
LA VERSILIANA. Mario Giordano, giornalista Direttore di Rete 4, tradizionalmente un moderato, in giacca e jeans, faccia da eterno ragazzo, infiamma la platea della Versiliana offrendo la temeraria speranza della salvezza nazionale, con l’uscita dall’Euro.
Giordano è qui per presentare il suo libro, il cui titolo è davvero eloquente, e mentre Telese lo introduce, comincia già a parlare di quegli uscieri da 6mila euro netti di stipendio o di archivisti da 9mila, e poi per occuparsi di che cosa?
“Mi sono trovato tra le mani – racconta Giordano – un rapporto tecnico su orinatoi e sciacquoni… un’analisi puntale sui vari dispositivi, che finisce in una formula matematica (l’ottimizzazione dell’orinale)… insomma – conclude – per (diciamo) mingere (= pisciare – n.d.r.) europeo devi conoscere il teorema di Pitagora. Ma si occupano anche di banane, che se non sono almeno 14 cm. non sono banane; dello sviluppo superficiale del cetriolo; ci impongono di indicare il nome latino dei pesci esposti nei mercati a pena di contravvenzioni salate”.
Telese offre un assist al già infervorato Giordano, ricordando l’analisi giuridica di Giuseppe Guarino, ex Ministro delle Finanze, che aveva rilevato l’illegittimità del Fiscal Compact costringendo Barroso ad ammettere che il pareggio di bilancio contraddice Maastricht.
Giordano riprende affermando che i parametri di Maastricht sono stati introdotti dalla burocrazia, ma anche contro la volontà dei politici; e conclude dicendo che l’Europa non ha come obiettivo l’occupazione e la crescita, ma solo il mantenimento delle regole di Maastricht.
“L’Europa, che trova come unificante solo la moneta, lo vedi che è una cosa folle? Se vogliamo fare un’unione di popoli non si fa con una moneta… è come fare una squadra di calcio con uno storpio, un cieco e Balotelli: poi se uno non tocca palla la colpa è sua … ma poi ci fossero mai? Avete visto con i vostri marò” (applausi scroscianti).

L’autore è convinto che tassi e mutui non riceverebbero nessuno dei paventati danni, ne soffrirebbero solo le Banche che sono le sole ad aver fatto investimenti all’estero.
Telese ricorda che non esiste nemmeno un protocollo per uscire dall’euro e Giordano ribatte che “chi non vuole dice che non si può, e perché? Non si poteva non entrare e adesso non si può uscire…”
“In dodici anni – sottolinea – il reddito medio dei cittadini inglesi è aumentato del 7%, quello degli italiani è calato della stessa misura. Noi non decidiamo più niente! Il nostro Ministro dell’economia fa anche un po’ pena: prima di prendere qualsiasi decisione deve passare dalla Germania a baciare la pantofola della Merkel…”
“È vero – aggiunge – che col cambio di moneta avremo una svalutazione e sarà la nostra salvezza perché adesso siamo in deflazione e invece abbiamo bisogno di inflazione. Voglio tornare alla svalutazione competitiva! Perché ad oggi abbiamo solo ucciso l’economia mentre il debito cresce…”.

Telese chiede a Giordano se non ha pensato di candidarsi e lui risponde assolutamente no. Dice di scrivere libri per poterli presentare, per andare tra la gente a dire quali sono le sue riflessioni, le sue conclusioni: “Preferisco produrre idee, indurre la riflessione”.
A mia volta chiedo se non si sentirebbe di farsi promotore dell’introduzione del referendum deliberativo (che nella nostra Costituzione non esiste) e quello abrogativo, che invece abbiamo, ma non è esperibile in materia di trattati internazionali, per sottoporre alla volontà popolare l’uscita o meno dall’euro: e la sua risposta è affermativa, di apertura: non dimenticando che ciò richiederebbe una riforma costituzionale… e già sappiamo.
Buon lavoro, Direttore!
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