Non parlo delle virtù, perché la satira ha una sola funzione: quella di tirare delle nerbate sul culo dei vizi per spingere la gente alla riflessione.
Con Napalm51, Crozza ci dà la misura del suo genio e della sua bravura: ci mostra un popolo di feibucchìsti allo sbaraglio, come dei pezzi di legno di una barca andata in frantumi in un mare in tempesta.
Il mare in tempesta è, per chiarire, questa civiltà della socialità forzata, dell’integrazione forzata, del dovere forzato di essere buoni e, soprattutto, di servire Dio e il popolo attraverso quell’ideologia di sinistra (oggi Pd) che in realtà non si sa bene cosa sia e che può essere meglio compresa traducendo la sigla PD in – ma pensate un po’! – Partito Democristiano.
Per forza i progressisti del Pd sono pronti ad allargare le braccia al mondo intero e ad abbracciare – come dicono loro – la diversità per comprenderne maturamente contenuti, stili e valori. Se la democrazia non è questa, cos’è, allora, la democrazia?
Due istanti dopo, però, giri lo sguardo e i piddìni prendono per il culo il governo gialloverde (e diventano gialloverdi d’ira) perché dicono che è fatto di due opposti inconciliabili: ma allora loro, i piddìni, con i Diccì, cos’erano? E, oggi, cosa sono diventati? Un bel vitello bianco o una mucca a due teste?
E soprattutto: loro che accolgono, socializzano, comprendono, abbracciano, integrano, ascoltano, accettano la diversità, cosa fanno? Dai loro pulpiti feisbucchiàni sputano su noi giornalisti diversi perché siamo – dicono – dei «mentecatti che si fanno chiamare giornalisti e che scrivono su quel sito cialtrone» e pestano la «gente, altrettanto cialtrona che li condivide». Bravi, no? E coerenti.
Siamo consapevoli del fatto che non possiamo piacere perché come mestiere siamo stati tanto stupidi da scegliere quello di stuzzicare di continuo i nervi scoperti del dente: ma dal professare la dottrina di sinistra onnicomprensiva e redentoria, quella che salva normali e diversi, belli e brutti, bianchi e neri, alti e bassi, culisecchi e culi a or-di-notte, al dare di mentecatti e cialtroni a chi fa un mestiere difficile e ingrato, siamo convinti che ce ne passi un bel po’. O no?

Guardate bene Napalm51: raffigura alla perfezione questo popolo cerebroleso da una incultura che è iniziata dalla sinistra del 68 e che tuttora continua a valanga, se è vero quello che scrive il Corriere della sera che riferisce di un 33% di analfabeti in uscita dalla scuola media. Eppure il Corriere non siamo noi cerebrolesi; il Corriere è ben vicino a chi vive nelle Ztl!
Non mi meraviglio, però. Quando nel 67 cominciavo a scrivere per La Nazione, un collega di tutto rispetto, Valeriano Cecconi, mi teneva a battesimo: «Ricordati che i giornalisti devono mangiare almeno un cucchiaino di merda ogni giorno».
Dopo 52 anni di carta stampata, di tv e di web, credo – onestamente – di averlo capito alla perfezione se guardo quanti Napalm51 navigano in rete dispersi in un mare in tempesta.
Sono democratici e antifascisti; sono pronti a tutto – pensate al loro impegno per la lotta di conquista dei diritti civili: a cui manca, però, una tappa fondamentale; cioè il diritto, per i bisex, di poter accedere liberamente alla bigamia, perché altrimenti hanno meno diritti dei loro compagni Lgbt etc.
Sono pronti a tutto, ma non a sentir parlare gli altri con idee diverse dalle loro: perché chiunque lo faccia è un mentecatto e un cialtrone.
Noi siamo coscienti del fatto che ogni giorno dobbiamo ingoiare un cucchiaino di merda: ma loro, questi Napalm51 salvatori del mondo e della democrazia, saranno altrettanto consapevoli di quante palate di merda ingoiano grazie a quei loro idoli del Partito Democristiano, che devono essere solo applauditi perché… chi ha idee diverse è un mentecatto?
Per la storia, che poco conoscono, prima viene la stella di David sulla giacca e poi un bel forno caldo ad Auschwitz.
Edoardo Bianchini
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One thought on “napalm51. LO STRAORDINARIO POPOLO FEISBUCCHÌSTA DI CROZZA”
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