
AGLIANA. Un amico – perché lo considero ancora tale – mi scrive una lunghissima lettera per bacchettare la mia (come dice lui) aggressività.
Rimando il commento in fine. Per ora leggetevi attentamente i testi inviatimi.
Gentile signor Bianchini, le invio di seguito la mia opinione su numerosi suoi articoli (o commenti suoi in articoli scritti da altri), su Agliana e su mia figlia.
Cordiali saluti.
Giuliano Ciampolini
P.S. – Per quanto la conosco, anche se la mia risposta è lunga, la pubblicherà sicuramente: se ritiene opportuno pubblicarla dopo l’esito delle primarie a me va benissimo lo stesso.
Così mi scrive Giuliano Ciampolini, ma – come vedete – preferisco pubblicare immediatamente e riconoscere a tutti il diritto di opinione e libera espressione: senza rinvii.
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Con il signor Edoardo Bianchini (direttore prima di Quarrata News e ora di Linee Future) ho avuto un colloquio telefonico circa un anno fa, in occasione della pubblicazione di una mia riflessione critica sul progetto che la multinazionale Repower voleva realizzare a Pistoia ( http://quarratanews.blogspot.it/2013/03/repower-una-onesta-riflessione-personale.html ): un colloquio che mi sembrò all’insegna del reciproco rispetto.
Successivamente non ho condiviso i toni pesanti (a mio parere dileggianti e “giudicanti”) ed i contenuti di diversi suoi articoli su Samuele Bertinelli Sindaco di Pistoia e su Agliana (non solo su mia figlia, ma proprio su Agliana e i suoi cittadini, come se ad Agliana ci fosse meno democrazia di quella realmente esistente in altri Comuni della provincia di Pistoia, della Toscana e dell’Italia).
Ho l’impressione che il signor Edoardo Bianchini, a distanza di 25 anni dalla caduta del muro di Berlino, sia ancora ossessionato dal cosiddetto “comunismo filosovietico” (a mio parere, quel “comunismo da caserma” aveva poco a che vedere con il messaggio ideale originario), che lui vede nel partito e nelle persone che hanno ricevuto più consensi elettorali ad Agliana, cioè nel Pci-Pds, Ds, Pd e anche in mia figlia Eleanna Ciampolini, dal 2009 Sindaca di Agliana.

Devo premettere che ho un po’ di timore nel rispondergli, perché sono una persona che vive con sofferenza la conflittualità aspra tra persone che hanno opinioni diverse e perché sono consapevole che esprimere opinioni critiche su quanto scrive Bianchini significa mettere in conto una sua reazione aggressiva e accanita per cercare di dimostrare che, nel suo pensar male, ha sempre ragione (anche quando si tratta di vicende che hanno origine ben prima che Eleanna diventasse Sindaca, oppure di errori, difficoltà, contraddizioni che fanno parte della normalità).
Comunque, ho deciso di rispondergli per tre ragioni:
1) perché in diversi suoi “giudizi” su singole persone di Agliana ho letto frasi che mi sono sembrate offensive anche per gran parte dei cittadini aglianesi che hanno votato per il Pci e dopo per il Pd, perché – per come li vede Bianchini – avrebbero una scarsa capacità di analizzare criticamente le responsabilità come conseguenza del “comunismo aglianese filosovietico”;
2) perché da tempo dileggia e offende mia figlia Eleanna, a mio parere in modo ingiusto;
3) infine perché, sia io che mia figlia, pur avendo sicuramente fatto errori nel nostro impegno politico (e anche nella nostra vita privata, come capita a tante persone) e pur avendo fatto scelte politiche diverse (lei nel Pd, io in Sel, ognuno ragionando sempre con la propria testa) pensiamo di poter dire a testa alta di essere due persone oneste, che amano la democrazia, la correttezza, la trasparenza, il dialogo costruttivo tra opinioni diverse e anche la mitezza (per questo non dialoghiamo volentieri con chi dà l’impressione di avere la verità assoluta, perché – come diceva Pasolini – “la verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni” e dipende anche dalla visuale diversa che ci può essere nel guardare lo stesso problema).
Anzi, mia figlia è assai più mite di me anche con chi ha idealità e opinione opposte (ne ho tratto conferma anche dal rapporto positivo che ha con i Consiglieri comunali e altri cittadini di Agliana che sono stati all’opposizione dal 2009 ad oggi): a me, qualche volta, capita di rispondere in modo aspro per difendere le mie convinzioni; mia figlia, quando ha provato a rispondere a Bianchini, può aver usato alcune parole anche sbagliate ma se ha rinunciato a rispondergli penso che sia proprio perché è assai più mite di me, al punto che – di fronte all’aggressività eccessiva – preferisce rispondere con il silenzio (e forse è la scelta migliore).

Vengo da una famiglia di mezzadri che votava per la Democrazia Cristiana ed ho conosciuto il Pci guidato da Enrico Berlinguer (a cui mi sono iscritto nel 1971) perché – come tante persone che votavano per il Pci e non avendo in testa nessuna ideologia comunista e nessuna simpatia per i regimi definiti “comunisti” – ho visto in quel Pci un partito che più di altri poteva contribuire a realizzare le mie idealità di giustizia sociale e di democrazia, in attuazione della Costituzione Repubblicana (per intenderci, è la stessa scelta che hanno fatto anche autorevoli personalità come, per citarne solo due, Raniero La Valle ed Ettore Masina).
Essendomi impegnato tanto e forse anche troppo nel Pci degli anni 70 (e anche negli anni 80), mi dispiace moltissimo di aver dedicato pochissimo tempo ad Eleanna negli anni della sua infanzia: quando penso a quegli anni sento sofferenza dentro di me ed ogni volta che mi capita di vedere un padre con una figlia piccola a cui dedica il suo tempo… mi viene da pensare amaramente a quello che ho perso di bello nella mia vita.
È vero che nel Pci di Agliana (assai più che nel resto della provincia di Pistoia) vi erano diversi compagni che simpatizzavano per l’Urss: ricordo benissimo l’assemblea del Pci nel salone del Circolo Rinascita con Alessandro Natta, dopo che Enrico Berlinguer nel dicembre 1981 aveva dichiarato in Tv che “riteneva esaurita la fase propulsiva iniziata con la rivoluzione d’ottobre” e ricordo anche che ad Agliana ci furono aspre discussioni sui manifesti del Pci che esprimevano la propria condanna sulla repressione in Polonia e sull’invasione sovietica in Afghanistan (discussioni aspre ma civili, cioè che non laceravano i rapporti umani).
Se penso all’inizio dell’impegno politico di Eleanna, nel 1989, mi vengono in mente la sua partecipazione alle marce della pace Perugia/Assisi e ad un corteo/fiaccolata per le strade di Agliana, contro la repressione in Piazza Tienanmen: corteo che fu organizzato, guarda un po’, dal Pci e dalla Fgci ed a cui parteciparono diverse centinaia di aglianesi (tra questi anche mia figlia che, proprio su quella repressione, scrisse il suo primo volantino).

La ricostruzione storica spetta agli storici ma (per la mia esperienza vissuta) non mi sembra giusto parlare dei cittadini aglianesi di sinistra come se, a partire dal tributo di sangue che hanno dato nella Resistenza, non avessero contribuito alla costruzione della democrazia scritta nella Costituzione Repubblicana (Berlusconi, per denigrarla, la definisce “filosovietica”, ma è una delle più belle Costituzioni del mondo): una democrazia che ha tanti difetti, che è ancora in gran parte da attuare e da sviluppare, che i poteri forti della finanza e dell’economia vogliono ridurre notevolmente (e ci stanno riuscendo, anche grazie al dilagare della cattiva politica, quella finalizzata agli affari e agli interessi di pochi), che merita sicuramente critiche costruttive, ma che i giudizi sprezzanti, da chiunque vengano, non mi sembra siano utili a migliorarla.
Insomma, Bianchini in diversi articoli lo vedo nelle vesti di San Giorgio che nella leggenda affronta il drago (il “comunismo sovietico”) ed ho l’impressione che parta sempre da una pretesa di perfezione che nella realtà è impossibile per qualsiasi persona: nessuno è perfetto, anche le persone migliori hanno difetti, contraddizioni, fanno errori, devono affrontare difficoltà reali e rimuovere ostacoli, hanno ritardi culturali che possono essere superati con una crescita del proprio sapere e con il tempo necessario, ecc. e quindi, a mio parere, le valutazioni critiche sono doverose per ogni giornalista serio, nei confronti di qualsiasi “potere”, ma (in particolare sulle persone che fino a prova contraria sono oneste) non bisognerebbe mai esagerare in senso distruttivo.
Cordiali saluti ad Edoardo Bianchini ed a tutta la redazione di Linee Future.
Giuliano Ciampolini
ex operaio tessile e ancora di sinistra

P.S. 1 – Dal 1945 al 1990 non c’è stato solo il Pci (che in Toscana e ad Agliana aveva la maggioranza): in Italia la maggioranza relativa l’ha sempre avuta la Dc (con l’eccezione delle elezioni europee del 1984 quando il Pci prese il 33,3% e la Dc il 32,96) e se una parte rilevante dei toscani e degli italiani aveva maturato un’opinione critica sulla Dc qualche ragione ci sarà stata e non credo possa essere dimenticato da chi ha vissuto quei decenni e neanche dai giovani che vogliono conoscere la storia del nostro Paese e di Agliana; per quanto riguarda Agliana uno dei miei ricordi è il Consiglio Comunale straordinario in Piazza Gramsci, piena di cittadini per esprimere la condanna di tutta Agliana al rapimento e poi all’assassinio di Aldo Moro, a cui fu intitolata la piazza di San Niccolò in ricordo di uno dei dirigenti migliori e più capaci di dialogare in modo costruttivo che ha avuto quel partito.
P.S. 2 – L’unico episodio che ricordo di offesa alla democrazia ad Agliana è avvenuto nel settembre 2006: il “Comitato NO! all’inceneritore del Calice” organizzò un pullman per una gita a Capannori per conoscere l’esperienza di raccolta differenziata porta a porta (iniziata nel 2005 in due frazioni di quel Comune). Oltre a invitare i cittadini di Agliana, preparammo le lettere di invito indirizzate a tutti i Consiglieri Comunali e chiedemmo al Sindaco di fargliele avere mettendole nella apposita cartella di ciascun Consigliere (quella che veniva consegnata all’inizio di ogni Consiglio Comunale): ci furono restituite e quindi dovemmo acquistare i francobolli per spedirle a tutti i Consiglieri comunali tramite posta (e anche la partecipazione di Assessori e Consiglieri a quella gita fu “sconsigliata” dal Sindaco di quel periodo). Che un Comitato rappresentativo di tanti cittadini porti in Comune le buste con un invito perché siano consegnate a mano ai Consiglieri Comunali e che ci sia stato un rifiuto, mi sembra un episodio gravissimo che spero non si ripeterà mai nella democratica Agliana.
E IL DIRETTORE RISPONDE

Caro Ciampolini,
me lo lasci dire: non si fa così, però! Non si passa da un piano di assoluta apertura (ho sempre pubblicato tutto di lei, senza battere ciglio) a uno di assoluta chiusura (un silenzio infinito legato a interessi di famiglia), per poi aprire il commento su miei commenti alla figura di sua figlia: l’Eleanna – come anche lei ben sa – è grande, ormai; sa bene cos’è la vita e, forse, l’età dell’innocenza dei volantini per i cinesi uccisi a Pechino dai carrarmati, è passata da un pezzo anche per lei.
Una cosa, però, ha capito di me, caro Giuliano: che io non faccio censure, come perfino lei dice e ammette in premessa al suo scritto. Dunque, provi a pensare per un attimo: sono davvero ossessionato dal comunismo? Ma se lo fossi, non dovrei essere così assolutista e malmesso di cervello da tranciare ad accettate le divergenze di idee e da cancellare la diversità d’opinione fino a negarle cittadinanza? Eppure, come vede e ben sa, non lo fo: ed ecco pubblicata integralmente la sua reprimenda.
Mi lasci, però, dire che mi fa tenerezza nell’analisi della sua «sindrome del padre assente» con sua figlia: ma le cose sono quelle che sono e non altre. Ed è inutile piangere sul latte versato. Quello che poi lei scambia per mia – come lei erroneamente definisce – aggressività, è semplicemente una scrittura forte, decisa, icastica: a cui – purtroppo – né voi di Agliana, né gli altri pistoiesi, siete/sono abituati a respirare dopo settant’anni di ‘conformismo’ politico e espressivo.
Il senso, poi, del costruttivo nella dialettica, è percepito – e lei lo dovrà pure ammettere – a seconda del sentimento interno di ognuno. E come del resto lei stesso riconosce e concede senza riserve, quello che a lei non piace dei miei scritti è legato a una “sua opinione” (mi pare… credo: scrive), il che non significa che ciò che lei crede corrisponda necessariamente alla realtà.
Da un capo, caro Ciampolini, si chiede di più che da una coda. Da un Sindaco, si esige più coerenza che da una semplice cittadina: non per nulla gli amministratori pubblici sono soggetti a critiche con soglie molto, molto più basse dei semplici italiani privati. Veda, a questo proposito, Crozza e che fuochi di bordata spari!
Non credo che lei creda che io creda che la perfezione esiste: ma se non esiste la perfezione, la coerenza esiste sì: e in molte cose – mi creda – io credo di vedere che questa coerenza, nella Sindaca di Agliana, si è assai attenuata rispetto a quella delle originarie marce della pace Perugia-Assisi.
Contrariamente a quello che lei dà per scontato (cito: Bianchini «da tempo dileggia e offende mia figlia Eleanna, a mio parere in modo ingiusto»), io non dileggio né offendo nessuno, ma richiamo anche sua figlia, anche la Sindaca di Agliana, a un rigore che – ahimè per lei Ciampolini – appare macroscopicamente difettivo. E non mi faccia rifare un elenco delle cose che non tornano: altrimenti ammazziamo Agliana con Montale e Quarrata e un pezzo di Montemurlo a forza di parole.
Lasci, infine, che l’Eleanna si difenda da sé, se ne ha voglia e motivo. Ma, soprattutto, che esprima se stessa senza aver bisogno di essere sorretta da un padre di cui senz’altro, ora, nella sua piena e conquistata autonomia, non ha certo bisogno – o ha meno bisogno che mai.
Anche se i figli so’ pièzz’e còre, sono pur sempre «altro da noi», come lei stesso riconosce. E dunque perché pararsi dinanzi a loro contro gli strali che, comunque, pioveranno sempre e da ogni parte sul loro capo?
L’unica cosa su cui le do piena ragione è l’idea – che ho e che ho legittimamente il diritto di avere – che, comunque si chiami quel partito e quella sinistra, la mentalità non cambia cambiandone l’etichetta: come una qualsiasi banana di 10 centimetri non diventa una Chiquita 10 e lode se le si appiccica sopra il bollino blu.
Anche il mio – come lei mi insegna – può essere “un sogno di verità pasoliniana”… O no?
Cordiali saluti a lei,
Edoardo Bianchini
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