montalbano & stupri. SU LECCETO (E NON SOLO), CARO PIPPO, DÌLLA TUTTA E SMÉTTILA DI RACCONTARE FROTTOLE DA “FELLINI 8½”!

Al sindaco Mazzanti sfugge il più. Non sa orientarsi praticamente su nulla (la preparazione politica non è la stessa cosa del livello culturale personale); ed è costretto ad essere un gingillo in mano a chi vanta un curriculum in teoria più ricco del suo

 

I compagni sono spesso come Renzi, Zingaretti, la Boldrini, il papa, il non-presidente della repubblica, Giuseppi il duce di Gallipoli, la magistratura di Palamara etc. etc.: o parlano troppo e a vanvera o sono muti come i pesci da una settimana sui banchi di marmo del mercato ittico

 

PÀRLAN, RÌDON, STANNO MUTI:

PÈNSAN D’ESSER GENÎ ASTUTI?

 


 

QUARRATA, 26mila 727 abitanti al 31 dicembre 2019 – dice l’Istat. Tutte queste persone – una massa cospicua di sudditi del Pd, non di cittadini – sono affidate alla mente sottile di un uomo che vedete ritratto in bianco e nero. Si tratta di Marco Okkione Mazzanti, il sindaco (oggi per il secondo mandato) che bàzzica la comunità della bandiera bianco-rossa del non-presidente Mattarella da circa una ventina d’anni, fra assessorati e sindacato.

 

Tra un “grostino” e un assaggino,
il Mazzanti loda il vino:
e anche l’olio e il Montalbano,
dove c’è il boscabbaccàno

 

Lo conosco da quando era bimbetto in prima media. Gli ho “fatto scuola”, ma allora mi pareva assai meglio di oggi: invece di fare come il Chianti, che col tempo mègliora (dicono a Pistoia), è passato in aceto, aspro e crudo e non balsamico, anzi!

Ieri nel tardo pomeriggio, Eulalia Torricelli dagli occhi belli di Quarrata, ha fatto una passata (non di pomodori, ma certo da pomodori) su una delle trasmissioni della corallifera Tvl-Tv Pistoia Libera, la televisione degli handicappati della fu Aias, ma, di fatto, il feudo personale di San Manone del Bottegone e della sua famiglia.

Mazzanti è adatto a queste cose: fa solo comparsate & passerelle. Al sabato mattina sul mercato a comprare la frutta e la verdura; poi da tutte le altre parti. Lui parla, dice, sorride, promette, chiacchiera e, alla fine, come si dice, non fa un cazzo: teoria e tecnica del Pd degli ultimi trent’anni, dall’ammazzatina (Salvo Montalbano) in Mani Pulite della Prima Repubblica, quella che rubava da 3 al 5%; ad oggi, Repubblica numero N, che, però, s’arrùbba dal 30 al 50% dei quattrini del popolo. Ma siccome siamo nell’era del politicamente corretto, tutto va ben, madama la marchesa!

Quando era ragazzino in prima media, qualcosa capiva. Almeno il calcio, sì. Era – se non ricordo male – focato per il Cagliari (brutta città, patria della Marogna amica di quel sant’uomo di Becciu!). Poi, a forza di realizzarsi ed emanciparsi nella politica della sinistra, fra una casa del pueblo e un’altra, Marco ha respirato troppi saccaromiceti dell’aceto e s’è intirizzito (nell’apparato neuronico) come un baccalà. Anzi: come uno stoccafisso; requisito imprescindibile per essere un tempo comunista e oggi radical-progressista da Tvl-show.

Quando parla il buon Mazzanti, | azzittisce tutti quanti! Se lo guardi è un uomo serio, | sa gestir tutto d’impèrio! (Forse il 3 è il voto del Mazzanti a… verità)

Quel che gli passa di sotto il naso, nonostante l’aspetto boòpide (studiate un po’ di Omero che vi fa comodo: occhio bovino è un complimento riservato alle dee nell’epica di chi sa leggerla direttamente in greco), a Marco sfugge il più. Non sa orientarsi praticamente su nulla (la preparazione politica non è la stessa cosa del livello culturale personale); ed è costretto ad essere un gingillo in mano a chi vanta un curriculum in teoria più ricco del suo.

Faccio un esempio. Se parla la Razzino, lui deve tacere, perché lei, bella e sorridente, c’ha ’na laurea in giurisprudenza e lui s’ha da métte’ sùji attenti. Se parla un geometrO qualsivoglia dei suoi brillanti staff tecnici, lui s’ha da azzittì’: perché l’impiegato, che gli sta spiegando una cosa in nome degli Elementi di Euclide (per chi non sa leggere altro che le etichette del Mulino Bianco, sono la raccolta delle conoscenze di geometria dell’antichità e teoremi a sfare e tutti in greco), sa troppo rispetto a chi, come lui, conosce benissimo, ma solo le regole del burraco.

Se poi a rivolgergli la parola, come Jaweh sul Sinai, è il suo capo-ingegnere addetto allo sviluppo del territorio, monsiù Iuri Gelli, allora Marco deve prendere addirittura il tappetino da preghiera e mettersi letteralmente a buco pillonzi (per la spiegazione, strettamente legata a Vinci e, pare, anche al Gelli, cliccare qui) perché qualcuno gli rivolge, forse, la parola dal roveto ardente di Parrini Dario.

Non so se mi sono spiegato bene, ma questo è il quanto: il resto lo spiego al giudice in aula quando sarò a processo per aver ricordato, a questo sindaco boòpide, che lui e i suoi piddini del Montalbano se ne sono cata-fottuti, in ottica geometrico-euclidea, a 360 gradi, cioè a tutto tondo (o tonto?).

Ieri pomeriggio Marco stava fando il simpatico a Tvl dalla Paola Bardelli che sgranocchiava assaggini, qua e là, di tanto in tanto. E parlava, Marco di Cione da Lucciano e da Silvione, tra una frittella e l’altra in «6 in diretta», delle grandezze del Montalbano. Di solito l’assassino torna sempre sul luogo del delitto e della vittima. E cantava il Magnificat del vino e dell’olio. Poi…

Poi è passata un’onda sismica che lo ha fatto tentennare più di un po’. Uno spirito ameno come Salvatore Maiorano, il bistrattato da Aldo Morelli, che gli ha dovuto pagare un risarcimento per averlo apostrofato con il termine di «fascista» durante un convegno di puri al Circolo Garibaldi alla presenza del grande Enrico Rossi riciclàtosi come assessore nella buca di Signa; uno spirito ameno come Salvatore Maiorano, dicevo, ha chiamato direttamente il sindaco del Montalbano distrutto e ha portato – come nella canzoncina blasfema anticristiana – un chiodino, anche due o tre, o quattro o più; e lo ha inchiodato alla sua crocina di legno, ovvero la carica politica che Eulalia occhibelli ricopre a Quarrata. Due o tre domandine secche secche e, quel bambino che tifava Cagliari, è andato in tilt balbettando.

Smascherati. Gliele hai fatte le multe al tu’ Mazzanti | o l’hai trattato, Bai, con bianchi guanti?

Le domande riguardavano il problema-Lecceto, che sto portando avanti su questo giornale ormai da mesi e senza risposta che non sia una sana e assoluta cazzata; e il fatto che Marco Okkione era smascherato sia agli Olmi, quando ha baciato il piede leggiadro della Boschi di Banketruria-Keggodùria, sia quando ha distribuito diplomini e roselline alle coppie che, alla Màgia, festeggiavano le loro cozze d’oro.

Perché – gli ha giustamente chiesto il Maiorano – a noi ci fate un culo come un paiolo e voi, con le mascherine, fate tranquillamente come cazzo vi pare? Le parole esatte non sono queste: qui c’è la sintesi del discorso, riportata in questa forma per chiarezza a favore di tutti i comunisti politicamente corretti e filobibbiani; quelli che si inginocchiano se in America la polizia ammazza un nero, ma che sono al cesso, a pisciare, quando in Francia decapitano un professore che mostra in classe una vignetta contro Maometto.

Se la montagna non va a Maometto, Marco va a Tvl

Marco ha farfugliato alla grande. Si è difeso come ha potuto – cioè male. Resta, comunque, una domanda bestiale: il suo elettricista-capovigile Marco Bai gliele ha fatte le multe dovute per essere stato in giro smascherato, oppure gli ha democraticamente e legalitariamente salvato le chiappone? Risponda a questo, piuttosto che bofonchiare come un tonchio (lo sapete o no, cos’è, cólti del politically correct?).

Sul versante-Lecceto Marco, di domande càrco, è stato ancora più parabolico/paradossale: ha concluso dicendo che la questione è del tutto privata, perché si tratta di una semplice diatriba tra vicini in merito a questioni di confini.

In effetti, quando ha detto così, mi è parso di sentire un gran boato e che la terra tremasse. Credevo che si trattasse di uno di quei boati pre-terremotali che annunciano un sisma: ma poi niente. Solo più tardi ho capito che si trattava di una grandiosa risposta/scorreggia (il tema della pordè – in greco scorreggia – è fondamentale nella cultura occidentale dal VI secolo a.C. in poi, o asini del politicamente corretto, che spiegate in classe leggendo sui libri e che, comunque, riscuotete stipendi pubblici senza meritarli).

Povera stella okkionica! l’hanno preso in tre o quattro e lo hanno imbeveràto a dovere. Gli hanno suggerito il tema dei confini. Non gli hanno però spiegato che parlavano dei confini del suo cervello, disegnati a filo sul limite fra l’insensato e la razionalità.

Queste strade vanno aperte, | o Mazzanti fiacco & inerte! | E se pure i tuoi son bravi, | apri gli occhi: ’un te la cavi!

È evidente che il boòpide non sa leggere quello che scrivo da tre mesi: nessuno, a Lecceto, ha problemi di confine con nessuno. Non dica perciò cazzate senza senso. I problemi di Lecceto stanno in una condizione del territorio sfracellata grazie ai tecnici del Comune di Quarrata, i quali, sorridenti e danzanti come i clown del circo di Fellini 8½, con le palline rosse al posto del naso e le gote tinte a puttana, dichiarano (loro sì!) il falso e consentono di bloccare tutte le strade vicinali/interpoderali della zona (ma è lo stesso a Lucciano, Tizzana, Catena, Piana, Montemagno, Forlimpopoli, Grattachecca, Fighetto e Canicattì…) con colesteroli di merda (cancelli, catene, muri e quant’altro) che bloccano tutto e tutti nel reticolo della circolazione su territori che Okkione definisce «zona di tutela ambientale» e che, da tempo immemorabile, costituisce l’impianto circolatorio della viabilità e dei servizi cristallizzato fin dalla nascita del Granducato di Toscana, se non dal Medioevo.

Se FAI da te, fai per tre. E il Montalbano? No, quello è cacca di confine da privati…!

Se tutto questo è materia privatistica – come i tecnici danno a bere al sor Mazzanti facendogli credere che è Chianti Putto(ano)– allora, o divine intelligenze, io sono Cristo morto di freddo perché, in croce, gli avevano levato i calzini e in quel momento tirava tramontana.

Qualcuno mi segnala: sabato e domenica giornate del FAI alla Màgia. Sì: del FAI schifo!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
Assediati di ciuchi e di bugiardi, | l’articolo ventùn non fa mai tardi.
E se ribatter oserà qualcuno, | risponderà l’articolo 21!

 

Salvatore Maiorano ha stretto alle corde il Mazzanti

 

Cecco Bilecco
infilato in uno stecco.
Lo stecco si rompe
e Cecco va in monte.
Il monte rovina
e Cecco va in cantina!

Che cazzo c’entra?
C’entra come il cavolo a merenda o – in maniera ben più calzante – c’entra come la risposta del sindaco okkiònico alle questioni proposte da Salvatore Maiorano…


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