Qui ripubblico le cose per come stanno in base agli atti ufficiali. Se poi per me e Linea Libera si chiederanno e si otterranno ergastoli a Montecristo, concludo, con l’orgoglio di una persona perseguitata dall’autoritarismo di stato, che non me ne può importare di meno e che il tempo farà decantare il vinsanto nel caratello
Ma è poi così difficile riuscire a leggere una carta se perfino il Mazzanti ce la fa a riconoscere quelle del burraco?
STUDIATE LE CARTE, LEGGETE GLI SCRITTI
NON SIATE FAUTORI DI FALSI DIRITTI

Tema: trasparenza del Comune di Quarrata. È talmente tanta, che non si riesce a trovare niente nell’albo pretorio.
Può darsi che non sia capace io, ma la ricerca non è agevole. Specie quella di atti pubblici come «l’ingiunzione di demolizione del Comune di Quarrata del 14.6.2022, n. 28900, adottata ex art. 196, commi 2, 3, 4 e 5 della L.R.T. 10.11.2014, n. 65, relativa alla intervenuta realizzazione nel compendio immobiliare di proprietà dei ricorrenti sito in Quarrata, località Montorio, Via di Lecceto, n. 1».
Gli interessati sono i Sigg.ri Romolo Perrozzi, nato a Pescina (AQ) il 21.12.1953 e residente in Quarrata (PT), Via Lecceto, n. 1 (C.F.: PRRPML53T21G492F); Giada Perrozzi, nata a Firenze il 25.1.1984 e residente in Quarrata (PT), Via Lecceto, n. 1 (C.F.: PRRGDI84A65D612M) e Gaia Perrozzi, nata a Firenze l’11.6.1978 e residente in Serravalle Pistoiese (PT), Via Borsellino, n. 5 (C.F.: PRRGAI78H51D612K).
Si tratta dell’ingiunzione a demolire una serie di opere “abusive” del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia, pompato dalla procura pistoiese (sostituti Claudio Curreli e Giuseppe Grieco, con poderoso intervento anche della Gip Patrizia Martucci che, a monte di pure presunzioni di colpevolezza – peraltro prive di fondamento e soprattutto di prove – si è permessa, con la superficialità che a mio parere caratterizza l’operato di molti magistrati, di infliggere a chi scrive 104 giorni di ingiusti, irragionevoli e puramente afflittivi arresti domiciliari.
Con le ultime decisioni del Comune di Quarrata (abusi edilizi), si delinea, infatti, sempre più chiaramente, lo sfondo su cui il Perrozzi si è mosso nelle terre di sua proprietà dal 98, che però, per legge e regolamenti, erano e sono comunque soggette alla servitù di uso pubblico demaniale, un “interesse pubblicistico” che il sostituto Giuseppe Grieco non riesce proprio ad afferrare confondendolo, nonostante la sua laurea, con un semplificato e ben più comodo «interesse personale» di chi scrive.
Dal canto loro, né i sostituti e Gip, né il giudice Luca Gaspari hanno provato, saputo o voluto leggere carte, documenti, leggi: più facile cedere alla tentazione di risolvere il caso incriminandoci di stalking giornalistico, un reato inventato ad hoc per chiudere la bocca a Linea Libera, testata scomodissima?
E intanto inizia a venir fuori che il Perrozzi, sotto il profilo abusivistico, non è poi un “fiorellin di serra” casto e puro come si descrive e si fa descrivere dalle avvocate Giovanna Madera, Elena Giunti e Diletta Lastraioli. Così il Tar Toscana nei giorni scorsi.
Tornando alla trasparenza (non provata) del Comune di Quarrata, a forza di cercare, stamattina mi sono imbattuto, on line, in documenti interessanti: le cartografie del 1962 dell’area di Montorio-Lecceto, rilevate sùbito dopo il censimento del 1961.

Mettono in luce quello che ho sempre scritto (che il Perrozzi è un privilegiato del Comune di Quarrata) e che, fra Claudio Curreli, Giuseppe Grieco, Patrizia Martucci e Luca Gaspari, il tribunale di Pistoia ha trasformato irragionevolmente – e pertanto in ipotesi di eccesso di potere quando non anche di omissione e abuso d’ufficio – in calunnia e stalking giornalistico, con una operazione più fantasiosa, credo, dei romanzi di Jules Verne, specie Dalla terra alla luna o Ventimila leghe sotto i mari.
Il Perrozzi, dopo l’acquisto a Lecceto, dovette, evidentemente, montarsi un po’ la testa, opinando – in maniera del tutto palesemente errata e distorta – che, su ciò che era suo, potesse esistere uno ius aedificandi assoluto, incontrollato e incontrollabile.
Fece perciò chiudere con poderosi cancelli e catene delle strade vicinali-interpoderali impedendo l’uso pubblico di ciò che era dovuto a chiunque del popolo sin da tempo immemorabile.
È vero che ottenne le autorizzazioni da parte del Comune: ma ciò non toglie che quelle concessioni non potevano e non dovevano essere riconosciute.
La cosa più grave è l’aver visto, in quasi tre anni di guerra pubblica a suon di articoli, carte e prove; è l’aver visto, dico, che il giudice Luca Gaspari non solo non ha letto (o non ha voluto leggere e informarsi sui fatti), ma ha pure ignorato la testimonianza del capo dell’ufficio tecnico di Quarrata, l’ingegner Iuri Gelli (fra l’altro anche falsario e non da solo), che, in aula e sotto giuramento, riferì che il Perrozzi aveva chiuso con solidi cancelli tre strade interpoderali/vicinali presenti nelle terre da lui acquistate.
Lo stesso dicasi delle due piazzole di uso pubblico che il sindaco Marco Mazzanti, dall’altro della sua magistrale ignoranza, definì «roba da liti fra vicini».
L’assessore interessato ai lavori pubblici, due anni e mezzo fa, era il Romitino, anch’egli fornito di una misera licenza media e, a sua volta, falsificatore di firme di elettori per le regionali di una ventina di anni fa. Ma comunque eletto plebiscitariamente sindaco, grazie alla cultura sinistra della sinistra che nega anche l’evidenza.
A detta della Gip Patrizia Martucci, io sarei uno che non rispetta le «autorità costituite». Ed ha perfettamente ragione, se le «autorità costituite» a lei care – fra cui ricomprendo pure la procura e il tribunale di Pistoia – lavorano con così scarsa serietà, come è successo in questo non unico caso.
Qui ripubblico le cose per come stanno in base agli atti ufficiali. Se poi per me e Linea Libera si chiederanno e si otterranno ergastoli a Montecristo, concludo, con l’orgoglio di una persona perseguitata dall’autoritarismo di stato, che non me ne può importare di meno.
Lo affermo per una ragione semplice: che la verità oggettiva esiste. Anche se i giudici – a cominciare da scandali eclatanti come il caso-Tortora o la condanna di padre Fedele Bisceglia a opera di Curreli – fanno salti mortali e ribaltati per dimostrare il contrario. D’altronde cosa si aspetta la Gip Martucci da un Comune che all’edilizia e all’abusivismo edilizio aveva, ed ha riconfermato, un costruttore abusivo come il capelluto Simone Niccolai? Ma siamo sicuri che Dio sia con noi?
Buon fine luglio 2022 a tutti.
Edoardo Bianchini
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