A Elia deve essere venuta una sorta di palletico come a molti bambini delle elementari che non sanno stare a sedere ma, nella scuola post-barbianica di don Milani, corrono a destra e a manca e rompono oggetti e corbelli…
SE IL CAGNONE TU LO DESTI
MOLTO MALE POI CI RESTI!
Elia Gargini con il sindaco di Serravalle Piero Lunardi
ELIA GARGINI non riesce a star fermo. Deve essere stato vaccinato troppo, come dicevano i 5 Stelle; e gli deve essere venuta una sorta di palletico come a molti bambini delle elementari che non sanno stare a sedere ma, nella scuola post-barbianica di don Milani, corrono a destra e a manca e rompono oggetti e corbelli.
Neanche il Valium li terrebbe buoni, ma una «canna lindia» (come dicevano una volta) funzionerebbe sicuramente meglio, in maniera più efficace perché Elia, a forza di stuzzicare il can che dorme, prima o poi si piglia un morso.
L’Hotel Alla Fava, in Calle Seconda de la Fava, 5525, 30122 Venezia
Stamattina è partito alla grande e all’8:30 e mi ha mandato questa mail.
E allora, come diceva una mia collega quando perdeva la pazienza, «se tu te la voi, tu te la pigli». Intendeva dire di una cosa famosa in una famosa insegna di un famoso albergo di Venezia, l’Hotel Alla Fava, in Calle Seconda de la Fava, 5525, 30122 Venezia VE.
Scrive Elia:
Caro Direttore, partiamo dal principio, e fammelo dire: se tu vuoi fare il ganzo almeno raccontala tutta. Ovvero: quello che ho scritto su Facebook l’ho prima scritto a te, poi ho provato a telefonarti ma non m’hai risposto. E allora ho scritto anche su Facebook (dove ti vanti di non volerci stare ma ti fai mandare le screenshot… Non va mica bene!).
– Nota. Mi spieghi perché non va bene se io non voglio un puttanaio in casa? Perché Facebook è un puttanaio come quelle fritture di insetti che garbano ai cinesi da contorno per i pipistrelli al sangue. Qual è il male se poi la gente mi manda gli screenshot? Lo ha detto il proposto di Casale? Il nesso casua-effetto è piuttosto debole sotto il profilo logico deduttivo… e.b.
Fine della premessa dovuta in questo nostro rapporto epistolare, veniamo a noi.
Magari non te ne può fregà di meno, ma cosa t’avrei detto se m’avessi chiesto lumi sull’incontro di oggi?
Tre cose semplici e secche.
Elia Gargini con il neo Senatore La Pietra
Prima. Vero che non mi ci hanno voluto, e sai di solito non mordo, non graffio e mi lavo anche le ascelle. Ergo: una riunione con me presente non danneggia nessuno, almeno che costui non abbia idee strane e uno che si ricorda bene il passato è scomodo.
Seconda. Vogliono invece parlare col Sindaco (e solo con lui, hanno rifiutato non solo me, ma anche la giunta in quest’incontro, cosa ci sarà da nascondere?). A parlare col pòero Piero, che oltre a alluvioni, incendi, edifici comunali da rottamare e problemi in ogni angolo, si deve sorbire anche le tirate di giacca da tutte le parti (e menomale che è di stazza bona) saranno solo Patrizio La Pietra, che si vede da Roma ha ritrovato l’amore per quella Serravalle di cui prima che vincessimo le elezioni non gliene importava un fico secco, e la Sonia Pira, brava figliola ma che se gli dici “Baco” pensa a uno scarafaggio e non a una località di Cantagrillo, e rappresentante della Lega, che nemmeno appoggiò, a suo tempo, la lista Lunardi.
Terza. Cosa vorranno? Un assessore? Non lo so. Ma so una cosa: che se chiedere significasse automaticamente avere, a quest’ora Rocco Siffredi in confronto a me sarebbe un verginello. E invece mi ritrovo spesso di notte a mangiare la pastasciutta aglio olio e peperoncino. C’est la vie.
Chiudo, caro Direttore, con un consiglio non richiesto. Sempre lo stesso: occhio a chi ti passa le informazioni. Perché gli ormoni danno al capo e chi a mangiare la pastasciutta ci si ritrova troppo spesso, è poco attendibile, e dovresti averne le prove.
– Nota. Non li voglio i buoni consigli, Elia. Gli occhi ce li ho da 73 anni e per fortuna mi funzionano benino. Gli ormoni (che una volta, in battuta, erano le improntone dei piedoni dei gigantoni) lasciamoli stare, perché danno noia a dimolti – specie in politica. Mi sono spiegato? e.b.
P.S. Sulla nostra scommessa s’era partiti da penne alla zingara e bistecca e ora tu mi passi alle penne all’olio e rìzzati. Non facciamo i tirchi giù, trattiamoci bene, aggiungiamoci un bel Bolgheri e da signori quali siamo poi si fa alla romana!
– Nota. Raccontala tutta anche te, Elia. Io non ti passo, ora, «da penne alla zingara e bistecca» alle «penne all’olio e rìzzati». Hai perso un passaggio che ti allego, così ti ti rinfresco la tua mente così accesa dalle richieste da fare impallidire Rocco Siffredi. e.b.
L’ANATRA S’ALZÒ IN VOLO E DISSE AL MOCHI: «SE TU SPARI, D’INTORNO N’AVRAI POCHI». RISPOSE LE MOKÓ, PUNTANDO IL GUN: «FO IL CHE MI PARE» E POI SPARÒ BUM-BUN. STA SERRAVALLE IN CIMA ALL’ERTO COLLE: QUALCUN PRIMA L’HA DUR, MA DOPO MOLLE!
Elia, estroso fanciullo, è inarrestabile, dicevo. Iperattivo e un po’ confusionario. Dà buoni consigli, ma in questo caso non li voglio. Preferisco scrivere bischerate su un foglio bianco: alla fine confondere la mente con ipotesi d’ogni tipo, costringe la gente a sbagliare una sillaba, una lettera, un capoverso, un paragrafo… Come spargere fumo di tromboni in discoteca, dove tutti «danno di fòri» e vedono passare re magi e galline come in Donne con le gonne.
È la tecnica del diavolo, Elia. Il diavolo che, nella Bibbia, non è il cattivo brutto come Quasimodo di Notre-Dame, ma un angelo bellissimo che confonde con la sua luce.
L’opera del diavolo è fatta e l’ha fatta il centrodestra. È partito a testa bassa e ha fatto un casino. In questo mondo non dura niente: nemmeno la clava di Rocco, né Siffredi (e il Viagra non basta a trasformarlo in «colonna di granito») né Casalino (non di Casale, ma di Conte).
Sonia Pira con Matteo Salvini
«Infecta re redierat», se n’era tornato a casa con le pive nel sacco, scrive Cesare nella sua storia della guerra di Gallia. E così sarà oggi con la missione La Pietra-Pira, a cui Piero saprà porre i paletti giusti fra i piedi: scacco matto e smacco catto (magari anche catto-com…).
Ma la saggezza dice «gutta cavat lapidem», basta una gocciola a bucare un sassone. E la giunta, sempre sotto attacco, alla fin subirà scacco?
La debolezza dell’impalcatura sta nel fatto che il bastardo sistema elettorale, che pare dare il potere da duce al sindaco, padrone del baccellaio, in realtà lo indebolisce: e tutte quelle cacate di liste (manca solo la «lista di nozze»…) di appoggio, alla fine, Elia, te l’appoggiano al culo e t’infilano in un cul de sac da cui puoi uscire solo con un sac de cul.
Cerchiamo di essere realisti. Parliamo fuori dei denti: mentre voi state lì in trincea a difendere la posizione della giunta-granito, la realtà è quella dei giovani avanguardisti che, anziché cantare la famosa Giovinezza nel testo originale, ne intonavano la parodia «Giovinezza, giovinezza siamo pien di debolezza…».
Patrizia La Pietra: 4×4 e gomme chiodate per salire alla Torre di Castruccio?
Dietro a quel tennis, che ha fatto scoppiare un casino, c’è troppa roba non detta (compreso – si sente ripetere – il fatto che sarebbero state fatte pressioni sui vigili perché mimetizzassero alcuni nomi dei presenti alle liturgie nel «sacro tempio delle palle e delle racchette» dove chi più ne ha, più ne mette.
Tutto quel che ho scritto, Elia, l’ho mandato a tutti: La Pietra maschio e Pira compresa. Risultato: il silenzio è d’oro. Talvolta anche toro – e tira cornate tremende.
Il Vernacoliere, la grande enciclopedia filosofico-livornese della vita, dice che a rimestare la merda con lo steccolo, quella cosa puzza sempre di più. È vero. Dall’effluvio di Merdel n. 5 Eau de Conche (= in italiano Concio) è scappato un refolo di puzzo che riga il cielo di Casalvalle non con il tricolore della pattuglia acrobatica, ma con l’essenza di Cassero.
Un puzzo che dice dell’estrema fragilità di FdI, vittima di sé stesso con lotte intestine di tutti contro tutti. La Pietra femmina monta pneumatici da neve per non scivolare sul ghiaccio della Bardelli sorella di Roy; il Senatore che a Pistoia sembra aver perso la bussola e non pare decidersi se far merenda sul prato del Cassero o star dietro al Giovannoni che si è già prenotato come sindaco alle prossime ma che, nel frattempo, deve fare una corsa a ostacoli saltando presunte incompatibilità e non solo.
E ve la immaginate, stamattina, alle 10:30, la richiesta di mettere in giunta una 4×4 con pneumatici da neve o forse perfino chiodati? Mi par di vedere Piero, guarda!
Leardo Corsini e Franca Frosini. La resistenza contro l’impero che colpisce ancora
Nel frattempo, Elia, anche se qualcuno che spara alle anatre in Olanda rischia di perdere all’asta l’Arci di Masotti; anche se il contrasto feroce delle due anime del Pd lo tormenta nella resistenza del Corsini spalleggiato dalla Franca Frosini e dai Forti Legami da Milleluci, chi cambia le frizioni e aggiusta i freni, è vivo, sveglio attento e blocca i treni…
Lo sai, Elia, qual è il punto debole? È la gestione del territorio di Serravalle: il vostro piano edilizio.
Quarrata, ai tempi dell’Amadori, 1975, saltò solo perché il geometra Doriano Spinelli (Psdi, Partito Social Democratico Italiano o saragattiani) mise la giunta in stallo con la sua astensione.
Sotto il potere democratico, infatti, comanda non chi ha i numeri, ma quelle «mezze seghe» che i numeri li completano. Guarda Renzi che casino riesce a fare con quattro gatti spelacchiati e la Boschi. E come gli riesce (purtroppo) bene!
Chiudiamola qui, Elia. È meglio. Come meglio sarebbe che Roy la smettesse di riproporsi in lista per le prossime, se fino a questo momento sembra essere stato peggio degli «invisibili» della Bellanova…
Edoardo Bianchini [direttore@linalibera.info] Delitto di cronaca, critica, satira e voce in capitolo
Chi dorme, di pesci ne piglia fin troppi. In faccia, però!
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