
PRATO. Chiediamo al ministro della Giustizia di riferire quanto prima in merito agli sviluppi dell’operazione sulla criminalità organizzata che opera nel settore dei rifiuti tessili di Prato.
Il senatore Mario Giarrusso, membro della commissione antimafia del M5S ha presentato al Ministro della Giustizia una interrogazione in merito agli sviluppi dell’operazione di polizia giudiziaria coordinata dalla Dda di Firenze che, in data 23 luglio 2013 ha visto coinvolto il Corpo Forestale dello Stato, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nonché i tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), con la perquisizione di oltre 100 siti tra aziende e domicili privati in 10 regioni (Toscana, Abruzzo, Campania, Veneto, Lombardia, Umbria, Lazio, Trentino, Liguria ed Emilia Romagna).
L’operazione veniva condotta a seguito di attività di indagine relativa ad un ingente traffico internazionale di rifiuti verso paesi del nord Africa e dell’Estremo Oriente (Cina) per il tramite dell’Est Europa.
Nell’ambito dell’operazione venivano disposte due misure di custodia cautelare a due esponenti della criminalità organizzata campana con base operativa a Prato, Vincenzo e Ciro Ascione, attivi nel settore degli indumenti usati rappresentanti delle famiglie protagoniste della lotta per il monopolio del settore degli “stracci” dei clan ercolanesi che si sono contrapposti nel territorio pratese, Birra – Iacomino ed Ascione – Saurino, fin dagli anni ‘90.
I due imprenditori campani avrebbero anche messo in atto un’attività di usura ed estorsione condotta parallelamente alla gestione illecita dei rifiuti, consumatasi a danno di imprenditori locali; infatti la Polizia Giudiziaria avrebbe proceduto di cui all’art. 644 del codice penale per usura pluriaggravata con finalità mafiosa.
“L’indagine riguardante la presenza ed attività dei clan campani in territorio toscano, sostiene il senatore Mario Giarrusso – avrebbe toccato importanti filoni del traffico internazionale di rifiuti, e questo confermerebbe che attorno al settore degli indumenti usati e dei rifiuti tessili gira un sistema criminale ben consolidato che opera nel territorio pratese e italiano, sistema criminale capace di creare una sinergia criminale italo-cinese considerato che nell’ultimo decennio vi sono state numerose indagini delle Dda delle Procure, visto il sempre più elevato e concreto il rischio di stabili collegamenti della criminalità cinese con le mafie autoctone radicate nel nostro territorio, come anche attenzionato nei Report on Environmental Crime editi dalla Agenzia della Unione Europea EuroJust.
Questa situazione critica relativa alla presenza dei clan camorristici in territorio toscano in merito alla gestione dei rifiuti, è stata negli anni posta sotto attenzione anche dalla Fondazione Antonino Caponnetto, che nei diversi report sui rifiuti in Toscana, ha posto l’attenzione alle numerose indagini sull’operato delle mafie in questa regione.
[capasso – m5s prato]
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