Per l’appuntamento di domenica prossima a Quarrata, non essendo capace di andare in cabina e mettere una fetta di mortadella dentro la scheda in segno di assoluto rispetto per le «autorità costituite», ho avuto un ottimo suggerimento da un amico che farà la stessa cosa a Pistoia: rifiuterò la scheda per le comunali e voterò solo per i referendum…
A forza di liste di appoggio, tutti lo appoggiano a tutti. Risultato? Un casino
A FORZA DI DOVER CONTENTAR TUTTI
ANCHE I SINDACI BELLI SI FAN BRUTTI
Così sarà parzialmente contento anche l’amico Mauro Banchini, l’unico giornalista al mondo che si è accorto che nella grande Sarcofago City, capitale della cultura, degna tana di Vanni Fucci, i giornalisti seri si arrestano e – aggiungo io – vanno in galera perché “vòtano” il sacco dell’immondizia degli amministratori alla Mazzanti & C. e vengono perciò puniti da una procura che favorisce Vicofaro, e protegge (senza svolgere indagini) il Pd e la sinistra costituita, evitando accuratamente di mettere i ditini nelle vere piaghe della peggior città-territorio d’Italia, Pistoia – che è e resta una “terra di fornai”.
Guardate solo che schiere di gente pronta ad aggrapparsi agli strapuntini…
Parzialmente soddisfatto, Mauro, perché lui dice che non vuole esprimersi sui referendum, cosa di cui si deve occupare il parlamento. Se ne dovrebbe occupare, aggiungo. Se in parlamento non ci fossero tutte le casalinghe di Voghera portàteci da quel grand’uomo di Grillo e dalle sue devastanti consecuzioni attovagliate alla greppia pubblica.
Il problema è che l’Italia, da dopo Mani Pulite, è uscita fuori rinnovata in peggio: e con manone non solo sudice, ma particolarmente atte alla rapina. È diventata – alla faccia dei Di Pietri e dei Piercavilli Davighi – solo una confraternita di spirochete pallide che hanno rovinato il sangue umano: altro che Covid e vaiolo delle scimmie!

Non meglio a destra – e qui sarà contento il sostituto Giuseppe Grieco –, dove fra democristiani prestati a Fratelli d’Italia e pseudocomunisti ex-dc cooptati come l’Irene Gori, svetta anche la scienza politica della Sonia Pira, la permalosa che perde 11 pezzi del motore e onora Salvini con liste di raccattaticci nemmeno iscritti alla Lega: mi viene sempre da fare la battutaccia e chiamarla Sega. Ve lo ricordate Bossi quando voleva segare l’Italia da sotto Firenze in giù? Ecco, la Sonia sa solo dare in escandescenze se la si percùla un po’ com’è giusto che sia per chi fa la segretaria di un partito destinato allo sgonfiamento.
Quindi che dire? Io, come il mio amico Massimo sacrificato a morte (lui e la sua famiglia) da un tribunale che disonora la giustizia, voterò solo per i referendum sulla in-giustizia italiana: referendum che tutti vogliono far fallire perché nessuno, in questo Bel Paese (fosse almeno di cacio!) di cacca, vuole toccare i giudici, trasformatisi come mutanti in una sorta di idra di Lerna che, più gli mozzi il capo, più si rigenera in quanto metastasi di sé stessa. E non veniamo fuori con le offese alla magistratura, perché Salvini stesso è stato assolto quando ha definito la togheria un vero e proprio cancro senza speranza.

Pensate solo che, per non arrestare la dissoluzione giudiziaria italiana, che sarebbe stata necessaria al fine di rimettere in piedi questa in-democrazia alla Napolitano, la prima risposta è venuta – come avete visto – dalla Corte Costituzionale: un altro emerito trappolone per giunta ora in mano a un professor sottile noto anche come il topo, Giuliano amato, che non ha fatto ammettere il quesito più importante, quello sulla responsabilità civile degli «dèi in toga nera».
Volete un potere più fascista di questo, compagni? A voi fa comodo così e Luca Lotti lo sapeva bene, no?
Edoardo Bianchini
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