secolo: e basta pensare anche solo per un istante al meraviglioso super-presidente della Misericordia locale, il geometra – mi pare di ricordare – Corrado Artioli, quello che non è mai stato condannato da nessun tribunale, ma che, da quanto risulta, quasi mezzo milione di euro in inutili cause del cavolo li ha saputi buttar via bene. O no?
Piercamillo Davigo direbbe: «Non è mai stato condannato, perché per sua fortuna non è mai stato scoperto».

Ieri sera se il bilancio di Pedrito è andato liscio e a dirìto, è stato solo grazie a Fabrizio Nerozzi e al suo responsabile (?) senso delle istituzioni. Sarebbe molto apprezzato dalla Gip Patrizia Martucci, evidente sostenitrice dello status Quo e delle «autorità costituite».
Lo è molto meno (apprezzato) da noi che siamo più favorevoli all’unica legge che funziona davvero a questo mondo: la legge del taglione del Vecchio Testamento; dell’occhio per occhio (sessantaquàcchio). Che è anche legge del principe machiavellico: il nemico va soppresso. Aiutato mai.
Ma Fabrizio Nerozzi – molto aldilà e al di sopra delle miserie umane di un Benesperi o di un Ciottoli – non ha usato la scimitarra, con ciò irritando a morte il fu-gruppo leghista.
È bene sottolineare che, nonostante questo gesto davvero nobile, il trio Pedrito-Segatura-Aveta non gli vorranno più bene. Finiranno, anzi, per odiarlo ancora di più in quanto non sapranno come fare a tapparsi il viso dalla vergogna per il salvataggio dato loro a gratis nonostante la macellazione della comandante Lara Turelli, sua moglie, lasciata correre (in primis dalla procura e poi da tutta Agliana) fra le mani del luogotenente Maricchiolo per la miserevole storia della chiavA arrubbàta.

Se fossi cristiano applaudirei il Nerozzi. Ma siccome non sono cristiano come i cristiani di Agliana e non solo, ne ho soltanto una compassione umana profonda.
Né Benesperi né Ciottoli né Baroncelli furono leali con lui e con noi di Linea Libera dopo aver vinto le elezioni, figuriamoci se lo saranno con il Nerozzi d’ora in poi che, ogni volta che allungheranno il collo sopra le carte ad uso maschere da carnevale veneziano, vedranno due occhi che li scruta…
Nelle terre in cui non c’è legge – a iniziare da quella scritta anche in Costituzione – possono vivere e campare bene solo i fuorilegge, non i signori e i nobili come il Nerozzi e i veri, unici giornalisti pistoiesi: quelli che scrivono su Linea Libera e non sulle tovaglie del potere!
Edoardo Bianchini
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