Oggi alla Rinascita di Agrùmia i fedelissimi si ritrovano per festeggiare la loro indiscutibile presa di potere. Ma ci liberarono dai fascisti o ci frissero nella padella comunista che ha finito per governare, grazie a gente come Mattarella, anche quando non avevano i numeri?
FU TOGLIATTI AD APRIR LA DITTATURA
DEL DOPOGUERRA CHE AL PRESENTE DURA.
APRÌ LE PORTE AGLI IDEOLOGIZZATI
GIUDICI ROSSI E ROSSI MAGISTRATI

Fuori dal coro come Mario Giordano? Macché. Anche lui chiacchiera e chiacchiera quanto i suoi compagni/avversari. Sono tutti integrati. Sono eliche che girano a vuoto.
Restiamo con i piedi per terra. E osserviamo chi erano i partigiani (ma quelli veri, non i gallinari e i mangia-prosciutti dei contadini e dei preti) e chi, oggi, sono i pappigiani: cioè i papadores delle festucole strombettanti di retorica.
Il paese di Magnino Magni (come sottolineò un tempo Roberto Fabio Cappellini, ex vicepresidente tutto-rosso della Provincia di Pistoia) annovera, fra i pappigiani, gente come Paolo Magnanensi e Eleanna Ciampolini. Guardateli in alta uniforme da 25 aprile. Anche la Ciampolini ha la bandiera tricolore al collo, sotto la fascia. Non distraetevi.
Il primo (detto minestrone o «piatto ricco mi ci ficco») è l’artefice della carriera di Andrea Alessandro Nesti, il prescelto per il Kgb locale di Agliana.
La seconda è stata quella che, con la profonda moralità dell’Anpi, ha sorretto Andrea Alessandro Nesti al timone di una barca che non era sua. E lo ha lasciato, qual corsaro di sua maestà di anglica memoria, alla guida del porcaio vigilesco in cui fu coadiuvato dalla Caramelli-Pavona, con risvolti fino agli osceni arresti del duo De Gaudio-Serranti della Lara Turelli.

Questi sono i pappigiani: o coloro che hanno lasciato Pin di Italo Calvino, per seguine la religione di Pin-occhio di Carlo Collodi, il bambino bugiardo più incline ai partygiani (citazione da Daniele Capezzone) che preferiscono le feste con bevuta dell’Elly, perché è meglio il prosecco del dente secco…
Oggi si ritroveranno tutti insieme appassionatamente. E canteranno il Dormi sepolto in un campo di grano della Guerra di Piero di De André.
Poi l’Anpi partygiana finirà defecata nei cessi dopo la pappa col pomodoro di retorica sukata alla Rinascita con la santa benedizione anche da parte degli esponenti scaghettoni della destra. I quali, come Luca Benesperi, risolvono tutto con una scarica in più di cacaiola.
Tanto poi la certifica il Dalle Luche e il tribunale di Pistoia ci crede e condanna i bischeri (ma liberi) come noi di questo giornale…
Edoardo Bianchini
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