Ecco la pianta: ma perché tanta protezione intorno all’area “beneficata” della Misericordia & altri?
MONTALE. Nella precedente consiliatura montalese, quinquennio 14-18, sedeva, fianco a fianco con Betti, sui banchi della maggioranza, il consigliere Massimiliano Nesi.
Il Nesi, oggi non più consigliere, è figlio dei signori Fiorello (classe 1948) e Stefania Nesi (classe 1951), residenti a Montale in via Risorgimento.
Dopo un preliminare (anch’esso, sembra, trascritto), con un rogito di compravendita del 6 novembre 2017, redatto dal notaio Mario Muscariello di Montemurlo, i coniugi Nesi hanno venduto un terreno di appena 396 metriquadri, attestato sulla via Risorgimento a Montale, alle signore Perla Zampini (classe 1955) e Tatiana Martini (classe 1979). Si noti bene: terreno agricolo, quindi di scarso valore, ma a 30mila euro, cioè la bella cifra di 75,75 € al metro.
Questo «orticello» corrisponde alla particella catastale 1097 del foglio 26 del catasto terreni del comune di Montale. Non poteva essere scritto nell’atto, perché ciò avrebbe richiesto le capacità divinatorie del Mago Otelma, ma, nell’aprile del 2019, il nuovo strumento urbanistico del Comune di Montale ricomprende questa prestigiosa, preziosa e costosa particella venduta dai Nesi, nell’area di atterraggio AA 1 (un perimetro più grande, insieme ad altre proprietà beneficate dal Comune). All’area AA 1 viene concessa una potenzialità edificatoria di circa 2.000 metriquadri. Si tenga bene a mente che stiamo parlando di terreni agricoli che rinascono edificabili in un processo di rigenerazione come quello dell’Araba Fenice.
Da questi particolari (ancora minimi e timidi)
Il frontespizio dell’atto di compravendita
la prima cosa che balza agli occhi è che, a vendere, sono stati i gentori di un consigliere comunale della maggioranza di Ferdinando Betti
la seconda è che il prezzo, per un terreno agricolo di 396 metri, è obiettivamente esorbitante sotto ogni punto di vista
la terza è che gli acquirenti (le signore Zampini e Martini) sono gli stessi o con gli stessi che hanno acquistato anche altri terreni intorno (Misericordia compresa).
La compravendita dei 396 metri pare sia stata curata, per ambedue le parti (venditrice e acquirente), dallo stesso studio tecnico (Meoni di Montale), a quanto si sente dire piuttosto vicino all’amministrazione di Betti. Se non fosse così, non è affatto necessaria una querela: basterà che gli interessati richiedano una rettifica ai sensi dell’articolo 8, Legge 47/48 – evitando accuratamente di intasare di cartastraccia la procura della repubblica di Pistoia.
Quest’area di atterraggio AA 1 verrebbe ad avere, come proprietari, salvo se altri, le signore Zampini-Martini e la Misericordia di Pistoia, che sia pure ad un esame superficiale dei fatti e delle carte, sembra essere davvero molto vicina al Padreterno per due motivi:
2) si ritrova, oggi, miracolosamente, con altro terreno agricolo passato edificabile, nella condizione di poter vendere ancora terreno a un prezzo “appetitoso” per l’edificabilità concessa dal nuovo strumento urbanistico.
Non una trasformazione di acqua in vino come alle nozze di Cana, dunque; ma un doppio miracolo, come la moltiplicazione sia dei pani che dei pesci. Perciò, come non pensare che l’Arciconfraternita è davvero nelle grazie di Dio secondo un’ottica, più che cattolica, svizzero-calvinista, il cui «credo» afferma che la grazia del Signore si traduce sempre e comunque tangibilmente in conti correnti, depositi bancari e cassette di sicurezza?
Tutto questo, per ora, è l’inizio della parte pubblica della questione-Carbonizzo. Ma non è detto che la cosa sia qui esaurita: è probabile che ci sia anche una parte per così dire «riservata» suscettibile di venire a galla in séguito e magari con maggior dovizia di particolari curiosi, se non addirittura tragicomici.
Betti parla e non dice, dice e nega, nega e afferma. Ma ora come cominciamo a metterla?
Insomma, signor Ferdinando Betti e geometra Riccardo Vivona, questo che voi ignorate e dite e ribadite pubblicamente di non conoscere, è un bel “segreto di Pulcinella”, perché – come ricorderete, dato che lo abbiamo già scritto altrove – è bastato fare una ricerca da nulla per poter arrivare a individuare movimenti di proprietà e proprietari di cui voi vi dichiarate assolutamente all’oscuro.
Fermiamoci, allora, a una considerazione superficiale, ma significativa: i genitori di un consigliere di maggioranza ben noto a Betti (o Betti non era tenuto a conoscerlo?) hanno venduto ancor prima di sapere quale «cacio sui maccheroni» sarebbe caduto su quel loro fazzoletto di terra: e hanno fatto una cosa buona e giusta, liberandosi di un possibile sospetto di conflitto di interessi per quel cacio che sarebbe caduto dopo.
Lasciateci, però, il diritto di poter nutrire qualche dubbio in proposito se, per un orto da cipolle e insalata, i signori Nesi hanno strappato una cifra di 30mila € (ben 75,75/metroquadro), con un guadagno ben più remunerativo di quanto lucrano i creditori dello stato con i titoli del tesoro financo quando lo spread supera i 500 punti di differenziale!
Stasera, dopo cena, consigliamo a tutti una buona dose di Gaviscon – perché potrebbero esserci vari bruciori di stomaco in circolazione.