Gli artefici comunali di questo disastro sono: 1. Geom. Franco Fabbri, responsabile dei condoni e dei permessi edilizi; 2. Geom. Oliviero Billi, ex-vigile della sorveglianza edilizia e, in séguito, comandante dei vigili quarratini; 3. i Geom. Giorgio Innocenti (subalterno dell’Arch. Nadia Bellomo – area lavori pubblici o simili) e Fiorello Gori (operante in area lavori pubblici). Poi vengono la procura e il tribunale
Solo qui, da parte del ragionier non-dottor Perrozzi che continua a produrre querele farnetiche, ci sono 4 telecamere 4, puntate sulla pubblica via. Si può ipotizzare un qualche disturbo o si rischia il 41 bis di Cospito?
MA “DIO PATRIA E FAMIGLIA”
SONO CON NOI O UN GRAN PARAPIGLIA?
Via Vicinale di Lecceto e Bindino: strada privata di uso pubblico generale. Come tutte le vicinali-interpoderali delle leggi dello stato e del R.U. di Quarrata, allegramente bypassato dal Comune di Quarrata con il visto complice di Procura e tribunale di Pistoia
Quella che vedete, è Via Vicinale di Lecceto e Bindino. È una strada pubblica da sempre, anche se di proprietà privata: ma per niente esclusiva.
È pubblica perché da sempre appartiene al demanio comunale. È pubblica perché ha la numerazione civica. È pubblica perché – ai tempi in cui ancora era in vita – la signora Antonia Compagnucci, moglie del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi e delle di lui epìgone, Giada e Gaia, si compiaceva di chiamare carabinieri e vigili urbani di Quarrata per far multare le macchine che sostavano a fianco della abitazione che vedete.
Le sciupavano il muro – diceva. Non vi pubblico le immagini delle contravvenzioni, ma quello che disse l’allora vigile Marco Bai (poi comandante falsario, fidelizzato-Mazzanti) per multare una persona. Vi venisse il dubbio di pensare che il Perrozzi è il «parón de casa» come il campanile di San Marco a Venezia, levàtevelo dalla testa: la via è pubblica e ancor più pubblicizzata da un impianto di illuminazione regalato all’Agriturismo degli Arancini. Il Bai lo scrisse, quello che vedete qui accanto, al pomposo (allora) comandante dei vigili quarratini, geom. Oliviero Billi.
Sopra avete una bellissima locandina a colori. Cercate di capirla. Se non ce la fate, vi aiuto. Darò, senz’altro, un dolore ai sostituti Claudio Curreli e Giuseppe Grieco, fedeli e solleciti sostenitori di quel consulente del tribunale di Pistoia; agli avvocati Paolo Landoni, Diletta Lastraioli, Giovanna Madera e, tandem!, Elena Giunti, che non sa il latino; al giudice Luca Gaspari che ha bevuto ti tutto, fuorviato anche dalle decisioni illogiche e illecite della Gip Patrizia Martucci.
La storia del povero ragionier non-dottor perseguitato e stalkerizzato da due miserrimi stalker, come me e Alessandro Romiti (ma il reato di stalking giornalistico esiste o è un plasma dei cervelli della procura di Pistoia?) è tutta una balla; una cicuta che, come il sangue del giusto, ricadrà su chi deve e sui suoi discendenti.
Darò senz’altro un dolore a tutti i sopradetti falsi profeti, ma voglio sottolineare e far notare – anche ai sordi, ai ciechi, ai muti – cosa sia questa parte della collina in cui il Comune di Quarrata, cazzata dopo cazzata, ha concesso a cittadini privilegiati (Romolo Perrozzi & figlie; a Mara Alberti, Gionni Dainelli, Margherita Ferri e Sergio Luciano Giuseppe Meoni) di distruggere e disastrare una parte di collina protetta a marchio EC2, arborata e anche coltivata.
Gli artefici comunali di questo disastro sono: 1. Geom. Franco Fabbri, responsabile dei condoni e dei permessi edilizi; 2. Geom. Oliviero Billi, ex-vigile della sorveglianza edilizia e, in séguito, comandante dei vigili quarratini; 3. i Geom. Giorgio Innocenti (subalterno dell’Arch. Nadia Bellomo – area lavori pubblici o simili) e Fiorello Gori (operante in area lavori pubblici). Vari ed eventuali.
In graduatoria si distinguono perché: 1. Fabbri lavorava al mattino in Comune e nel pomeriggio dal geom. Ponziani; 2. Billi sorvegliava l’edilizia, ma vendeva serramenti alle aziende di costruzioni; 3. Innocenti lavorava al mattino in Comune e nel pomeriggio dall’ing. Sassaroli; 4. la Bellomo era sin troppo inciuciata con lo sconcio della convivenza con Dugheri della Uisp, il quale Dugheri era anche socio della ditta costruttrice della famosa mai-nata piscina di Vignole tanto cara al sindaco inutile Sabrina Sergio Gori (un porcaio che è costato un occhio e mezzo della testa ai quarratini, dei quali la procura di Pistoia si frega e si catafotte); 5. Gori lavorava al mattino in Comune e nel pomeriggio presso il geom. Biagini di Valenzatico.
Bella galleria degli affaracci propri e in proprio, non c’è che dire. E se davvero da noi ci fossero magistrati degni di tal nome, contrariamente a tutte le volte che hanno “salvucchiato” diversi di questi individui pur conoscendone i traffici, costoro andrebbero a ficcare il naso nei conti correnti bancari di tali pubblici dipendenti e vedrebbero davvero, da lì, che non sto dicendo sogni, ma che ciò che narro è vox populi, vox dei in quanto fatto a tutti notorio nella santa terra comunista di Quarrata.
Per i più duri di comprendonio, anche se dottori, avvocati, ingegneri, architetti e brigidinai. Di queste note era al corrente anche la procura di Pistoia. E il giudice Gaspari, pur avvisato, ha preferito ignorare: più comodo non vedere? E il Perrozzi non è un favorito da dio e dagli uomini?
Detto questo – come ama ripetere spesso e volentieri una signora, mia ex allieva al Forteguerri, che odia il tonnaccio e i pesciacci –, tornate con la mente alla Via Vicinale di Lecceto e Bindino della locandina.
Lì sono nati i miei antenati di ascendenza femminile, almeno dal mille e 7-mille e 800. Lì ci sono state, sempre aperte, transitabili e transitate, tre strade vicinali-interpoderali che il Comune di Quarrata ha fatto otturare al Perrozzi in violazione di leggi statali e regolamenti comunali in vigore (è stato il geom. Fabbri o chi?).
Lì ci sono sempre state l’aia illecitamente chiusa dal Perrozzi come proprietà privata impropriamente definita di uso esclusivo, ma da sempre aperta e facente parte della viabilità storica di cui all’art. 111 (ma anche 109, 110, 114 e 194) del R.U.. E due piazzuole che sono uno scandalo, e che la Bellomo fece trasformare in passi carrabili, sempre in collisione con le disposizioni sopracitate. Tutti al corrente di questo. Nessuno che si sia mosso se non per arrestarmi quale stalker: o fidàtevi delle «autorità costituite»!
Per eccesso di specificazione in merito alle piazzole di sosta, il Comune di Quarrata è inadempiente perché, sulla viabilità storica di cui sopra, l’Ente ha approvato regolamenti urbanistici in cui si impegna a realizzare aree di sosta e disimpegno. A Lecceto non lo ha mai fatto: perché? Anzi ha permesso al Perrozzi di chiudere: voleva favorirne l’arrogante superbia e lo spregio nei confronti dei residente del luogo? Ma i magistrati che fanno? Correggono gli errori o li moltiplicano apposta?
Un bel giorno il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi si alza, infatti, e decide di far chiudere tutto, anche ciò che non può. Il Comune gli dà tutto quello che vuole: e i cazzi amari sono tutti di chi, lì, è nato, è morto, ha vissuto, è cresciuto ben prima dei prediletti da dio, dal Comune, dal luogotenente Maricchiolo, dal Curreli, dal Grieco, dalla Martucci, dal Gaspari e da vari ed eventuali. Il Curreli, il Boccia sono tutti uomini della Anm, associazione nazionale magistrati, che vanno a pontificare sulla bellezza della legalità. Chapeau!
Né io né la mia famiglia siamo più stati in grado di vivere serenamente i nostri beni com’era sempre stato: perché non solo il Comune ha fatto rovinare tutta l’area, ma fra tutti – procura e tribunale compresi – hanno deciso che era giusto così; che cioè una persona anziana e invalida al 100%, Bruna Lapini Bianchini, non potesse più tornare a casa sua perché l’auto con cui doveva esservi trasportata era sgradita al dio non-dottor Romolo Perrozzi e alle teorie angeliche dei Dainelli, Alberti, Ferri, Meoni i quali, pur non avendo completato come previsto le pratiche di condono e in assenza dei documenti richiesti, avevano ricevuto, dal Geom. Franco Fabbri (in cambio di cosa, mi chiedo?) sanatorie edilizie e permessi (falsi?) per costruire perfino funghi e nani Mammolo di Roberto Benigni in Il mostro. A questo ha contribuito l’ex-pubblico ministero Dell’Anno, se ben ricordo: non rilevava reati, lui.
Ma si può andare avanti in una sconcezza amministrativa e morale, in confronto alla quale la corruzione e l’inquinamento del distretto pisano del cuoio sono più gradevoli di uno Chanel numero 5?
E non è finita qui. Quando vo a Lecceto, la Margherita Ferri e il Sergio Meoni mi bloccano l’auto col loro gippone bianco, e devono intervenire i vigili di Quarrata (da loro stessi chiamati) per farmi
Ma diciamoci la verità: vi pare che la mia auto stesse ostruendo il passaggio a madame?
O «autorità costituite», sveglia! O Pistoia è davvero una cupola indegna, in cui solo gli ariani di razza pura hanno diritti e gli altri devono solo obbedienza?
Aggiungete questo: che in quest’area ci sono ben 19 (lo capite questo numero o no?), dico 19, telecamere che spulciano i peli di chiunque passi, non perché il Perrozzi – come dichiara da vero calunniatore – teme che io sia pericoloso e possa aggredire lui e i suoi (e già qui siamo alla follia), ma solo perché deve dimostrare di essere vittima di stalking fors’anche istigato dalle risposte o dalle suggestioni indecenti formulate da Curreli che inserisce nei capi d’imputazione anche le segnalazioni di avvocate favorite quali la signora Madera, spedite in maniera non conforme con mail di mezzanotte e delle 21 in piene ferie augustane!
Allora io vorrei regalare un soggiorno gratis a Lecceto a tutti i protagonisti di questa giustizia in cancrena. Basterebbero anche cinque o sei dì soltanto. E poi vorrei chiedere a Maricchiolo, Curreli, Martucci, Grieco, Coletta, Gaspari, se lo stalker è chi passa sotto 19 telecamere o coloro che, strafavoriti da tutti, 13+6 telecamere le hanno messe lì solo perché sanno di poter contare sull’arroganza di facili privilegi, essendo vergognosamente protetti da tutto e da tutti.
È questa la legge giusta, equa e uguale per tutti, ministro Nordio? O è la legge dell’Opus Dei, che mi permette i cavoli miei?
Ma a Lecceto ci vive gente normale o Gervaso il bradipo ficcanaso?
Sapete che se qualcuno arriva a Lecceto e si ferma la signora Giada Perrozzi esce e domanda informazioni su chi è, cosa fa lì, cosa vuole lì? E se arriva il corriere di Amazon è anche capace di strillare che “è stufa di vedere i corrieri che si fermano sulla strada”?
Ma Claudio Curreli (Anm), Luigi Boccia (Anm), Giuseppe Grieco, Tommaso Coletta, Luca Gaspari, Patrizia Martucci, il sindaco Gabriele Romiti, i vigili urbani di Quarrata: non sono capaci di far capire ai veri stalker di Lecceto che le strade pubbliche, come le donne pubbliche, sono di tutti con un’unica differenza, che le prime devono essere pagate e che le seconde sono libere e non possono essere monitorate da telecamere che s’impicciano dei fatti altrui, come accade a Lecceto?
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