LINGOTTINO VUOTO: PERCHÉ MORANDI TACE?

Stefano Morandi
Stefano Morandi

PISTOIA. Torniamo un attimo sulla vicenda del parcheggio del Lingottino di piazza Treviso, “alla barriera”, sollevata da Fabio Calamati sul Tirreno del 22 ottobre.

Da allora, cioè dalla notizia che un parcheggio alle porte del centro commerciale naturale, risulta a tal punto poco frequentato e quindi poco remunerativo che i proprietari hanno chiesto il cambio di destinazione d’uso, nessuna voce si è levata.

Non un comunicato, non una presa di posizione, in linea con la “Pistoia città del silenzio” di dannunziana memoria. Eppure, come osservammo, un fatto come la presunta inutilità del Lingottino come parcheggio, sentenza – diciamo di primo grado –  emessa dell’economia reale, dovrebbe essere vista dall’amministrazione comunale, ma ancor più dalla galassia delle numerose quanto pletoriche associazioni di categoria, come occasione per analizzare lucidamente e realisticamente le esigenze della sosta cittadina.

In altre parole, prescindendo dal caso Lingottino, che comunque merita un approfondimento, come suggerito da un prezioso commento al precedente intervento (vedi), dovrebbe essere più che maturo il tempo per una definizione realistica del numero di posti auto che mancherebbero o meno all’interno della città storica, nell’ottica di una mobilità in grado di renderla fruibile e accessibile a residenti, commercianti, clienti e cittadini di periferia.

La mobilità e la sosta, inutile dirlo, si inseriscono nella programmazione urbanistica assumendo un rilievo fondamentale, nonché sempre attuale. Da un lato, per fare una brevissima panoramica come esempio della non banalità della questione relativamente al centro storico, tanti agiati residenti e professionisti del centro sarebbero ben disposti ad acquisire box auto nei pressi delle loro abitazioni e uffici, dall’altro il parcheggio del Ceppo di viale Matteotti rimane sistematicamente vuoto (vedi Riscaldamenti accesi e porte aperte nell’ex ospedale del Ceppo, e Pistoia, all’ex ospedale parcheggio gratis, ma in pochi lo sanno), così come il centralissimo parcheggio della Misericordia si riempie solo nelle ore di punta, mediamente per neanche due ore al giorno.

Tiziano Tempestini
Tiziano Tempestini

Contemporaneamente lungo le mura di viale Matteotti, così come lungo la Brana di là dalle mura, sono reperibili e sfruttati i posti gratuiti. Inoltre è prevista la pedonalizzazione di piazza dello Spirito Santo, con relativo trasferimento di posti auto nelle (per quanto possibile) adiacenze e in piazza della Sapienza, che dovrebbe essere pedonale, si continua a parcheggiare giorno notte, con la compiacenza dei vigili che fingono di non vedere.

Si pensa a volte che un limite alla valorizzazione degli immobili signorili del centro sia la mancanza di parcheggi pertinenziali (ne parleremo meglio una prossima volta), ma non sempre è così: la sede del Copit di via Pacini, si veda con Google Earth, possiede uno spazio sul retro almeno per trenta auto. In via dell’Anguillara, poi, si potrebbe pensare di ricavare dei posti in diversi spazi pertinenziali prossimi alla dismissione ed infine il parcheggio fantasma sul retro del Seminario (vedi: Un parcheggio sul retro del Seminario. Chi è contrario alzi la mano!), previsto dagli strumenti urbanistici e frequentato, ma non regolamentato e non inserito in un piano della sosta, potrebbe dare una risposta a utenti giornalieri e residenti se solo ci si mettesse a un tavolo con tutti i soggetti.

L’auspicio, nonché scenario ineludibile, è quindi che con il nuovo Vescovo Fausto Tardelli sia possibile un’intesa sulle modalità di fruizione di quello spazio nel rispetto delle prerogative della diocesi proprietaria dell’area e delle istituzioni: del resto la città è un bene di tutti e le innovazioni sociali possono solo aiutare chi le porta avanti.

La piazzetta della Forteguerriana
La piazzetta della Forteguerriana

Dobbiamo però ribadire le molte perplessità destate dal silenzio sul caso Lingottino e sulla sua presunta inutilità come parcheggio. Possibile che i signori Stefano Morandi e Tiziano Tempestini, che in passato avevano paventato la morte del commercio per mancanza di posti auto, rimangano così muti e sornioni?

Eppure la Confcommercio possiede centri studi e risorse economiche che potrebbero (almeno provare a) elaborare un’indagine sulla quantificazione dei posti auto effettivamente richiesti dal mercato.

Effettivamente vuol dire un utente disposto a spendere 40-50mila euro per un box, ad esempio in via Amati come sono in corso di realizzazione, o due euro l’ora per la sosta. Perché la maggior parte della gente, e lo si è visto con il parcheggio dell’ecomostro-gommone San Iacopo al campo di volo, non intende pagare per la sosta: piaccia o meno ma è così, con i parcheggi i margini di business non sono grandi come in passato qualcuno si è illuso.

Acqua in bocca anche per Centro Commerciale Naturale e Commercio Pistoia (neanche un sito internet!): cosa ci stanno a fare allora, tutte queste sigle, se non sono in grado di dare un contributo analitico o propositivo agli interessi delle attività economiche e non solo dei pistoiesi?

Forse Morandi & Compagnia cantante sono solo intervenuti a casaccio, in passato, per fare pubblicità e tifare per un’ipotesi totalmente campata in aria e operativamente irrealizzabile come il parcheggio di San Bartolomeo?

Pare di sì, ed è un peccato, perché con i tempi che corrono sarebbe meglio che tutti avessero un po’ di sale in zucca e si assumessero qualche responsabilità per migliorare e facilitare l’attrattività della città storica.

Leggermente diverso il discorso per la Confesercenti di Maurizio Innocenti e Riccardo Bruzzani, che almeno sta iniziando ad approcciare il problema in maniera integrata e realistica.

Infatti nelle relazioni presentate al convegno di giugno dall’architetto Alessandro Gargini, si parla dell’ottimizzazione del trasporto pubblico come soluzione alla mobilità e all’accesso in centro: del resto le navette ad alta frequentazione sono quadratura del cerchio in tutte le città europee.

Gli orti del Vescovado
Gli orti del Vescovado

Per la verità, nella relazione di Gargini, mentre si enuncia (vedi) il concetto di smart city, si continua a proporre, in maniera significativamente minore rispetto alle proposte assurde di qualche anno fa (vedi), la necessità di parcheggi all’interno della terza cerchia muraria.

Proposte assurde perché, come detto, proprio all’interno della terza cerchia il Lingottino e il Ceppo sono in deficit di domanda e perché alcune aree erroneamente pensate come parcheggio costituiscono invece un fattore di qualificazione e rilancio per la città tutta.

Penso agli orti del Vescovado, tra via Zamenhof e il retro del palazzo vescovile nuovo di via Puccini: non sarebbe opportuno renderlo accessibile e progettarlo per le più svariate funzioni verdi?

Perché non parlarne al prossimo appuntamento di Leggere la città?

Vedi anche:

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