
PISTOIA. L’assemblea provinciale che ha eletto Trallori, l’affaire vivaismo, poi le vicende relative alla campagna referendaria, ci consegnano un Partito Democratico pistoiese ormai quasi del tutto accartocciato su se stesso.
Più preoccupato a gestire le dinamiche interne, per perseguire la normalizzazione dell’anomalia pistoiese (un Sindaco e una segreteria comunale non renziani, unicum in tutta la Toscana – e credo fra i pochi Comuni capoluogo in Italia a resistere all’avanzata del rottamatore), che a fare il Partito.
In effetti, mi capita di interrogarmi su quale sia la strategia adottata dal gruppo dirigente locale in vista del 2017 (sappiamo tutti, che questa è la vera dead line).
Parliamoci chiaro: non esiste, fra i renziani, un candidato che possa credibilmente aspirare a sostituire Bertinelli. Non per la qualità espressa o non espressa da questa Giunta (non voglio scendere qui nel merito), ma perché proprio… manca la “materia prima”.
MATERIA PRIMA… ROBERTO BARTOLI?

Proviamo un po’ a cercare di capire quali sono le dinamiche, e i personaggi in gioco.
Alcuni sussurrano che Roberto Bartoli potrebbe riprovarci. Ricordiamo tutti un Renzo Bardelli d’antan, che con un coraggioso “rieccomi” affrontava la campagna elettorale per il consiglio provinciale di qualche anno fa.
Ecco, sono certo che i pistoiesi vorrebbero evitare una simile campagna elettorale, tanto più dopo la vicenda, alquanto imbarazzante, della telefonata a Simona Laing.
Quella telefonata che Agostino Frag[u]ai, da presidente della commissione di garanzia regionale non volle sanzionare perché “non penalmente rilevante” (sic!), dimenticando che il Partito non è certo un tribunale (e d’altronde questa differenza balza agli occhi, se guardiamo la lunga teoria di dirigenti Pd in stato di arresto, o rinviati a giudizio). Insomma, il “provaci ancora Roberto”, non mi pare proprio una soluzione possibile.
FEDERICA FRATONI

E a proposito di rinviati a giudizio, qualcuno sussurra che la Federica Fratoni potrebbe anche aspirare alla poltrona da primo cittadino. Tanto più che la bionda ex Presidente sembra da un po’ di tempo quantomeno sottotono: lei di solito così incline al presenzialismo, al taglio dei nastri, alle comparsate, da qualche mese sembra alquanto assente.
Si dice anche (ma certo sono voci) che in Giunta non spicchi per capacità di incidere, e che non siano così idilliaci i rapporti con la renzianissima Saccardi, vera candidata alla Presidenza qualora Rossi non dovesse arrivare alla fine del proprio mandato (e l’ipotesi potrebbe non essere così peregrina, stando ad alcune voci di corridoio – e d’altronde la sensazione che il Rossi abbia fatto il passo più lungo della gamba candidandosi con diversi mesi di anticipo ad un congresso che non c’è, si fa strada nei pensieri di molti, a vedere come Parrini non gli lesina “scapaccioni” – sempre mediatici, per carità – a cadenza regolare).
Non voglio credere che il Pd abbia il coraggio di candidare qualcuno che è alle prese con un procedimento che, in caso di condanna ne determinerebbe la decadenza. Tuttavia, per carità, nulla è impossibile.
IL BALDO-BALDI “DEFENSOR VIRGINIS ETRURIAE”

Parlando di fantapolitica, alcuni immaginano poi il baldo-Baldi quale competitor del Bertinelli. Lo so, l’ipotesi sarebbe assai strana, ripercorrendo la “carriera” del baldo (ex) riccioluto filosofo, che dopo aver perso le primarie a fianco di Bartoli nel 2012, dopo aver perso il congresso comunale contro Giovannelli nel 2013, dopo aver perso le Regionali nel 2015 (sì, le ha perse, unico fra tutti i candidati capilista, anche se qualcuno – lui soprattutto – sembra averlo dimenticato), è difficile capire quali carte potrebbe avere per guidare, nel caso, la città.
Se non, certo, qualche buona frequentazione fra Firenze e Roma (a partire da quel Luca Lotti che ha passato buona parte della campagna elettorale del 2015 al telefono con chiunque, per sostenere il baldo filosofo, nonostante questo sia arrivato terzo, e recuperato solo grazie all’assunzione in giunta della di cui sopra della Fratoni, e qualcuno sussurra che tutto ciò non sia stato un caso, e che il “buon” Rossi abbia subìto la nomina della Fratoni per consentire al baldo-Baldi di non subire l’onta dell’esclusione).
CATERINA BINI

Infine, l’ipotesi forse più accreditata: la Caterina Bini.
La più accreditata perché, evidentemente, le altre non sembrano verosimili nemmeno a chi le avanza. Ma la più accreditata, dicono i più informati, perché pare che la poltrona di primo cittadino potrebbe essere l’ultima carta rimasta alla Bini.
Sembra infatti che, secondo i nuovi collegi che saranno delineati con l’entrata in vigore della nuova legge elettorale, Pistoia dovrebbe avere un solo parlamentare. E secondo i lettori, chi sarebbe il capolista?
La Bini, renziana della seconda (se non terza) ora, o il riccioluto Fanucci, renziano prima ancora che Renzi scendesse in campo, organizzatore dell’ultima Leopolda, e ben introdotto – si dice – in ambienti assai vicini al giglio magico?
E allora, che cosa potrebbe fare la Bini, che, a quanto risulta dagli annales pistoiesi, ha sempre fatto solo e soltanto politica, passando da un incarico all’altro?
Certo, anche la Caterina da Pistoia ha i suoi buoni sponsor: quel Giacomelli da Prato che in più di un’occasione ha agevolato la sua (fulminea) carriera politica, e lo stesso Franceschini, i quali sembra le abbiano già dato ampie garanzie che non la lasceranno “a piedi”.
Ma voi vi fidereste di promesse fatte da politici professionisti? E la Caterina certo sciocca non è.
C’è però un elemento che rende poco credibile questa ipotesi: la Caterina non si è mai, mai misurata in una vera competizione elettorale. Quando fu “eletta” Consigliere regionale, fu inserita nel listino, e quando – prima della fine del mandato in Regione – si candidò al Parlamento, lo fece da una comoda lista bloccata, avendo un posto bello sicuro in lista (se la memoria non mi fa difetto, nella notte dei tempi, si era candidata in Circoscrizione, ma mi pare senza alcun risultato utile).
Quindi vogliamo davvero pensare che si candiderebbe contro Bertinelli, nell’anno di Pistoia Capitale della Cultura? Pare poco probabile.
La candidatura della Bini potrebbe emergere solo in un quadro diverso. Qualcosa non torna.
PAOLO BRUNI

D’altronde, il clima nel Partito è di quelli peggiori. Si notano infatti strani posizionamenti.
Per esempio, quel Paolo Bruni che viene dal Pci, con una vita politica da sempre a sinistra, perché ad un tratto si presta come una sorta di trofeo a partecipare a qualsivoglia iniziativa venga dal Segretario Provinciale (non ultima, quella letteruccia che è parsa a molti piuttosto inconsistente e pretestuosa rivolta all’Anpi, rea di aver fatto ciò che da sempre l’associazione fa: esprimersi sulle riforme costituzionali)?
Un atteggiamento davvero incomprensibile: va bene l’unità del Partito, ma è davvero il caso – fra l’altro da Presidente di tutta l’assemblea provinciale – di essere così sdraiato sulle posizioni del gruppo dirigente?
ALICE IN WONDERLAND

Un atteggiamento peraltro speculare a quello assunto da coloro, come Alice Giampaoli, che erano entrati in Segreteria per rappresentare il pluralismo e che da allora sono scomparsi, perfino in occasione della polemica sul vivaismo di cui ho già detto (ricordo, se non lo si fosse capito, che la Giampaoli ha proprio la delega allo sviluppo economico, eppure nessuno ha sentito la sua voce nel corso di quella polemica).
E d’altronde, mai come ora il gruppo dirigente sembra spaventato da qualunque cosa possa, seppure da lontano, assumere la parvenza di un moto di autonomia. Mi si dice, per esempio, che i promotori del documento presentato in assemblea provinciale, siano – per usare un eufemismo – “attenzionati” dal Partito.
Si dice (ma sono di nuovo voci) che qualcuno sia stato anche interrogato sul perché aveva aderito a quel documento, che pure non è certo un’ode alla rivoluzione, ma – per quanto ho potuto constatare – un assai timido tentativo di provare a dire qualcosa che richiami alla democrazia interna.
Ci sembra che questi (ri)posizionamenti, e questi moti di nervosismo preannuncino un anno nel quale il Pd provinciale tutto vorrà fare meno che svolgere la sua propria funzione: quella di produrre pensiero politico.
Se vi sia già una strategia non saprei dirlo: a occhio mi pare che per ora l’unica strategia sia quella di sostituire il Sindaco. Con chi, non si sa. Basta farlo fuori.
Complimenti, rinnovatori!
[*] – Confidente, ospite
Forse converrebbe indire una lotteria sul nome dello «Scontento di Casa Pd»: probabilmente guadagneremmo almeno 1 milione di €uri.
Ma tanto lo sapete ugualmente, compagni, che chi sta dietro allo pseudonimo non è un’invenzione di “Linee Future”, ma uno dei vostri: e, purtroppo per voi, in carne e ossa.
Sostenete questo quotidiano con un piccolo contributo attraverso bonifico intestato a
«Linee Stampalibera» Iban IT64H0306913834100000008677 su Intesa San Paolo Spa - Pistoia. Riceverete informazioni senza censure!
Fossi in voi proverei a sentire se è disponibile la Gramigna… lei c’ha tempo per tutto…
Allora….passo in rassegna veloce i nomi proposti:
– Roberto Bartoli?…ogni tanto lo incrocio per strada, ha sempre un’aria di chi è in bilico tra i bei tempi andati fatti di serate pottine davanti al Ducale a far colpo su qualche sprovveduta e la consapevolezza (ha quell’aria lì…non dico che ci andasse al Ducale….lo preciso per non beccarmi querele dal Ducale), che potrebbe arrivare ma anche no, che ora è un prof. universitario e un politico che dovrebbe evitare di mostrare la sua tempra indomita, minacciando merda su una donna. No grazie.
– Federica Fratoni? …De Luca insegna che chiunque è candidabile nel PD della diossina e dell’amianto lanciati come brioches al popolo. Ma nonostante ciò direi che un’assessore all’ambiente di questo tipo….no grazie.
– Massimo Baldi?…che tenero!
– Caterina Bini? ma davvero davvero?…
– Paolo Bruni…un mediano d’interdizione non sarà mai Maradona
– Alice…in Wonderland?…strano….nella mia rubrica economica non l’ho mai vista. Però potrebbe anche essere a conoscenza del prezzo al litro del latte. D’altro canto è anche vero che nemmeno Bertinelli, come dimostra la vicenda Farcom capisce niente di bilanci…altrimenti qualche domanda sull’operato di Poli se la farebbe.
A questo punto, di fronte al nulla rappresentato dal PD pistoiese, renziani e non, la questione principale è: com’è che al nulla del PD si oppone, cioè non si oppone, il nulla dell’opposizione? 5stars compresi?
Massimo Scalas
PS. aspettiamo con ansia un commento rigorosamente saccente, tranciante e inutile di Joseph…dai Joseph…che se ti butti, tra me e te facciamo dei bei fuochi d’artificio che cosi i lettori aumentano ancora…
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Ciao Massimo,
vuoi sapere come la vedo io? La cosiddetta classe dirigente pistoiese è senza qualità. Si riproduce per partenogenesi accidentale. Questo avviene da moltissimi anni, e non vedo all’orizzonte (bisogna anche considerare che il mio orizzonte è limitatissimo) nessuna evoluzione. Ma tornando per un pochetto ai fatterelli nostri piccoli piccoli: non sembra anche a te che se questo sindaco avesse un minimo di autostima e di dignità dovrebbe lasciare la carica troppo onerosa e impegnativa per lui?
Con simpatia
J.K.
Bene Joseph K., così mi sembra un po meglio…e allora vediamo cosa salta fuori….
allora, posto che siamo d’accordo sull’insipienza di questa politicuzza che ammanta Pistoia, non da ora, è anche vero che c’è un nulla arrogante debitamente certificato dall’ormai notissima telefonata…e c’è un nulla un po miserello, un po da Don Abbondio con arie da filosofo che a me da fastidio ma un po meno rispetto a quello attualmente assiso sul carro del vincitore (senza meriti propri). Ciò per dirle che non sono molto d’accordo sul fatto che Bertinelli, che non mi sta per nulla simpatico, debba dimettersi. Più che altro sa perchè? Perchè ultimamente mi pare che ci stiamo abituando, come fosse normale, a considerare ininfluente il voto popolare (detto da uno che abolirebbe il suffragio universale…o meglio: vota chi ogni 5 anni ha superato un esame dove mostra di conoscere la Costituzione, e i meccanismi base di funzionamento del Parlamento…gli altri a fare la calza), come fosse regolare che un sindaco arriva e licenzia il capo del governo prendendone il posto ( che poi succede che mette a redigere le leggi una che fino al giorno prima dirigeva i vigili urbani di Firenze…e si è visto…). Ecco, io penso che Bertinelli, piaccia o meno ha il diritto dovere, di concludere il mandato, e che i cittadini, alla prossima possono mandarlo a casa con il voto se lo ritengono opportuno.
Altrimenti, l’alternativa, è restare un popolo bambino che spera sempre nell’uomo forte, che poi non arriva lasciando invece il posto all’uomo arrogante con annessi e connessi: macerie materiali 70 anni fa, macerie morali ed economiche quello che rischiamo ora.
Massimo Scalas