ognun c’ha la su’ croce. DA QUELLA FAMOSA DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO ALLE PANCHINE INQUIETE DEL SINDACO MAZZANTI

In galera ci vanno i cittadini che denunciano una gestione indecente della legalità, della correttezza, della trasparenza, della tanto decantata friendly administration della sinistra democraticamente dittatura incontestabile


Una volta i piddìni dicevano, a presa di culo, che se qualcuno indicava la luna, gli sciocchi guardavano il dito. Ora è la stessa cosa con le panchine. Il Mazzanti si occupa solo di bandierine, pankine, figurine Panini, girandoline, biciclettine e… cazzatine. La cacca del tubone dei Casini e il macello del territorio toccherà al prossimo sindaco

 

PE’ UN DECENNIO IMPERVERSAI:

A ME PANCHE, AGLI ALTRI GUAI!

 


 

Ogni volta che una panchina viene straziata, il Mazzanti si vergogna. Ogni volta che i suoi uffici tecnici combinano degli arrosti, il Mazzanti apre la bocca non per vergognarsi, ma per andare alla mensa scolastica a assaggiare la rosticciana e poi soffre di colesterolo alto

 

UNA NOTIZIONA ONA-ONA da primissima pagina che ha ferito la sensibilità della città (?) del sindaco burrakière.

Ognuno di noi c’ha i suoi problemi. I miei sono i dipendenti anòmali del Comune di Quarrata e una procura che di indagini non ne fa mezza intera; Cristo ebbe la croce del Golgota; il Mazzanti passerà alla storia come il sindaco delle panchine inquiete.

La vita di Marco è costellata di panchine. A volte le fa segare per salvare i quarratini dal Covid; altre volte le inaugura arcobaleno; altre ancora gliele strappano.

Ma quando accade questo, sembra di rivivere i momenti dei truci riti sanguinari dei precolombiani che strappavano il cuore ai prigionieri sacrificandoli sulle piramidi del Messico.

Lo strappo della panchina della Magia è l’unica cosa che ferisce Marco, come se lui fosse la terra stessa da cui viene sbarbato il cuore.

Spettacolo cruento e che – come scrive appassionatamente Il Tirreno – gli fa tremar le vene e i polsi (grazie, Padre Dante!); scatena la reazione (sic!) violenta, dolorosa e ululante come un assalto da gladiatore e finalmente, con un neverending ponzament, senti Marco che urla: «Provo vergogna e condanno questo tipo di azioni».

Minchia che scatenata! Dinanzi a un urlo cotale, per l’orrore s’ammoscia perfino il beccacéndere a tutti quelli che ce l’hanno in alzabandiera. Quasi simile al drammatico discorso di Vittorio Emanuele II quando pronunciò la famosa frase che dètte (poveri noi!) inizio all’unificazione dell’Italia: «nel mentre rispettiamo i trattati non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi».

Che pathos, «cribbio»! ripeteva il preside Bruno Poluzzi, quando il Mazzanti era in terza media con me e con molti meno discorsi inutili per la capa!

Oggi che è diventato un uomo di potere, esterna tutta la propria vergogna per sì vili attentati! Resta senza fiato, a bocca aperta.

Pastasciutta o rosticciana | Marco pappa, suka e sgrana. | È un ragazzo, un buon figliolo, | ma c’ha tròpp kolesterolo! | Mangia meno, ti fa male! | O diventerai un cignale

Del fatto che il suo Comune sia anche un nido di falsari, Marco se ne catafotte e non piange: anzi! Non si vergogna di tutto il casino amministrativo che c’ha in giro: tanto che gliene importa?

La procura, di fatto, lo protegge e in galera non ci manda le «autorità costituite» tanto amate dallo stereotipo dello stato modello sognato dal Gip Martucci.

Ci manda i cittadini che denunciano una gestione indecente della legalità, della correttezza, della trasparenza, della tanto decantata friendly administration della sinistra democraticamente dittatura incontestabile in ogni sua diramazione, magari con 24 mila euro perfino nella cuccia del cane.

E provate a dire che non è vero, se ne avete il coraggio.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]


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