IL NUOTO FA GRANDE PISTOIA

PISTOIA. Il nuoto pistoiese, uno dei rari sport a farci sentire orgogliosi di essere di Pistoia fuori dai confini nazionali, può apparire piccolo, ma è tremendamente grande (per dignità in primis e per i risultati, in piscina e in acque libere, secondariamente).

E non ci sta a essere tirato in ballo a sproposito: perché proprio in questo periodo, più ancora che in altri, sta soffrendo le pene dell’Inferno per poter vivere dignitosamente (attenzione, vivere: non sopravvivere).

Il nuoto pistoiese sta cercando, con insistenza, di far uscire dalle sue stanze il primo cittadino pistoiese, Samuele Bertinelli: un sindaco apprezzato e che proprio per questo non ci si sa spiegare come mai non prenda una posizione certa, decisa.

Sulle sorti del nuoto, che è sport che dà prestigio all’Italia tutta, ma siccome è tra i meno ricchi è quindi considerato poco (e qui casca l’asino).

Il nuoto pistoiese, che mai ha potuto far allenare bene i suoi allievi, che mai ha potuto gareggiare in casa nel corso della sua storia, che mai ha goduto di privilegi (toccati, magari, ad altre discipline sportive più fortunate), proprio perché conosce l’acqua sa che sull’acqua si può scivolare, rischiando pessime figure.

Bisogna saperci fare, allora, preparandosi bene anche in situazioni disagiate: e se per aspera ad astra, se attraverso le difficoltà si giunge alle stelle non è per grazia ricevuta, ma soltanto perché il lavoro, il duro e costante lavoro di palestra e piscina, ha pagato.

Se il nuoto porta nuotatori agli Europei, ai Mondiali, persino alle Olimpiadi non è per un colpo di fortuna: arriva senza risorse laddove gli altri, con tanti mezzi in più, sognano di giungere.

E allora evviva il nuoto, ma soprattutto una domanda: possibile che uno sport tra i più formativi in assoluto (alzi la mano chi non lo ritiene tale; se così fosse mostrerebbe tutta la propria insipienza) sia trattato come una pezza da piedi?