Tommaso Coletta voleva lavorare per la «gente comune», ma a noi di Linea Libera sembra piuttosto che abbia aiutato i suoi solerti sostituti ad arrestare chi hanno voluto anche quando non ce n’era proprio bisogno
Riflettendo sulla drammatica situazione della giustizia a Pistoia
TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO
LA PROCURA DELLA REPUBBLICA

Nessuno potrà chiuderci la bocca: neppure con le condanne di Gaspari.
Per la seconda fondamentale puntata dell’analisi «tra il dire e il fare» dei magistrati appartenenti al 96% della ANM, Associazione Nazionale Magistrati, di cui Claudio Curreli è l’antesignano, partiamo, stamattina, da una gitarella fuori-porta con incursione sulla pagina Facebook di Tom Col, o Tommaso Coletta, procuratore capo di Pistoia.
Ovviamente non possiamo esimerci dal notare le distanze stellari che intercorrono, appunto, «tra il dire e il fare» di questo dirigente che, appena sbarcato a Pistoia, dichiarò a Massimo Donati del Tirreno (corsia preferenziale?) che lui intendeva lavorare per la «gente comune».
E lo ha fatto. Con tutti gli arresti che la sua procura e i suoi subalterni hanno ordinato in maniera – a nostro avviso – scriteriata, falciando le gambe a giornalisti, vigili urbani, curatori fallimentari trattati al pari di chi ha tentato di violentare un’albanese direttamente in questura come l’altro giorno a Pistoia.
Se si aggiunge che i sostituti pistoiesi a volte mostrano di non sapere né leggere né scrivere e non svolgono praticamente mai indagini a favore anche degli imputati/perseguitati (fino al paradosso di falsare la verità oggettiva), violando con leggiadria la seconda parte dell’articolo 358 del codice di procedura penale, la prima osservazione da fare al dottor Coletta è questa: perché non iniziate tutti a rispettare la legge e ad obbedirle senza produrre sempre e solo una massa inutile di inutile retorica verbosa?
Domande già fatte, ma rimaste sempre senza risposta:
- Lo sa, o no (ma lo sa, perché io ho spedito i documenti anche a Gaspari, che tuttavia mi ha condannato), che Curreli ha protetto il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, favorito dal Comune di Quarrata che gli ha permesso di chiudere strade che dovevano restare libere per la libera circolazione di tutti per legge e per regolamenti?
- Lo sa, o no (ma lo sa per presunzione di legge), che Curreli e Grieco hanno protetto (con un aiutino anche di Boccia) il mai-comandante dei vigili di Agliana Andrea Alessandro Nesti e la sua gentile signora Blimunda, famosa scrittrice e critica letteraria? Eppure in quanto ex-Vpo, forse il Nesti non poteva e non doveva essere trattato e protetto dai suoi ex-colleghi togati…
- Lo sa, o no, che Curreli lavora in penale su materie affini a quelle della moglie Nicoletta Maria Curci, giudice delle esecuzioni immobiliari nello stesso tribunale di Pistoia? Ma lo sa di certo.
- Lo sa, o no, che Curreli “dirige il traffico” dei migranti clandestini coordinando, attraverso Terra Aperta, qualche decina di associazioni che svolgono il mestiere caro anche al parroco di Vicofaro? Non può non saperlo.
E allora? La vogliamo smettere di chiacchierare a vuoto e vogliamo iniziare a pentirci, dottor Coletta, della storia che la riguarda, legata alla Lucia Turco di Concorsopoli e al suo ex superiore fiorentino, Luca Turco, procuratore aggiunto di Firenze? È così che si aiuta la «gente comune» e senza difese?
Noi di Linea Libera, condannati perché perseguitati, ne siamo, più che convinti, certi che non è così. E lo scriviamo perché sappiamo sia leggere che scrivere, nati e cresciuti come siamo, sotto l’oppressione della scuola fascista.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
Di per sé una magistratura non può essere oltraggiosa
ma sono gli uomini che con i loro errori la rendono tale
Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a
«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!