
PISTOIA-PIANA. Il Capo del Dipartimento, ed ex-Sindaco di Pistoia, Renzo Berti, ha impiegato quasi un mese per rispondere alla lettera di soccorso del Sindaco Ferdinando Betti, partorita all’indomani della famigerata commissione ambiente del 18 gennaio a Montale e conferma la sussistenza di “problematiche di carattere sanitario, tali da non considerare sicuro l’impianto per la Salute pubblica”: sarà la volta buona che Betti si deciderà a chiuderlo, dunque?
Chissà che cosa ha pensato l’Assessora Fratoni e soprattutto se ha interloquito con il già Sindaco pistoiese in relazione all’interessante e asciutto parere, durante le sue numerose visite in via Matteotti alla sede del Dipartimento Prevenzione, dove è stata scritta la molto sintetica e preoccupante risposta.
Troppo, a nostro parere, considerate le 63 pagine dell’elaborato di Arpat, redatto da un gruppo di lavoro specializzato (e certamente più attento) che viene richiamato dal Berti in ben due capoversi sui due utilizzati nell’argomentazione.
Berti risponde dicendo di fornire delle puntualizzazioni che non sembrano affatto esaustive, viste le diffuse criticità denunciate dall’Arpat nella sua relazione del dicembre 2016 e ridà il cerino al Sindaco Betti, omettendo di fare delle dichiarazioni autonome ma confermando la mala gestio denunciata dal sott. Andrea Poggi e ben scritta, “nero su bianco”, come piace tanto alla Fratoni.
Il responsabile del Dipartimento Prevenzione – ben utilizzato nella repressione del lavoro in nero nel distretto del Macrolotto di Prato – si richiama per ben due volte alla relazione dell’Arpat precisando che “…pone altresì in evidenza criticità riferite al funzionamento ordinario dell’impianto per il cui profilo di sicurezza… si ritiene necessario che il gestore adotti in tempi rapidi ogni misura utile a garantire che eventi quali quelli ipotizzati non possano più verificarsi…”. Non lo dice, perché parla politichese, ma il senso è solo questo: chiudételo, tanto non funzionerà mai.E se ne lava così le mani.
Insomma Berti, riconferma le criticità del sistema che è ben chiaramente descritto dal Poggi con delle pesanti deficienze funzionali di abbattimento dei fumi e carenze del Smce (Sistema Monitoraggio Continuo Emissioni) e quindi, riconferma le dichiarazioni delle sue delegate, dott.sse Lidia Marino Merlo e Paola Picciolli, duramente redarguite dall’Assessora Fratoni nel “caldo” pomeriggio del 18 gennaio scorso a Montale.

Ma adesso quanto tempo passerà prima che vengano adottate le “misure utili a garantire che…” e, soprattutto, chi controllerà le necessarie misure di ripristino dell’impianto, visto che l’Arpat ha sudato le famose sette camicie per fare una relazione descrittiva e, purtroppo, confermativa di quanto già scritto nel novembre 2015?
In tutti questi anni i cittadini sono stati affidati (dipende dal risultato, come ha spiegato la dott.ssa Lidia Marino Merlo) alla buona volontà del gestore (Ladurner srl) e dunque a chi si dovrebbero appellare per non essere esposti alle ricadute dei microinquinanti?
Interessante osservare che per dire queste due ovvietà (scritte in due paragrafi e 90 parole) dimostrative della condivisione ddell’Usl Centro nei confronti delle denunce dell’Arpat, Berti abbia impiegato ben 24 giorni: andiamo bene!
Questo sarebbe il modo di “…confermare la disponibilità al fine di favorire quanto più possibile le azioni tese alla prevenzione primaria”? E in questi giorni di precarietà gestionale, Betti resterebbe l’unico responsabile per la gestione tanto casuale e indeterminabile?
E dunque adesso che ha risposto al Sindaco di Montale, Berti potrebbe cortesemente fornire un’altra risposta, quella che non ci ha mai dato, ovvero: alla nostra domanda formulata nell’immediatezza del seminario del novembre 2016 sulla ragione per la quale a Montale non sono state fatte le Csc, come alla discarica del Cassero.
Ci vorrà evitare di fare un formale richiesta scritta, rispondendo, per mezzo di una rapida mail, al nostro indirizzo di redazione; e noi lo ringraziamo anticipatamente per la trasparenza e chiarezza e, questa volta auspichiamo, tempestività?
[Alessandro Romiti]
Scarica e leggi: Lettera Berti
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One thought on “inceneritore di montale. ORA L’USL CONFERMA LA PERICOLOSITÀ DELL’ECOMOSTRO”