
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Un tema difficile, quello della sanità scelto da Massimo Baldi, candidato per la carica di consigliere regionale alle prossime elezioni nella lista Pd, con cui ha voluto presentarsi agli elettori della Montagna Pistoiese.
Non molti, anche a questo incontro, i presenti alla Baccarini di San Marcello. Un’affluenza di poco superiore a quella registrata da Simona Laing, la candidata scomoda del Pd, lo scorso mercoledì 8 aprile (vedi Pd e democrazia: metti una sera la Laing a San Marcello).
I piddìni che pur rappresentano la maggioranza degli elettori montani si contavano sulle dita di una mano. Tra questi Luca Marmo, Sindaco di Piteglio, e Gabrio Fini consigliere di maggioranza del Comune di San Marcello, retto dalla Giunta Cormio, bollino di qualità e garanzia applicato dal Dg dell’Asl 3, Abati, al Piot di San Marcello.
Poi le presenze fisse, quando si parla di sanità, dei rappresentanti del Crest, delle Pettorine e di Emiliano Bracali, presidente della Zeno Colò.
Venire a parlare di sanità in montagna, in una delle zone tra le più sacrificate in termini di tagli, per un rappresentante e sostenitore della lista di Enrico Rossi, che da 15 anni fa e disfa nella sanità, è stato un misto tra azzardo e incoscienza.
È due anni che il Pd locale cerca chiudere nell’armadio lo scheletro del Pacini, con commissioni e documenti vari con cui si tenta di far quadrare il cerchio e ottenere la condivisione di tutti…
Ma, ancora nonostante gli strenui tentativi di farlo prendere a forza, non ci riesce. Succede, invece, che dall’armadio faccia cuccurello quando accàpa lo scheletro in putrefazione della macellata Comunità Montana, quando quello del Cii, oppure le strade non fatte di Venturi e Morelli o la Porrettana ridotta a lumicino.
Spiegare il casino della montagna e giustificarlo, dopo che la montagna è stata, dagli eredi del Pc e compagnia briscola a seguire, governata dal dopoguerra ad oggi, diventa assai complicato: per non dire impossibile. E la fede non basta.
Si parla in termini astratti di congiunture economiche negative, sorta di variabili indipendenti, come se queste fossero indipendenti dalle azioni o non scelte amministrative; oppure, per rimanere in ambito locale, si riesuma la Smi, che, secondo il pensiero vetero-marxista allora come ora, è la sciagura della montagna. L’ordine di scuderia è infatti che la Smi ha snaturato la montagna.
Anche il baldo giovane ha cercato di rifugiarsi in calcio d’angolo, cercando di tirar fuori la giustificazione, già sentita durante il consiglio dell’Unione dei Comuni del 12 marzo scorso, e ci dicono, riproposta dal Sindaco di Piteglio durante l’incontro tenutosi sempre ieri, con l’altra candidata alle Regionali Federica Fratoni: ma è stato stoppato sùbito.
Più che parlare, Massimo Baldi, ha scritto sul suo taccuino, ovviamente rosso, quasi a sottolineare le radici da cui il Pd proviene, raccogliendo spunti e riflessioni, cercando però di rimandare al mittente le critiche avanzate al suo partito dai presenti.
MA QUAL È LA SANITÀ DI BALDI?
La sanità di Baldi è la sanità di Rossi e non può essere diversamente in un partito in cui, vedi la vicenda Laing, chi non si allinea è fatto fuori.
Sulla sanità e sulla contro-riforma di Rossi, il candidato si era già espresso favorevolmente dichiarando che: “Pensare a una sanità futura caratterizzata, per così dire, da un ospedale per ogni territorio, significa rinunciare a un grande progetto di eccellenza e di qualità a favore di un campanilismo sconveniente per tutti” (vedi qui).
In montagna Baldi ha aggiustato il suo pensiero e nella presentazione ha esordito che: “Bisogna iniziare a pensare la sanità e il sociale, non più dal punto di vista delle strutture e dell’amministrazione, ma dal punto di vista del servizio, anche abbattendo la barriera ideologica tra pubblico e privato e garantire una diffusione capillare di competenze che sappiano stare sul territorio e sappiano cogliere il disagio”.

Una sanità accentrata, destrutturata e sempre più privata, la sanità appunto di Rossi.
Massimo Baldi era salito in montagna chiedendo agli abitanti di indicargli la giusta via da seguire e di riempire le cartoline con cui ha promosso l’evento: “La sanità oggi: proponi la tua idea”. Un gruppo di cittadini si è dato molto da fare e in soli due giorni ha raccolto circa 200 proposte che sono state consegnate all’inizio dell’incontro. Su tutte un unico messaggio significativo: “È meglio la piccola certezza che la grande bugia: ridateci l’Ospedale! Vogliamo il pronto soccorso… vogliamo il pronto soccorso per salvarci la vita. Basta chiacchiere”.
Baldi ha sollecitato gli interventi e non si sono fatti attendere. Alla nostra domanda “Cosa ne pensa della riorganizzazione fatta dalla Asl 3 Pistoia e dei patti territoriali?”, ha prima voluto la disamina delle perplessità e delle criticità. Schematicamente così evidenziate: territorio montano vasto senza la garanzia del pronto soccorso, viabilità difficoltosa, tempi d’intervento per le emergenze-urgenze che non rispettano la Golden Hour.
La chiusura formale dell’ospedale ha poi avuto pesanti ricadute economiche sul territorio: un ospedale fa, infatti, anche economia e c’è da domandarsi come mai il bando della farmacia comunale di San Marcello è andato per ben 4 volte deserto.
Simone Ferrari, rappresentante delle Pettorine e della Zeno Colò, ha poi chiesto come può pensare, una volta eletto, di cambiare le cose dall’interno…
Le risposte? Non ci sono state, ma in fondo Baldi era venuto in montagna per prendere appunti e ascoltare, non per rispondere. Però uno che si propone per risolvere problemi, avrà una sua ricetta? La Laing, la non-candidata, in questo, oltre ad ascoltare portò in montagna una sua visione della sanità montana.
Sbagliata? Giusta? Non lo sapremo mai: un plotone di esecuzione l’ha fatta fuori.
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Dopo aver postato questo commento sulla pagina Facebook di Massimo Baldi e non avendo avuto al momento nessun riscontro, chiedo il favore a Linee Future di pubblicarlo tra i commenti dell’articolo. “Dott. Baldi, visto il deludente incontro di San Marcello di sabato 11 e la totale mancanza di Sue risposte alle nostre domande, si attivi almeno per farci avere la risposta che aspettiamo da Agosto 2014 al documento lasciato al Dott. Rossano Macusi, segretario particolare dell’Assessore alla Sanità Luigi Marroni, durante l’incontro con il CREST dell’11 Luglio 2014. Sappiamo per certo che la risposta è ferma in un cassetto dal 18 Agosto 2014 – conferma avuta anche dall’Assessore Luigi Marroni durante l’incontro con il CREST del 9 Dicembre 2014 – in attesa che il Presidente della Regione Enrico Rossi o l’Assessore Luigi Marroni, la firmino e la spediscano al presidente del CREST Valerio Bobini o al vice Eva Giuliani . Il documento è riportato integralmente su questo articolo di Linee Future dove trova anche il PDF dell’originale. Grazie”. http://www.linealibera.info/toscana-la-sanita…/