
Con la lettera del Cardinale Parolin, ovvero di Francesco, sono sciolte le perplessità della Conferenza episcopale a noi espresse e la Chiesa si allinea con le Misericordie in un sodalizio di intenti. Un atto di chiara fede, ma verso chi, ma soprattutto come? Al Papa è stata riportato tutto?
FIRENZE-ROMA. La prima udienza del Vescovo di Pistoia per delle “misericordiose question”, è stata nel mese di Maggio del 2013 con l’allora Vescovo Mansueto Bianchi che dopo averci ascoltati sulle denunce delle irregolarità gestionali della Misericordia delle famiglie Artioli/Morosi, decise di chiudere un occhio (anzi tutti e due, visto che era già stata fatta la telefonata del direttore Riccardo Fantacci per i fatti della Misericordia di Agliana).
Monsignor Bianchi non poteva non sapere, essendo anche il correttore dell’Arciconfraternita, quindi fu con noi un poco reticente e non sembra essere stato l’unico alto prelato a comportarsi così: perdonatèci tutti, ma al Giandomenico, piace la parresia e anche a noi. Tanto.
La seconda udienza la facemmo, quali spettatori e tecnici dell’informazione, all’incontro con il Vescovo Fausto Tardelli nella tarda primavera del 2018, quando il delegato della “Vecchia Guardia” Francesco Bullentini (un sodalizio di misericordiosi integerrimi, per questo integri e non cooptati alle logiche di sistema che hanno permesso gli avvenimenti del C.a.r.a. di Isola Capo Rizzuto e altre amenità) chiese udienza per rappresentare la sequela di gravi irregolarità gestionali che affliggevano il sistema delle Misericordie d’Italia, soffocate nell’ignavia di molti “correttori morali”, governatori e colletti bianchi che, infatti, hanno causato il default finanziario, etico e morale della Confederazione (e ancora non è finita la storia: presto arriverà un ulteriore scoop, cari con – fratelli/sorelle!).

Allora, il Vescovo Tardelli – che ammise Linea Libera all’incontro – allargò le braccia e ci spiegò che alla Cei (Conferenza episcopale italiana), si erano da tempo posti il problema di dover uscire dalle Misericordie, non potendo risolvere né limitare l’incresciosa serie di episodi di amoralità e irregolarità gestionali che vedeva le organizzazioni – ovvero i suoi correttori morali (non importa citare Don Scordio, Don Tofani o altri numerosi) – a clamorose figuracce per incresciose malversazioni sulle quali non vogliamo fare richiamo alcuno, essendo piene le pagine dei quotidiani, anche strutturali, oltre a web e televisione.
Tutto affogato nel silenzio più assordante.
Monsignor Tardelli ci consigliò quindi di parlare con l’Eccellentissimo (così lo chiama Parolin e noi ci adeguiamo) Vescovo Franco Agostinelli che all’epoca era l’omologo della Diocesi di Prato e, oggi è ancora, l’inavvicinabile Correttore Nazionale; uno che in dispetto al presupposto di cristiana fratellanza e solidarietà, negò ogni considerazione alla delegazione di confratelli postulanti che era formata da volontari e governatori provenienti da diverse parti d’Italia.
La motivazione? Era la presenza della nostra testata che è un poco vista – comprensibilmente – come il diavolo!

Una delegazione respinta e mortificata che si sfogò con noi instaurando – questa volta sì – una fraterna collaborazione giornalistica con ricchezza di informative che proseguono come ben sapete voi lettori.
Insomma possiamo dimostrare che l’Eccellentissimo, non apprezza le domande e preferisce l’eccellenza del silenzio e del potere, quello indisturbato.
Non è forse così?
Per niente scoraggiato, il confratello Bullentini (anche un veterano della sede di Betlemme che meriterebbe una apposita trattazione di una decina di articoli), chiese dunque, nostro tramite, a Giuseppe Betori, il Cardinale che presiede la Cet (Conferenza episcopale toscana) il quale – provate a dire – ci negò di nuovo ogni considerazione, lasciando che il dossier di denunce, rimanesse negli zainetti dei delegati, delusi e sconfortati per tanta resilienza che, agli occhi di un cristiano, pare consolidare il peccato di ignavia.
Ai nostri occhi, questo comportamento appare più tecnicamente come un classico “muro di gomma”, visto che nessuno degli ecclesiastici, fra questi altri Vescovi, e numerosi Correttori morali, vuole parlare di Misericordie: come mai?
Oggi, che Papa Francesco ha detto “sì”, con una lettera firmata dal suo Segretario di Stato Parolin e che vi riportiamo sopra, accettando la riconfigurazione dell’organizzazione di volontariato sotto l’ala dell’ottimo Giani (c’ha un curriculum vitae che è davvero esemplare: l’avete visto?), la Chiesa e tutta la Cei restano a fianco delle Misericordie che dunque manterranno un profilo formale di sostanziale orientamento religioso di impronta cristiana.

Ma possiamo chiederci se potrebbe (o meglio dovrebbe) valere anche quì il precetto laico di Libera Chiesa in libere Misericordie o c’è una diversa motivazione di carattere generale che giustifica tale sodalizio, poi rinnegato negli incresciosi episodi di cronaca per malagestio e connesso prosciuttismo sugli occhi dei numerosi correttori che sembrano voltarsi dall’altra parte per le mancate azioni di controllo e indirizzo?
Qualcuno potrà spiegare agli oltre 100mila volontari che cosa sarà delle Misericordie d’Italia?
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.info]
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