lo stato che non c’è. ITALIANI E NON ITALIANI

Papa Bergoglio e il pugno
Papa Bergoglio e il pugno

PISTOIA. Il Papa argentino, a precisa domanda su come avrebbe reagito se qualcuno gli avesse offeso la madre, ha risposto che gli avrebbe sferrato un pugno (vedi).

Se lo dice Papa Bergoglio, “dice bene”.

Io cittadino di Pistoia, quando quasi quotidianamente esco il pomeriggio e non solo o trovo un parcheggio, mi sento mettere le mani sulla spalla, chiamare “fratelo”, “babbo”, “capo” etc.

Poiché non sono il Papa e mi limito a mandarli a quel paese in maniera talvolta assai colorita, sarei un razzista? Allora, purtroppo, lo sono.

In più c’è una ragazza nera, sempre in centro, che assomiglia alla Kyenge, ma più giovane, che ossessivamente, con una dentatura che neppure un cavallo di razza possiede, avvicina preferibilmente gli anziani, offre la solita mercanzia e, forse, chissà, si attende qualche proposta “indecente” che, purtroppo per lei e il suo fisico, difficilmente riceverà.

Questa è Pistoia, capitale della cultura 2017, e il suo centro storico: e se qualcuno vorrà smentirmi, sono a disposizione. Stessa situazione riguarda tutta la città.

Domanda: posso “incazzarmi” se qualche nero mi chiama “fratelo”? Io penso di sì e se qualcuno pensa il contrario, non me ne frega niente.

Posso incazzarmi se qualche nero mi “fionda” una pacca sulle spalle e mi chiama “babbo”? Io penso di sì. Ciascuno è fatto a modo suo e pensare di avere certe parentele, per di più sconosciute e mai rivelate, mi fa incazzare.

Don Gallo
Don Gallo

C’è la Parrocchia di Vicofaro, ci sono i preti alla don Gallo, c’è la Caritas e tanti edifici vuoti, sia della Curia che del Comune.

Mettiamoli lì dentro e facciamoli accudire da preti, politici, mogli e figli vari, sia quelli conosciuti che non, a cominciare dalla Boldrini, visto che il gruzzoletto giornaliero di euro già glielo passiamo noi e non questo Stato imbelle e in attesa di qualche camionista pazzo che, come a Nizza, ha fatto strage di persone innocenti, sembra, in nome dell’Isis.

Per non parlare di quel signore e consorte, lui deceduto e la moglie ritrattante la dinamica, che ha portato allo scontro mortale con un “bianco” che è stato subito tacciato di picchiatore fascista e simili lordure e che ha scatenato la solidarietà di alcune parlamentari cialtrone, di variata coloritura pigmentosa che hanno inteso rappresentare lo Stato, quello loro, non il mio, ai funerali del signore di cui sopra.

A quando il prossimo “colpo” in nome di Allah? Nel frattempo continuate a farvi chiamare “fratelo”, “babbo”, “capo” e altro ancora. Fatevi impietosire e dategli pure qualche soldarello.

Non sarà che questi ragazzi neri che non hanno avuto la fortuna di avere nel loro Paese un’Anpi di turno che gli insegnasse a combattere, siano davvero “frateli” di molti italiani?

P.S. – Le dieci vittime “italiane” massacrate in Bangladesh sono state fortunate: risulta che nessun politico abbia partecipato ai funerali in rappresentanza del sedicente Stato Italiano.

Noi italiani, quelli senza “frateli” e “babbi”, siamo però loro vicini. Perché noi siamo italiani.

[Felice De Matteis]

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2 thoughts on “lo stato che non c’è. ITALIANI E NON ITALIANI

  1. Buon giorno Felice, io penso che nonostante le apparenze, l’obbiettivo dei suoi strali non siano gli immigrati, in quanto la reputo troppo intelligente per non sapere che alla fine di tutto, ciò che siamo dipende molto se non del tutto al netto, degli inni nazionali ipocriti alla francese, dal luogo in cui nasciamo. Penso che l’obiettivo siano i nostri politici ai quali tra poco, non resterà che dare un bel calcio nel sedere. Non per cattiveria, ma perchè non è bello vedere persone che camminano per strada con difficoltà, a causa della sedia che hanno incollata al sedere e dei troppi pasti a spese del contribuente. In definitiva Felice, Lei è un buono che animato da spirito caritatevole vuole aiutare questa gente (i politici) a camminare per strada come persone normali. Se serve una mano, anzi un piede, io ci sono.
    Massimo Scalas

  2. Leggo nell articolo che nessun politico si sarebbe presentato in rappresentanza dello
    Stato Italiano ai funerali dei nostri italiani a cui in Bangladesh i terroristi hanno tagliato la gola come capretti perché non sapevano il Corano. L assenza ai funerali non credo sia un caso. L impressione è che ci sia il tentativo di non ingenerare sentimenti di intolleranza. Se ricordate anche le premeditate e sistematiche aggressioni alle donne in Germania l ultimo dell anno non hanno avuto una grande eco. Chi ha voluto tenere un profilo basso per i morti italiani in Bangladesh, e’stato anche aiutato dalla vera tragedia nazionale del giorno dopo.. gli “italiani” piangevano con Buffon, Barzagli e Bonucci la sconfitta ai rigori.

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