la fotaccia. È TUTTA UNA RISATA FRA “NON È MIA LA COLPA” E “SE FOSSE RIMASTO PD…”

Le incredibili e tristi storie della Lega (con Bartolomei e la Pira) e le squallide vicende (con condanna) di Linea Libera e Oreste Giurlani al setaccio dell’analisi razionale

Salvini, trapezista senza rete, ha appoggiato il governo a mo’ di prete.

Coi frati è stato ed ha zappato l’orto, e al punto di sortire, è uscito morto

Nel Non ci resta che piangere per l’Italia a gambe all’aria dell’oggi e oltretutto grazie a un Pd che non si è mai fermato (anche in sottofondo), nemmeno quando faceva finta di governare il Berlusca dei burlesque e del bunga bunga, se ne vedono di tutti i colori.

La fotaccia è doppia. C’avemo il Bartolomei che si lamenta perché la Lega non conta una sega per colpa, ovviamente, degli altri – ma un po’ anche sua, che parte in un modo e arriva in un altro, dalla Dc a tutto il resto.

In tutto il resto riassumo, come commentatore (sgradito) della realtà politica locale, una Sonia Pira che ha tenuto la Lega pistoiese non a battesimo, ma – dicevano gli anarcoidi di un tempo – allo sbattezzo con il vino anziché l’acqua.

L’incrementatrice vertiginosa del calo della Lega (11 consiglieri in tasca a Salvini & C.), quella che si era sentita offesa dall’appellativo di oca e di pira di nome e di fatto (sai te che offesa! La potevano avvertire solo un Curreli e un Grieco perché, dato che non leggono niente, arrivano in aula e, se è Linea Libera a parlare, fanno condannare il Bianchini e il Romiti da Gaspari: anch’egli ineccepibile terzo e imparziale nel non leggere neppure le leggi e i regolamenti vigenti – se ha da obiettare, si misuri facendosi avanti e ne discutiamo anche pubblicamente!); l’incrementatrice del calo della Lega, dicevo, ci ha proprio messo del suo.

Poi, trovatasi al perso e senza più un centinaio di leghisti a sorreggerla nelle sue fantasticherie, niente di meglio ha potuto fare che querelarmi per giudizi neppure miei, ma aderenti alla sua nullità politica, anch’essa nullità di nome e di fatto.

E com’è buffo il mondo! Pira di nome e di fatto glielo aveva affibbiato e lo aveva scritto al giornale uno che, oggi – anche lui dopo aver attraversato molti deserti –, è (o dice di essere, non si sa bene) un accòlito e sostenitore soniàle.

Dopo il Bartolomei ècco Oreste Giurlani, ricondannato a due anni. Questo mi sùscita il contrappeso del voler passare dalla parte sua e vi dico perché, se vorrete stare a sentire.

Pure il Giurlani, che conosco in un rapporto cordiale e amichevole, è come me, sotto certi punti di vista.

Intendo dire che non si chiama – per essere chiari – Turco, come la Lucia di concorsopoli a Careggi; la sorella di Luca Turco, il pubblico ministero aggiunto di Firenze che godrebbe (stando a quel che si è letto) della stima reverenziale del capo della procura di Pistoia Tommaso Coletta, se non erro pubblico accusatore di Oreste nel primo processo.

Io sono e resto come fumo negli occhi, perché ho il vizio di aprire i tombini delle fogne e delle cloache: e questo non si deve fare perché le «autorità costituite», come afferma la Gip Patrizia Martucci, sono sante e indiscutibili.

Lui, il Giurlani, da parte sua ha commesso un errore micidiale: ha ripudiato il Pd e quindi, oltre che scomunicato, deve essere, al pari di me, fatto fuori dal consorzio civile. Siamo entrambi nemici del Popolo Democratico.

E voi, lettori politicamente corretti e intellettuali del nuovo vocabolario della lingua (da lecco) italiana, passato ormai da Treccani a Treccagne, pretendereste che io rispettassi certe istituzioni che sono la vergogna della nostra massacrata Costituzione gettata nel cesso come Andreuccio da Perugia nella novella del Boccaccio?