giustizia. KAFKA NON È MAI MORTO: IL SUO “PROCESSO” SOPRAVVIVE NELLA PROCURA DI PISTOIA DOVE L’EVIDENZA È INVISIBILE

Nel fascicolo del procedimento che porta in aula Maurizio Ciottoli per l’aggressione a Alessandro Romiti, c’è un corposo scritto di 148 pagine che nessuno dei sostituti, ma neppure Coletta, ha letto. o altrimenti molte cose sarebbero andate diversamente da come sono state volutamente indirizzate…


Ma qualcuno evidentemente ha perso gli occhiali


L’A.N.P.I. LOTTI PER NOI, PER TUTTI QUANTI

A CHE IL FASCISMO PIÙ NON VENGA AVANTI


 

Possibile che nessuno si sia accorto di quello che salta agli occhi anche ad un cieco?

 

È difficile, specie di lunedì mattina, al momento di riprendere la corsa settimanale, iniziare con un pezzo al piombo per illustrare ai nostri lettori le difficoltà (volute) con cui la procura della repubblica di Pistoia, anche grazie a certe sue «prossimità sociali», finisce per rendersi censurabile (se non ridicola o peggio) nella sua opera di repressione dei disegni criminosi, come scrivono con evidente compiacimento il Pm e i sostituti di questo attuale Medioevo scampi[a]olente.

Torno sulla questione Maurizio Ciottoli, un assessore che si è distinto per aver testimoniato il falso e il calunnioso sotto il naso di Gaspari durante il maxiprocesso politico contro me e Linea Libera, e su una di lui serva fedele (si fa per dire), Claudia Vilucchi: sul cui operato – cari Leonardo De Gaudio e Luisa Serranti – siete qui ufficialmente e formalmente chiamati a pronunciarvi, a prescindere dal fatto se Linea Libera, io e Alessandro Romiti, vi stiamo o meno simpatici-empatici-dispaciti.

Una cosa è certa: che ambedue, così efficienti ed efficaci come peraltro richiede la pubblica amministrazione della giustizia, non lo siete. E vi spiego il perché senza tema di smentita, con la scriminante dell’articolo 21 Cost. e con le prerogative del giornalista montanelliano un po’ rinoceronte.

Nel fascicolo del processo che porta in aula una delle persone, a mio parere, più moralmente spregevoli che abbia conosciuto – e intendo parlare di Maurizio Ciottoli senza dovervene spiegare i motivi, che conoscete presuntivamente benissimo – c’è un corposo scritto di 148 pagine che nessuno di voi, ma neppure Coletta, ha letto: o altrimenti molte cose sarebbero andate ben diversamente da come le avete indirizzate.

Esistono, all’interno di questo boscabbaccano di carte raffazzonate e voltanti (Boccia, dal canto suo, dovrebbe impegnarsi di più a informatizzare il tribunale di Pistoia: o si vuole che Pistoia resti al Medioevo?); esistono, dicevo, delle interessanti relazioni della polizia giudiziaria di Ps, con dei dati allo stato assolutamente ignorati dai sostituti Luigi Boccia, Leonardo de Gaudio e Luisa Serranti.

Se i politici sono questi, c’è da star freschi, Giorgina!

Dati che, se solo “annusati” da chi avesse letto tali relazioni, avrebbero già portato a severi e ben motivati rinvii a giudizio di varie persone. In maniera particolare il Ciottoli, la vigilA Claudia Vilucchi e un suo collega, ora trasferito a Prato, Gabriele Pergolizzi.

E smettiamola di scherzare. Perché, come dice la chiesa per le porte dell’inferno (una chiesa anch’essa oggi al contrario, vedi Bergoglio a omaggiare il comunista Napolitano) non praevalebitis che, tradotto liberamente per l’avvocata Elena Giunti che non sa il latino, potrebbe suonare come un «Ci rivedremo a Filippi» o, più modestamente, «Dovrete passare a Canossa».

Detto questo, cosa si legge nelle relazioni di cui parlo? Quando Alessandro Romiti fu aggredito dal Ciottoli in Comune (fine agosto 2021), il nostro giornalista presentò immediata richiesta di avere, per difendersi, le registrazioni della videocamera di sorveglianza: ovviamente la risposta fu no. Nessuno ha potuto vedere, almeno fino ad oggi, quelle immagini, secretate da Comune e da procura. Nessuno se non i vigili Vilucchi e Pergolizzi e, attraverso il servilismo interessato della Vilucchi, lo «schiaffeggiatore di Via dell’Impero» (dice Fabrizi a Totò), che nel nostro caso coincide con il tubatore di certo Francesco Scalise.

Ed eccoci al punto. Cosa si legge nelle relazioni dell’ispettore pg-ps Francesco Benedetti?

… il 3 gennaio u.s. [2022 – ndr; il comando dei vigili di Agliana – ndr] depositava un Hard-Disk esterno contenente le registrazioni degli impianti di video-sorveglianza presenti nella zona in cui si sono verificati i fatti [l’aggressione di Ciottoli a Romiti – ndr], segnalando che i relativi files risultavano “protetti” da password apposta dai colleghi Vilucchi Claudia e Pergolizzi Gabriele, riservandosi di contattare quest’ultimo, nel frattempo trasferito presso il Comando di Prato, per conoscere la password [in effetti da una verifica dello scrivente Benedetti, nell’Hard-disk figura una cartella denominata “Video_20210830161851” (ultima modifica delle h. 10:52 del 2.9.2021) contenente il file Avi denominato “Sala di attesa – 20210828114000” (ultima modifica delle h. 16:19 del 30.8.2021) e la cartella denominata “formata exe” (ultima modifica delle h. 9:44 del 2.9.2021), entrambi “protetti” da password]; il 18.1.2022, lo scrivente veniva quindi contattato telefonicamente dall’Ass. Se. Bonari la quale, fra l’altro nelle more della nuova assegnazione ha svolto le funzioni di Comandante, che lo informava dell’esito negativo del tentativo di reperire la password, aggiungendo comunque che l’ispettore Pignatiello, dall’inizio del corrente anno [2022 – ndr] Comandante della Pm di Agliana, era stata informata dall’Assessore Ciottoli che questi era a conoscenza della password e della sua disponibilità a fornirla. Lo scrivente nella telefonata invitava l’interlocutore a far pervenire a questo ufficio comunicazione formale [mai pervenuta, però – ndr].

Vogliamo essere più chiari?

  1. Chi aveva fatto la copia delle riprese dell’aggressione per la procura di Pistoia? Gli agenti Claudia Vilucchi e Gabriele Pergolizzi;

  2. Chi aveva deciso la password di apertura del disco? Gli agenti Claudia Vilucchi e Gabriele Pergolizzi;

  3. Chi aveva fatto una copia “personale” del disco per Maurizio Ciottoli, al quale la Vilucchi aveva scritto che gliela avrebbe mostrata “in privato”, come fece, inequivocabilmente violando doveri e segreti d’ufficio non rilevati da nessuno? Sempre la solita Claudia Vilucchi. Queste notizie le ritrovate tutte cliccando qui.

  4. Chi era l’aggressore del Romiti, oggi rinviato a giudizio, che conosceva la password per accedere al disco che doveva restare secretato per volontà della procura? Lo stesso aggressore Maurizio Ciottoli.Se questa è la giustizia pistoiese, posso affermare che io sono Santa Caterina da Siena senza dover temere che la Gip Martucci mi faccia arrestare per sostituzione di persona…?

Princìpi di Logica. Può una procura essere se stessa e il contrario di sé? E una legge essere il suo esatto contrario?

Scusatemi, ma è troppo se, dopo il prossimo arresto di un venditore di droga preso con 4-5 chili di roba, io consigliassi alla procura e al tribunale di Pistoia di chiudere il colpevole in cella a Santa Caterina o a Sollicciano, ma solo dopo avergli consegnato anche la chiave o le chiavi della cella stessa in cui viene ospitato?

Una domanda, questa, da rivolgere a Coletta, De Gaudio e Serranti, che queste cose dovrebbero aver visto, ma che – più che ovvio è certo – non hanno letto e notato per i provvedimenti dovuti. Lo stesso vale anche per il sostituto Boccia. Ma la procura di Pistoia vede solo quello che vuole vedere: per il resto crea la tuta a strisce da carcerato (come il Ciottoli mi chiamava) su misura a chi evidenzia la malagiustizia in cui la città vive dal dopoguerra.

In un’altra si legge:

L’Agente Vilucchi, per suo conto, contattava lo scrivente [l’ispettore Francesco Benedetti – ndr] dall’utenza 348-3630882 una prima volta nel pomeriggio del 5.11.2021 (sull’utenza cellulare di servizio 334-6911021) accennando ad una generica comunicazione inviata alla segreteria del dr. De Gaudio e nella prima mattinata l’8.11.2021 in cui precisava che la comunicazione si riferiva alle immagini della video-sorveglianza relative ai fatti del 28.8.2021 come da richiesta di questa p.g. inviata al comando di Agliana nei giorni precedenti (I’Agente Vilucchi precisava di aver reperito nella richiesta l’utenza cellulare dello scrivente).

Come peraltro già anticipato al precedente punto C), lo scrivente è stato ulteriormente contattato telefonicamente, sempre sull’utenza cellulare 334-6911021 da o 0574-678, nella mattinata del 18.1.2022 anche dall’Ass. Se. Bonari per fornire aggiornamenti sulla disponibilità della password delle immagini della video-sorveglianza […].

Le parole che si dicono sono sempre pietre. E se si lanciano in alto, alla fine ricadono in testa…

Mi scusino tanto il Pm Coletta e i suoi sostituti tutti: ma si tollera senza battere ciglio che il falsario-falso testimone Ciottoli; che il calunniatore Ciottoli, che magari il senatore La Pietra sta pensando di candidare alle prossime elezioni per la Regione Toscana; che l’aggressore-picchiatore abituale, con un tubo contro certo Francesco Scalise possa avere, proprio lui, in mano la password di un documento che lo riguarda e lo accusa di ciò che ha fatto ai danni di un giornalista e per giunta cittadino di Agliana?

Ma dove siamo finiti, gente? Nel processo di Kafka? E quante centinaia di migliaia di euro il popolo italiano, nel cui nome si amministra la giustizia, spreca per magistrati che, con certi loro comportamenti, disonorano (e non pur solo una volta) il dettato dell’art. 54 della Costituzione? Dove sono finiti la disciplina e l’onore di cui si parla nella prima legge della repubblica, di cui sono stati garanti, finora, uomini come Napolitano e Mattarella?

La posso porre, questa imbarazzante domanda, grazie all’articolo 21 della Costituzione osannato da un trasformista come Roberto Benigni: o devo essere di nuovo arrestato per stalking?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]


Il luogotenente Maricchiolo dei CC di Quarrata

 

Ma questa Claudia Vilucchi chi la fermerà dallo spargere così tanto concio da discarica su tutto e tutti? Finora non lo ha fatto certo il luogotenente Maricchiolo, che accetta ogni sua farneticazione.

E neppure la procura che, pur volendo lavorare (parola di Coletta) per la «gente comune» e pur ripudiando il «processo mediatico», fa esattamente come l’Italia della Costituzione che ripudia la guerra, ma che scende immediatamente in campo con l’Ucraina contro la Russia…

Ergo: ha torto Roberto Vannacci, quando parla di Mondo al contrario?


Il processo (Der Process, Der Proceß, Der Prozeß, Der Prozess) è un romanzo incompiuto di Franz Kafka scritto in tedesco fra il 1914 e il 1915, pubblicato postumo per la prima volta nel 1925. Ritenuta una delle sue migliori opere, esso racconta la storia di Josef K., un uomo arrestato e perseguito dall’autorità senza che venga mai a sapere la natura del suo crimine. Nell’opera è indagata anche la passiva accettazione, da parte degli altri personaggi, dell’ineluttabilità di una giustizia che funziona come un fenomeno fisico, con sue logiche autoreferenziali e insondabili, contro cui a nulla servono la razionalità e la lucidità di Josef K., processato per motivi misteriosi.


Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a

«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!

Print Friendly, PDF & Email