LA MONTAGNA E LA SOLITUDINE DEL SUO POPOLO

Emiliano Bracali, Presidente della Zeno Colò
Emiliano Bracali, Presidente della Zeno Colò

MONTAGNA. Potrà sembrare strano, ma il vespaio di commenti suscitato dall’articolo di Linee Future (vedi) su fb, con più che legittimi riferimenti anche a chi scrive, visto che non si può (io almeno) pretendere di non essere anche contestati, un beneficio lo ha prodotto.

È la constatazione della disperata solitudine della popolazione che, abbandonata dalla politica ufficiale, si sta avvitando su se medesima e, senza accorgersene, fa il gioco del nemico, secondo il sempre valido divide et impera.

Innanzitutto, una doverosa precisazione e scuse annesse: la Zeno Colò non era presente alla “pagliacciata” del compleanno al gommone San Jacopo, come erroneamente scritto. Ce ne scusiamo con il suo Presidente, Emiliano Bracali, e con l’associazione tutta.

Torniamo a noi. Continuiamo a credere che, seppur in buona fede, aver trasportato le centinaia di migliaia di euro (di stipendi annuali) in giro per “una parte” della Montagna a vedere luoghi e posti, tralasciando fra l’altro le zone del Comune di Piteglio, come se Calamecca, Crespole, Prunetta, Lanciole e via discorrendo, fossero figli di un dio minore, sia stato un errore.

Così come un errore è stato accettare che un cittadino, solo perché consigliere comunale (o forse maliziosamente, aggiungo, perché collaboratore di questo quotidiano), non avesse il placet a partecipare. Si può dire?
Se poi nei nostri interventi di continua denuncia al malaffare sanitario nel territorio troviamo “una sponda” nel comunicato allegato che segue, di cosa dovremmo essere responsabili? Di terrorismo psicologico? Se la politica partorisce i Rossi ed il Rossi partorisce l’Abati e prima di lui lo Scarafuggi, dovremmo starcene zitti? Fatelo voi perché noi continueremo a dire ciò che pensiamo e se qualcuno ha da eccepire, questo quotidiano non ha mai chiuso la porta in faccia a nessuno.

Per finire, un ricordo di storia vera che offre la misura delle cose e del mondo nel quale siamo tutti costretti a vivere.

L’ultimo assalto all’Ospedale Pacini, prima di quello esiziale dei giorni odierni, fu sferrato negli anni 1997-2000. A quel tempo San Marcello era governato da un monocolore Pci, Sindaco Virgilio Vogesi, ed era composto dai gruppi consiliari del Psi-Dc-Msi e Castagna. Qualche nome preso a caso: Romagnani, Bartoli, Begliomini, Prioreschi, Banchini, Soldati, etc. etc. Tutti, e sottolineo tutti, in sincrono, ognuno secondo le proprie possibilità politiche, si adoperarono per la salvezza dell’Ospedale e la ottennero.

Se questi babbuini di politici lasciano al popolo l’amaro calice dello scannamento reciproco, standosene ben nascosti ed applicando “ i desiderata” dei capoccia regionali, sapendo che il popolo bue e pecorone, al momento giusto, tanto tornerà a votare, cosa volete pretendere?

Qualcuno ha rispedito la propria tessera elettorale al “compagno Napolitano” come forma di protesta per la chiusura del Pacini. A quel che mi risulta la tessera elettorale è stata reinviata da Roma alla Prefettura di Pistoia e lì è ancora giacente.

Questi sono fatti e non parole.

 

SAN MARCELLO. INTERVENTO DELL’UNIONE COMUNALE PD

DI SAN MARCELLO-CIRCOLI DI S. MARCELLO P.SE-BARDALONE-MARESCA

 

Sabrina Innocenti, Segretaria comunale Pd di San Marcello
Sabrina Innocenti, Segretaria comunale Pd di San Marcello

“Ferite sempre aperte”, solo questa può essere la sintesi che si ricava dalle notizie pubblicate sulla stampa e dalle continue segnalazioni che i cittadini della Montagna Pistoiese fanno pervenire anche al Partito Democratico.

La chiusura del reparto di chirurgia del nostro Ospedale ed il sacrificio delle professionalità che vi lavoravano e che sono in larga parte state spostate su altri presidi, evidentemente non sono stati sufficienti. Ormai ad un anno dalla chiusura della chirurgia la profonda riorganizzazione che doveva portare benefici alla popolazione della Montagna stenta a manifestarsi completamente.

Il nostro interesse è mirato al conseguimento di servizi ai cittadini che funzionino e siano in grado di tutelare salute e benessere: questo il nostro unico metro di giudizio con il quale misurare le iniziative e la riorganizzazione portate avanti nei fatti, e non a parole, dalla Asl.

A valutare dalle riflessioni che i cittadini ci riportano, ci appare una situazione ancora largamente incerta: il punto di Primo Soccorso viene ampiamente sottoutilizzato, non sono stati attivati nel Piot i letti di cure intermedie promessi dalla Asl, l’ortopedico non sempre è presente e infine, gli infermieri che dovevano potenziare il territorio sono impiegati frequentemente per stampare ed inviare i referti di analisi dovendo così programmare l’assistenza in funzione della burocrazia, oppure spostare o rimandare l’assistenza domiciliare da svolgere sul territorio in funzione della presenza o meno in ufficio. Evidentemente la Asl non ha le idee chiare su come sia meglio impiegare il personale infermieristico o su come potenziare i servizi sanitari.

Quanti altri progetti sanitari potrebbero essere fatti a beneficio della salute della popolazione se gli infermieri si potessero occupare dei pazienti e non delle carte e dei fax, come ad esempio le cure palliative di fine vita. Una popolazione come quella della montagna, che ha specifiche caratteristiche (invecchiamento, rarefazione dei nuclei abitativi, maggiore estensione del territorio), deve essere assistita maggiormente, attraverso modalità di presa in carico globali, per questo, al di là di tante parole e proclami ci attendiamo che la sanità in montagna sia guidata da dirigenti orientati all’innovazione dei modelli di cura che rispecchino le reali necessità del nostro territorio. Non è possibile accontentarci dei dati di attività che ci vengono presentati, se ad oggi risultano ancora presenti tutti questi problemi e se non si rileva un’apertura volta ad individuare i bisogni di salute del territorio ed a costruire in base a questi le risposte più adeguate. Per questo motivo il Pd si farà carico di chiedere a tutte le Istituzioni che queste problematiche siano superate e siano rappresentate nelle sedi competenti per avere risposte chiare e convincenti, riportando le varie problematiche anche all’attenzione della Regione”.

Il Segretario Comunale Pd
Sabrina Innocenti

[da la voce di pistoia]

Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a

«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!

Print Friendly, PDF & Email

One thought on “LA MONTAGNA E LA SOLITUDINE DEL SUO POPOLO

  1. indubbiamente sono concorde con la definizione di popolo pecorone, perchè nella montagna quattro comuni sono andati al voto, evidentemente non hanno voluto cambiare e allora è inutile lamentarsi accettate di buon grado quello che vi stanno cucinando e che vi hanno già cucinato, la sede del pd montagna pistoiese è stata quella che è corsa in soccorso della sindaca di San Marcello, quella che ha accettato tutte le risoluzioni del potenziamento risultato? vice presidente della casa della salute …………………..complimenti

Lascia un commento