Ma a Claudio Curreli e a Giuseppe Grieco sembra facesse comodo così per smontare un giornale che della propria libertà intellettuale ha fatto un vessillo contro il dilagare della nullificazione cerebrale di oggi
Fidati era un buon uomo, non ti fidare era meglio!
LEGA IN DISARMO
NESSUNO STA CARMO

Se un segretario politico di un partito è femmina, anche se è un personaggio pubblico, anzi pubblicissimo, torna ad essere una “povera cittadina comune perseguitata dagli stalker di Linea Libera”.
L’avvocato di parte civile – non ricordo più chi fosse, ma sui verbali d’udienza c’è, con tutte le sue piagnucolose cazzate – versa quattro lacrimucce sigh-sigh e il giudice terzo e imparziale lo lascia dire e lo accontenta.
È un Circolo Pickwick in cui avvocati e magistrati seguono un codice che non è applicabile agli imputati.
Me lo chiarì – pensate quanto sono fortunato – lo stesso giudice Luca Gaspari quando mi redarguì in aula («È vero, in quest’aula la legge non è uguale per tutti: perché ci sono giudici, avvocati e imputati!»: risposta da 110 e lode) e io, piccolo uomo, ma davvero libero e cittadino che è datore di lavoro anche dei magistrati, dovetti ribattere che «Sì, è così: ma gli imputati sono innocenti e liberi fino a pronuncia definitiva in terzo grado» e anche oltre. Tutto questo è in atti, cari censori, non di rado a sproposito, di procura e tribunale.
Nel mondo libero e trionfale della giustizia non di rado assinistrata, parlare di una donna è razzismo sessista, bullismo, stalking e violenza e… chi più ne ha più ne metta. Altro esempio luminoso è quel genio incompreso, ma superprotetto dal Pd, della signora Daniela Ponticelli, anch’ella mentitrice seriale sulla sanità ma… gradita al sistema (anche Turco). Le prove le ho nel cassetto.
A una Pira, che ha perso 11 consiglieri comunali e assessori per via e in aggiunta anche il dottor Francesco Mazzeo, non va detto che è, con una battuta tutta pistoiese, una pira di nome e di fatto.
Tanto meno le si può dire che è un’oca, ovviamente sotto il profilo della politicità. Questo epiteto è una offesa a una povera cittadina comune – disse il suo avvocato.

Magari Michele Santoro può scrivere “anatra zoppa” senza alcun rischio, ma perché lui è rosso, come la famosa puttana ottimista e di sinistra del Disperato erotico stomp di Lucio Dalla. Una cittadina comune, la Pira, che è vissuta con gli emolumenti di una partecipata: cioè con il nostro denaro, cari avvocati e giudici della procura di Pistoia e dell’Aula Signorelli.
Tra l’altro la Lega pistoiese esisterebbe in buona salute, se ha perso, dopo tutti gli altri, perfino il Mazzeo; e la Cerdini è lì (dopo tutto il suo impegno documentabile e documentato), entrata solo perché un democristiano tornato di casa altrove, s’è dichiarato leghista ed è stato fatto assessore (anche della rotonda a gomito di via Toti…)?
Sulla decisione del dottor Mazzeo di rivedere gli scrutini, così si è espressa, con spartana sobrietà, la battagliera Cerdini: «La democrazia è un valore primario e va salvaguardata sempre. Se l’ex consigliere Francesco Mazzeo ritiene di dover ricontare i voti faccia pure. Sono serena e confido che gli scrutatori abbiamo fatto un lavoro ineccepibile ma, se avrà ragione, lo aspettiamo in Consiglio». Nient’altro.
Aldilà della somma scomodità della consigliera leghista, osteggiata in ogni modo perché spesso tocca nervi scoperti anche alla procura, mi piace riflettere – oltre a ciò che ho detto e che rappresenta il brodo primordiale di Pistoia, quella massa indistinta di sostanze che Italo Calvino ci indica alla perfezione nelle sue Cosmicomiche – su alcune affermazioni del Mazzeo stesso, che si meraviglia del fatto di non aver raccolto ampi consensi, anche se in molti gli hanno garantito di avere scritto il suo nome sulla scheda.
Gli vorrei ricordare – questo però anche a Sonia Pira, ai Pm e sostituti Pistoiesi, ai giudici civili e penali di questo tempio tristanzuolo della “legalità”, agli avvocati che bazzicano piazza del Duomo – quello che insegnava Machiavelli nel suo Principe.
Gli uomini, secondo Niccolò, sono “ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori de’ pericoli, cupidi di guadagno”; e dimenticano più facilmente l’uccisione del padre che la perdita del patrimonio.
Sicché, in un mondo popolato di malvagi, il principe deve saper essere malvagio più di loro, se vuole mantenere il potere: per cui provate a pensare cosa possano essere le sante «autorità costituite» così care alla Gip Patrizia Martucci…
E tuttavia il buon Niccolò chiarisce accuratamente che il potere non può durare eterno e che, prima o poi, esso lascia a piedi qualsiasi principe, costretto a pagare e pure con gli interessi.
Buon esercizio di malvagio potere a tutti.
Edoardo Bianchini
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