infinocchiatori & infinocchiati. OVVERO «COME IL MAI-COMANDANTE NESTI & GENTILE CONSORTE AGGIRARONO MEDICI, “AUTORITÀ COSTITUITE” E MAGISTRATI DEL TRIBUNALE DI PISTOIA RIUSCENDO A FAR CONDANNARE, IN MODALITÀ CALUNNIA, IL “MAIALE STERCORARIO” E QUELLO “SUBINFEUDATO”»

Alcune fasi fondamentali delle falsità nestiane e blimundiche nella ricostruzione inviata per mail allo psichiatra che ci querelò, Augusto Iossa Fasano, anch’egli vittima dei nobili raggiri della coppia gemente e piangente in hac lacrimarum valle pistoriensis chaoticae procurae


E ora la procura della repubblica di Pistoia quale reato si inventerà contro Linea Libera?


COME ALLE TERME DI CARACALLA

LA VERITÀ VIEN SEMPRE A GALLA


 

Ma per favore, signori giudici! Fàmola finita diprendere per il culo chi vi paga lauti stipendi per difenderci dalle trufferie in corso illegale!

 

Ecco, per i nostri lettori affezionati e che come Cristo della barzelletta “hanno fiducia nella magistratura”, un ulteriore, luminoso esempio del modus operandi del sostituto Claudio Curreli nel mettere insieme le indagini (mai fatte) con cui, infine, rinviare a giudizio e far condannare i giornalisti che non sanno scrivere alla Montanelli, ma sanno bene cosa scrivono e perché.

Tremate tutti, pistoiesi! Perché qua siete tutti in mano a una procura che naviga non a vista, ma con gli occhi bendati: o se preferite «a mosca cieca».

Vi pubblico, a onor del vero e disonor di chi non ha fatto indagini a modo, la lettera che ho scritto qualche tempo fa al dottor Augusto Iossa Fasano, anch’egli manipolato dal dottor Andrea Alessandro Nesti, mai-comandante dei vigili di Agliana, e dalla gentile signora Blimunda Milva Maria Cappellini: entrambi – liceat – “infinocchiatori” di medici, di magistrati e di giudici che si sono fatti liberalmente infinocchiare.

Absit iniuria verbis (= senza offesa: traduzione per l’avvocata Elena Giunti, ragioniera digiuna di latino, ma difensora di un distinto suo collega ragionier Romolo Perrozzi non-dottor, caro ai Pd quarratini, alla Sabrina Sergio Gori, al nullafacente sindaco Marco Mazzanti duca della Ganascia, al Romitino taglia-nastri e via, e ai discutibili magistrati del tribunale di Pistoia, spessissimo inclini a credere che tutti facciano come loro: non leggano, cioè, neppure una riga delle carte che gli passano sotto gli occhi e contengono le verità documentali. Amen.

Ecco la vera storia delle fole dei signori Nesti. Una storia un po’ lunga, ma scassare la minchia a favore della diffusione del vero fa buono alla salute.

 

Gent.mo Dott.
Augusto Iossa Fasano
Per Pec: augusto.iossafasano@pecomceopistoia.it

Gentile Dottore,
anni fa (1976-ssgg) uno dei dirigenti delle Ville Sbertoli di Pistoia, durante un incontro sindacale direttamente in manicomio, mi spiegò che tra medico e paziente, in psichiatria, si instaura un rapporto di vasi comunicanti per osmosi mentale.

Alla fine il medico diventa paziente e il paziente medico, in una sorta di naturale scambio di ruoli e competenze: non chiaro – evidentemente –, ma pur sempre possibile, plausibile e concreto.

Questa cosa, per quanto mi risulti, non accade tra un professore (anche universitario, come chi Le scrive) e un ipotetico allievo.

È più facile per un professore “sgamare” uno studente impreparato, sbuccione e mentitore, che per un medico intravedere la menzogna di chi gli si rivolge con plausibili storie di lacrimose vicende personali.

Alcune persone sono, praticamente, progettate, nate e sapientemente costruite (per fattori vari, s’intende) intorno a se stesse, per poter “rappresentare” e “rappresentarsi”: ne è emblema il famoso detto che riguarda i gatti maschi; i quali, durante l’accoppiamento, come Lei ben sa, «piangono» falsamente. Né importa che io Le rammenti il significato e il valore delle “battute di spirito”, stanti, sul tema, gli studi di Freud, che Lei senza dubbio conoscerà a memoria.

È il fenomeno del falso storpio questuante, che, in realtà, corre come una lepre; ma che suscita la pietà per l’elemosina che sta chiedendo al fine di portare la pagnotta a una famiglia di 5 poveri figli, orfanizzati della madre, che meglio sarebbe stato non fossero mai stati generati.

È per questo motivo che il Suo paziente, il dott. Andrea Alessandro Nesti, è riuscito a rappresentarsi, ai suoi occhi comprensivi di medico, come «personalità connotata da doti di particolare rigore, senso di integrità e scrupolosità» etc. (Doc. 1).

«Una personalità connotata da doti di particolare rigore, senso di integrità e scrupolosità»: lo vedremo meglio dopo il certificato rilasciato dallo Iossa Fasano in data 14 novembre del 2015, con contestuale viaggio d’affari a Cassino del dottor Nesti. Fatelo capire anche alla procura e al giudice Luca Gaspari

Siamo nel 2015, precisamente il 23 febbraio. In séguito, il 14 novembre sempre dello stesso anno, Lei stesso rilasciava, al Nesti, un certificato medico in cui si legge (glielo trascrivo):

«Forte flessione dell’umore, ansia, difficoltà a concentrarsi nelle attività mentali, stancabilità, instabilità, insonnia riconducibili allo stress lavoro correlato.
PR: terapia antidepressiva, ansiolitica e ipnotica e 30 gg di riposo. In fede». Segue firma.

La prescrizione di 30 gg di riposo indica, precisamente, il periodo 14 novembre 2015-14 dicembre 2015.

Che indagini ha svolto su Nesti il sostituto Claudio Curreli? O si è semplicemente limitato ad accoglierne le fole più sfrontate utili all’abbattimento di noi di Linea Libera? Non è un po’ troppo dubbia questa giustizia pistoiesizzata? Anche noi sappiamo leggere e scrivere, pur non essendo magistrati impegnati nell’accogliere i clandestini in città

Il Suo esimio paziente, tuttavia, descritto come fornito di «personalità connotata da doti di particolare rigore, senso di integrità e scrupolosità», lo ritroviamo, cinguettante come un fringuello, il giorno 10.12.2015, a Cassino (provincia di Frosinone): a farsi tranquillamente i fatti propri; e in periodo di prescritto riposo (vedasi documento trascritto).

Evidentemente un mirabile esempio di persona rigorosa, integra e moralmente irreprensibile. E lo dimostra l’allegata certificazione del Comune di Cassino (Doc. 2 – vedi sopra).

Doti, queste, eminenti e tipiche di tutta la famiglia-Nesti, se anche la di lui consorte, la professoressa Milva Maria Cappellini, alias Blimunda, alias Marcello MC Cantini (su falso profilo Facebook); affetta da

«sindrome di menzognalità a cottimo» (anche se non si dice così, si capisce perfettamente di cosa si tratta), lamenta di essere, pur’ella, entrata in depressione per gli articoli prodotti da chi Le sta scrivendo (dalla stessa leggiadramente definito «maiale stercorario» et alia…) e dal giornalista Alessandro Romiti (dalla stessa generosamente definito «maiale subinfeudato»…).

Piangeva poi anch’ella, come il marito, dinanzi ai giudici. Frignava, asserendo calunniosamente che la avevamo fatta cadere in depressione, «di talché» – scriverebbe il sostituto Claudio Curreli in un capo di imputazione contro di noi – la professoressa/scrittrice/critica letteraria/donna letterata etc. «non è stata più in grado di scrivere sui social e ha dovuto cambiare i suoi ritmi di vita», causa noi stalkers.

Peccato che con le vicende della famiglia Nesti, esempio di abile manipolazione ed uso di simulati disturbi psichiatrici, si sia solo davanti a una coscientemente costruita calunnia, avallata ad hoc da certificazioni benevole poi smentite dai/nei fatti. Una calunnia sostenuta da una procura di Pistoia che ha protetto e protegge un suo “figlio minore”: Nesti è stato, infatti, per 3-4 anni, pubblico ministero onorario in aula. Ma in Italia anche la giustizia (?) è schizofrenia…

La signora Blimunda è stata Sua strenua sostenitorA sui social. Le ha fatto, gentile dottore, un battage pubblicitario invidiabile. La ringrazi, perché lo merita davvero.

Raggiante e non angosciata, la moglie di Nesti, aiutata da Curreli, non sembrava prorio molto turbata dai nostri articoli. Che ne dite? E la sua vita sociale era davvero cambiata causa stalking?

È per questo motivo, infatti (per gli sperticati elogi pubblici di Lei-superpsichiatra), che io La “dovetti” citare nei miei pezzi: per nient’altro che per il plus-valore attribuitoLe dalla nestiana coniuge, disturbatrice seriale aggressiva su Facebook e imperversatorA sulla Piana Pistoiese con le sue famose «Cronache di Agrùmia», al momento cancellate dal web, ma di cui il giornale Linea Libera possiede – fortunatamente – una copia salvata e non andata distrutta come il secondo libro della Poetica di Aristotele in Il nome della rosa.

Quanto al citarLa in miei articoli (rivolti non contro Lei, ma in risposta alla Blimunda), non è certo avvenuto per diffamarLa – come Lei ha erroneamente pensato e desunto, forse anche fuorviato dalle considerazioni della “coppia di alto affare” in cura da Lei.

Ciò non era assolutamente logico né possibile, dato che neppure La conosco, gentile dottore.

Il richiamo a Lei era dovuto solo all’intento di perculare una signora Nesti troppo smaccatamente Sua strenua/focata/ossessionata sostenitorA, elogiatorA, lodatorA, estimatorA etc. etc. etc.

Anche se non siamo magistrati, anche se non siamo carabinieri della polizia giudiziaria, anche se non siamo degni – secondo i sostituti Giuseppe Grieco e Claudio Curreli – di essere riconosciuti come giornalisti alla Montanelli (perché? Lo sono forse i non-giornalisti di Pistoia che chinano il capo al potere?), siamo comunque sempre molto meno stupidi di quanto volete farci credere dinanzi agli occhi del mondo

Anche la signora Milva Maria Blimunda Marcello MC Cantini (fake), nel momento in cui denunciava le persecuzioni di cui sarebbe stata vittima da parte nostra, registrava, con evidente soddisfazione e piacere e nonostante la sua dichiarata depressione, un video in cui reclamizzava, con faccia rosea, rubiconda, lieta e ridente, un libelletto di una 84-ina appena di paginine fatte passare per alta letteratura o «caso letterario» che dir si voglia (veda i link: Foto 1. https://www.linealibera.info/lo-spazio-pistoia-milva-maria-cappellini-presenta-le-sue-ferite/; Foto 2. https://www.linealibera.info/donne-letterate-milva-maria-cappellini-presenta-le-sue-ferite-racconti-di-figure-femminili-alla-coop-di-agliana/ e, per il video, https://youtu.be/BI7DoBQXmEc).

Soffriva (verbo caro a Maria De Filippi), eppure giulivamente avvisava la platea delle “prèfiche della letteratura”, che aveva in ponte anche una serie di conferenze, per presentare il suo “mirabil parto”, non lasciando dubbi sul fatto che, tutta la di lei depressione, che le impediva di svolgere la sua vita secondo i ritmi consueti (perlopiù insultevoli e maldicenti), altro non poteva essere che un ammasso di calunnie per uno stalking immaginato, immaginario, visionario e infame, certo dello stesso livello dei suoi scritti, che davvero – a giudizio di chi Le sta scrivendo – meriterebbero una serie di serie e attente analisi in chiave psicoanalitica, come del resto è accaduto per l’opera del Pascoli – senza offesa, ovviamente, per quel davvero grande scrittore/poeta.

A questo punto, se crede, gentile dottore, può nuovamente querelarmi. Eviti, tuttavia, di farsi scrivere l’atto dal Nesti stesso, come credo sia successo per la precedente Sua doglianza.

La carta uso-bollo adoperata per il tribunale e da Lei sottoscritta, è un inequivocabile cavallo di battaglia del Nesti non-comandante, con inclinazione anche a presentare istanze anonime all’autorità giudiziaria.

Il modo, poi, in cui era stata scritta la Sua querela, gentile dottore, meritava pienamente la famosa battuta «agnosco stilum romanae ecclesiae», in uso da Severino Boezio (o Buezio, alla Machiavelli), a Paolo Sarpi e perfino a Palmiro Togliatti.

Con questo, mi scuso del disturbo e Le auguro una buona giornata con i più distinti saluti.

Aequo animo et optima fide,

Suo Edoardo Bianchini

 

E dietro tutto questo infinocchiamento scientifico dei Nesti, il vuoto delle indagini di Claudio Curreli; il sostegno e l’appoggio dell’impreparazione male-orientata di Giuseppe Grieco; il colpevole ignoramento della realtà da parte del giudice Luca Gaspari. La tragedia della giustizia a Pistoia, affidata “a babbo morto” a uno staff di persone a nostro giudizio indegne di amministrarla, vista la pervicace inclinazione a favorire una salsa di pomodoro muffito spacciato per alta qualità Cirio o Mutti; una passata buona solo per gli pseudo-giornalisti di questa Sarcofago City prona all’ingiustizia e alla sopraffazione della gente perbene.

Detto questo: devono o no venire gli ispettori di Carlo Nordio in tribunale, a Pistoia, per almeno 24 mesi, onde far luce su come dis-funziona questo tempio di Zeus con i suoi dodonèi sacerdoti?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]


NON ABBIAMO BISOGNO DI LEZIONI

SUL GIORNALISMO ALLA MONTANELLI

 

Carlo Nordio avrà proprio un bel daffare con le procure d’Italia

 

Le condanne inflìtteci da Luca Gaspari, sono state solo invenzioni politiche di un tribunale politico e ingiustamente orientato a salvare alcuni (anche se non amici: vedi i fascisti di Agliana Benesperi-Ciottoli) solo per colpire la verità vera e inoppugnabile della dilagante corruzione pistoiese.

Ci pensi bene anche la scostante avvocata Annalisa Lucarelli che difende a spada tratta, e quasi con odio nei nostri confronti, un suo cliente certificatamente truffaldino, protetto vergognosamente ad Agliana da politici e colleghi comunali, e capace di usare certificati medici farlocchi – del dottor Iossa Fasano ed altri, per farsi gli affari propri a Cassino. Provate pure a smentire, eccellentissimi Re, Principi, Porporati e Siniscalchi del mirabile Foro Pistoiese della falsa giustizia!


Se Claudio Curreli avesse fatto le indagini come legge comanda e non avesse violato la seconda parte dell’art. 358 del codice di procedura penale (prove a favore dell’indagato), si sarebbe risparmiato la bella figura che ha fatto con il suo famoso processo politico contro “Linea Libera”: tanto le bugie hanno le gambe corte e i cadaveri tornano sempre a galla. Vedete? Nesti era licenziato di fatto e di diritto il giorno stesso in cui il Tar della Toscana aveva annullato la graduatoria che lo aveva dichiarato vincitore di concorso. Ma no… Il mai-comandante era protetto da tutti. E ancor oggi è dipendente del Comune di Agliana solo perché tutti lo hanno protetto e lo proteggono, procura compresa

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