Secondo il traghettatore Ugo Bellini, la Consigliera Angela Caprio non ha i requisiti per essere candidata alla elezione di Presidente delle Misericordie. Dura lex, sed lex, ma il regolamento è forse interpretato male?

FIRENZE. Noi non conosciamo la consigliera Angela Caprio di Roccasecca Lazio, avvocato di professione. Sappiamo però che ha un lungo percorso nel volontariato delle Misericordie e per questo è poi approdata al board della Confederazione nazionale delle Misericordie. Sappiamo che ha pesantemente denunciato la malagestio della Confederazione, con alcune lettere aperte dove contestava irregolarità.
Lei ci dice che è presto per una intervista, ma si impegna a rendere informati tutti i Governatori per lavare i panni in casa, fino quando si può.
Tanta roba che ci impegna a chiederci: ma se la Caprio avesse anche ragione per un terzo soltanto sulle critiche espresse, gli altri consiglieri dormivano o cosa altro?
La poltrona della consigliera Caprio – ci dicono alcuni informatori – non è una poltrona che viene soltanto “scaldata” come molte altre, avendo fatto una serie di contestazioni alla precedente gestione di Roberto Trucchi,. Lei stessa aveva osservato molte anomalie e irregolarità anche sulla applicazione dello Statuto.

A Ugo Bellini (presidente facente funzioni della Confederazione delle Misericordie) chiediamo, pubblicamente (c’è la email in fondo all’articolo):
– è sicuro di avere applicato l’articolo 3 in modo corretto, fatto che si parla di ineleggibilità e non di incandidabilità?
– quali sarebbero le “liti pendenti” con la Confederazione nazionale?
È quindi comprensibile che contro di lei, sembra essersi rivolta la nomenklatura della vecchia gestione, che chiaramente, non potrà immaginare una competizione elettorale con una antagonista storica (ma questo non è clamorosamente indemocratico e vessatorio?) e per questo le ha opposto il niet, richiamando una disposizione del regolamento elettorale, ovvero l’articolo 3, che al comma 3, propone il diniego alla elezione (non alla candidatura!) a chi ha lite pendente con la Confederazione o con i suoi organi o con i suoi organismi decentrati, in quanto parte in un procedimento penale, civile o amministrativo, sia a titolo personale che in rappresentanza di uno o più Associati;
Dunque, se è forse vero che l’avvocato Angela Caprio ha promosso degli esposti contro la Confederazione Nazionale per ipotesi di reato connesse alle ripetute malagestioni della Confederazione, non dovrebbe essere applaudita e encomiata per una coraggiosa protesta fattivamente espressa con la forza della giustizia e l’autorevolezza di una professionista?

E se le denunce della stessa Consigliera venissero accolte con la censura tecnica/giudiziaria degli organi di governo della Confederazione, come la mettiamo?
Avremmo visto caducare all’origine una potenziale risorsa per l’intero movimento e disperdere delle risorse umane preziosissime per l’Associazione.
Non è questa una misura chiaramente limitativa della capacità dell’associazione di disporre di figure nuove e diverse che possono – e di questo ci sembra ve ne sia davvero bisogno – cambiare la direzione di marcia e portare le Misericordie d’Italia verso dei risultati che siano davvero convergenti e coordinati con le solenni predicazioni (purtroppo) solo formalmente recitate nello Statuto nazionale?
Non è tutto questo paradossale e controverso al più elementare sentimento e giudizio di buon senso?
Ci sembra di ricordare che i colletti bianchi di via dello Steccuto non furono tanto zelanti con Leonardo Sacco, dopo che venne arrestato per le note vicende criminose di Isola, ma venne trattenuto in carica per quasi un anno: forse per evitare di avere dei subentri, pericolosi (nome e cognome: Angelo Cuzzola) per come avrebbe sicuramente “scoperchiato troppe pentolacce”?
Alessandro Romiti
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