
PIANA. Scrivo la presente lettera aperta, in proprio, quale cittadino che partecipa alle attività del Comitato per la Chiusura dell’Inceneritore di Montale, rivolgendomi al Consiglio Parrocchiale della Parrocchia di San Giacomo alla Stazione di Montale, sorretta dal reverendo don Enzo Benesperi.
Don Enzo è notoriamente vicino alle battaglie del Comitato, da sempre, e credo che abbia dovuto faticare non poco per giungere a fargli un “richiamo/rimprovero”. Il Comitato aveva organizzato una pubblica assemblea con i Sindaci candidati di Agliana e Montale, il 15 maggio scorso, al fine di poter recepire le loro posizioni prima dell’evento elettorale delle amministrative.
È bene richiamare il lettore che il Pd montalese ha più di un argomento per non gradire tali iniziative di tono “antinceneritorista” da sempre e, non manca però di fare “catechesi politica” negli stessi locali ove si riunisce il Comitato, rischiando di far diventare la parrocchia una vera e propria madrasah (vedi foto).

Il Comitato è da un lustro di tempo che si riunisce presso il locale polivalente della parrocchia (che ha una adeguata capienza per le assemblee pubbliche) e, solitamente il giovedì sera lo fa da solo, senza altre associazioni, senza disturbare nessuno, dunque. Insomma, la sala il giovedì è libera e chi scrive, aveva provveduto ad attivarsi presso gli uffici comunali per le notifiche del caso in materia di pubblica sicurezza, essendo una riunione dedicata all’evento elettorale.
Quindi, anche considerata la rilevanza dei partecipanti candidati Sindaci dei due Comuni di Agliane e Montale, r il tema trattato, con la sua ampia valenza sociale, non sono apparse altre perplessità o dubbi sulla modalità di programmazione dell’evento.
Don Enzo, ha però rimproverato il Comitato perché “non aveva dato un preavviso adeguato per l’evento pubblico” e ha detto che avrebbe comunque acconsentito al suo svolgimento, così come sempre ha fatto con altre associazioni anche di partito, aggiungendo di essere un semplice ambasciatore e di parlare per il Consiglio Parrocchiale.

E dunque, qual è il problema: forse l’argomento dell’inceneritore non era politically correct per i consiglieri? Il Comitato ha esperienza di altre parrocchie che – avendo un Consiglio parrocchiale in salsa Pd – ha visto chiudere i locali destinati alle riunioni, ma, comunque, porge l’altra guancia: la presente nota di protesta, non vuole revocare le scuse richieste dalla sig.ra Patrizia Rocchetti per l’incidente.
Ma io, personalmente non ci sto, protesto e denuncio invitando il rappresentate del Consiglio Parrocchiale a un civile confronto interlocutorio, un qualunque giovedì sera alle 21,00, e non a mandare il parroco per una incresciosa (perché assai ben poco cristiana) reprimenda, quanto meno sproporzionata al caso e al contesto.
Lo stesso Consiglio Parrocchiale, è quello che ha permesso e autorizzato lo svolgimento delle festa del Pd che è avvenuta lo scorso anno? Alla fine, tutto torna, direbbe un famoso collega bolscevico, ma lo spirito cristiano si esprime davvero in questi termini…?
[*] – In veste di portavoce del Comitato Chiusura Inceneritore, ospite
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2 thoughts on “L’INCENERITORE, I SINDACI E L’INQUISIZIONE PARROCCHIALE”