
FIRENZE. Approvato, ieri 5 novembre, dal Consiglio Regionale della Toscana il Piano sanitario e sociale integrato regionale 2012-2015 in sigla Pssir.
Presenti in aula 38 consiglieri su 55: 25 i voti a favore e 13 i contrari. Tra le dichiarazioni di voto favorevoli quella di Gian Luca Lazzeri esponente della lista Più Toscana ex-Lega Nord. A margine delle votazioni la Consigliere Monica Sgherri appresa la notizia di una nuova lista a sostegno di Rossi per le prossime regionali formata e promossa da consiglieri ex Idv, ex socialisti, ex Udc ed ex Lega così si esprimeva: “Ennesimo tassello per spostare a destra il quadro politico e costruire una futura maggioranza con a capo Rossi che sia più confacente alle politiche di Renzi e alla loro riproposizione in Toscana. Insomma un ennesima tappa nella chiusura dal centro e da destra della cosiddetta anomalia Toscana, chiusura della quale Rossi si fa, ogni giorno che passa, più alfiere. Risulta evidente e urgente la costruzione di una alternativa a sinistra forte e credibile che si contrapponga a Rossi e a questa deriva, in occasione delle prossime elezioni regionali”.
ROSSI: «IL NUOVO PIANO È IL ‘TALMUD’ DELLA SANITÀ TOSCANA»

VOGLIAMO MANTENERE IL LIVELLO DEI SERVIZI.
DIMAGRIREMO MA NON LICENZIEREMO
“È stato fatto un lavoro enorme, che non sarà gettato via. Chi lo pensa sbaglia di grosso. Questo testo è il ‘Talmud’ della sanità toscana, una scrittura corale dove tutti possono ritrovare i punti a cui sono interessati, che serve come strumento di lavoro, come orientamento al sistema e anche come riconoscimento dei diritti dei cittadini”. Lo ha affermato il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi intervenendo in aula in apertura della seduta di stamani. Rossi ha ricordato che questi anni sono stati caratterizzati da profondi cambiamenti, ma che la sanità italiana continua ad essere una delle migliori e con un costo inferiore rispetto ad altre, e in questo ambito la sanità toscana continua ad occupare posizioni di eccellenza. “Per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza – ha ricordato il presidente – la Toscana, secondo il monitoraggio del Ministero, nel 2012 ha riguadagnato il secondo posto con il Veneto. E la Toscana, secondo il rapporto Istat 2013, è la regione che presenta il minor rischio di sofferenza per povertà”.
Rossi ha sottolineato che questa legislatura ha visto un’accelerazione degli investimenti in sanità. Dal 2000 in poi per la sanità sono stati spesi 3 miliardi e mezzo di euro (1,5 da parte dello Stato, 2 da parte di Regione e Aziende sanitarie locali) e che l’obiettivo è di spendere nei prossimi anni altri 500-600 milioni per terminare gli interventi avviati.
“Siamo inoltre l’unica regione italiana con i bilanci certificati”, ha aggiunto il presidente. “Adesso però – ha avvertito – è necessaria una svolta che mi sarei risparmiato volentieri. Che altro dovremmo fare, rassegnarci a un lento degrado dei servizi, oppure dovremmo aumentare le tasse, mentre il Governo nazionale ha giustamente provveduto ad abbassarle? La grande sfida che ci poniamo è quella di continuare a garantire ai cittadini la qualità dei servizi”.
Per far questo “occorre operare una riorganizzazione in termini di area vasta, fare un dimagrimento ma anche puntare a un’ulteriore qualificazione del servizio”. “I dati ci dicono che abbiamo una sanità un po’ ‘zavorrata’ da medici e dipendenti, con un numero di operatori per posto letto più alto che altrove. Dobbiamo dunque togliere una parte del personale, ma lo faremo riorganizzando e senza licenziare, ricorrendo ai pensionamenti nei termini previsti dalla legge pre-Fornero”.
“È una sfida difficile – ha concluso Rossi – ma è l’unico modo per salvare la sanità toscana. Presenterò presto una proposta al Consiglio regionale; sarà cruciale rimanere nei tempi giusti”. (cem)
IL DIBATTITO IN CONSIGLIO
GLI INTERVENTI DI GIAN LUCA LAZZERI (PIÙ TOSCANA), GABRIELE CHIURLI
GRUPPO MISTO), SIMONE NALDONI (PD), GIUSEPPE DEL CARLO (UDC)
E ALBERTO MAGNOLFI (NCD)
“Se è vero che questo Piano sanitario è un libro dei sogni la commissione Sanità ha fatto sì che fosse un libro dei sogni per tutti”. Parola del consigliere Gian Luca Lazzeri (Più Toscana), che ha riaperto il dibattito in aula, ricordando che nel testo gli emendamenti delle forze politiche rappresentano una minima parte, mentre quelli del mondo della società toscana sono l’ottanta per cento, votati nella stragrande maggioranza all’unanimità dalla commissione competente.
“Come faccio a non rispondere a quelle centinaia di persone che hanno contribuito a scrivere il Piano, che per la prima volta integra sanità e sociale, mettendo la persona al centro?”, ha continuato il consigliere. “Voto con convinzione questo provvedimento, consegnandolo alla governance della nostra Regione, chiamata a mettere mano alla macchina organizzativa, secondo però un percorso ben delineato”.
Per Gabriele Chiurli (Gruppo misto) invece, “è inutile contrastare punto per punto il Piano sanitario e sociale integrato regionale, che la maggioranza ha tutti i numeri per approvare da sola, tanto più inutile perché sono stati necessari quattro anni di lavoro, non sappiamo quale atto stiamo discutendo oggi, ma sappiamo però che sarà stravolto dalla riforma del presidente Rossi”.
Il consigliere ha quindi affrontato il tema dei risparmi, affermando che “non basta commissariare le Asl, a meno che non si pensi di tagliare ancora sui servizi: è un copione già scritto e già letto numerose volte; risparmiamo 300 milioni a scapito della sanità pubblica e spingiamo i cittadini verso il privato, non basteranno comunque a coprire il buco dell’Asl di Massa”. “La verità è che stiamo svendendo e smantellando la sanità toscana – ha concluso – e questo è il frutto di un quindicennio di Enrico Rossi, da assessore alla sanità prima e da presidente poi”.
Simone Naldoni (Pd), dopo aver ringraziato la commissione Sanità per il lungo e impegnativo lavoro, si è soffermato sull’essenza del Piano: “Fare salute e benessere, integrando sanità e sociale, attraverso un sostanziale controllo dei conti, salvaguardando la qualità delle cure per tutti i cittadini toscani, dovunque si trovino”.
“Questo Piano prova a farlo ed è nostro dovere approvarlo, per dare alla Toscana la certezza che non facciamo un passo indietro – ha sottolineato – il complesso della nostra assistenza è elemento di civiltà a servizio di tutti, all’altezza della contemporaneità e capace di guardare al futuro”. “Neanche a noi fa piacere questo disallineamento tra l’approvazione del Piano e la nuova riforma della sanità nella nostra Regione – ha affermato – ma ci sono ragioni precise che hanno consigliato alla Toscana di ritardare, visti i tagli del quinquennio e una congiuntura economica che ha sorpreso molti”.
“È un Piano a sanatoria, un adempimento di legislatura che andava fatto. Nelle affermazioni del presidente Rossi continua ad esserci solo voglia di dirigismo e populismo, ma si è riformatori solo se si sa anticipare”. Così Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc) che ha ricordato come proprio sui punti analizzati nel dibattito “da questi banchi abbiamo a suo tempo presentato proposte di legge messe, guarda caso, nel cassetto”. Il consigliere ha quindi “suggerito di non insistere sui bilanci certificati della Toscana o qualcuno potrebbe ricordare che per il buco di Massa si sono sottratte risorse al sistema”. In tema di superticket, Del Carlo ha rilevato che occorrerebbe “conoscere ed individuare davvero chi sono i super ricchi della Toscana”.
“La Regione scopre oggi cose indispensabili che andiamo affermando da anni. Questo Piano nulla dice sulle scelte di governance che si dovrebbero prendere per difendere e magari migliorare il sistema”. Così il capogruppo Ncd Alberto Magnolfi, che ha rilevato che Rossi “parla ai giornalisti, fa campagna elettorale e svuota, ulteriormente, ruolo e funzione di questo Consiglio”.
“Il Piano non è un atto di governo – ha detto – e il presidente lo sta confusamente lanciando altrove”. Il consigliere ha quindi affermato come sia la “fotografia di ciò che è, con aspirazioni e obiettivi. Il consumo di sanità e sociale ha un andamento anticiclico, aumenta in tempo di crisi ed è destinato ad aumentare. Alla luce di questo, manca ciò che renderebbe questo Piano un vero atto di governo”.
GLI INTERVENTI DI MARTA GAZZARRI (TCR)
MARCO CARRARESI (UDC), STEFANIA FUSCAGNI (FI)
ROSANNA PUGNALINI (PD)
“Il presupposto da cui partire, prima di avanzare alcun commento, è focalizzare il quadro generale dentro cui ci troviamo”. Così Marta Gazzarri (Tcr) che del Piano sanitario ha detto contenere “principi fondamentali intorno ai quali è necessario muoverci nel futuro e sui quali rafforzare le basi per una idea di salute che guarda alla persona nella sua integrità, raccordando cura e prevenzione con la presa in carico sociale”. “Siamo di fronte ad una grande sfida: mantenere un servizio sanitario regionale con i nostri standard di efficienza e di efficacia, con una copertura universale che sia al contempo sostenibile alla lunga distanza, dovendo necessariamente tagliare sprechi e spese superflue”.
“La condizione attuale della sanità toscana è tale da non potersi permettere il lusso di rimandare tutto il Piano. Stare fermi in questo campo è un grandissimo rischio”. Così Marco Carraresi (Udc) che ha ribadito la sua idea di un “necessario tagliando di revisione a tutto campo”. “Da anni era evidente l’esigenza di un dimagrimento del sistema”, ha detto riconoscendo che “qualcosa è stato fatto, ma molto ancora resta da fare”. In tema di superticket, Carraresi ha rilevato che “deve essere una manovra equa e solidale” e deve rispondere ad almeno “tre principi: deve essere proporzionata al costo delle prestazioni, deve incidere su quelle a domanda particolarmente elastica, deve essere effettivamente calibrato sulla situazione delle famiglie”. “Ci vuole coraggio” ha concluso. “Si tratta di dare gambe a quanto si propone. Non possiamo più permetterci di rinviare”.
“Di fronte ad un piano tardivo e di transizione non possiamo che essere contrari”. Così Stefania Fuscagni (Forza Italia) che sull’annuncio di “nuovi provvedimenti, peraltro in contemporanea con il Piano oggi in votazione” si è interrogata su “chi decide alla fine? Davvero tutto dipende dall’indirizzo nazionale? E allora noi che ci stiamo a fare?”. “Questo corposo documento è già stato dichiarato di passaggio visto che sono pronti nuovi provvedimenti peraltro in controtendenza al Piano stesso”.
“La Toscana non è rimasta ferma in attesa del Piano e in questi mesi abbiamo colto delle necessità per arrivare, comunque, all’elaborazione di un atto di programmazione da consegnare alla società”. Così Rosanna Pugnalini (Pd) che ha definito il lavoro fatto di “dignità e molto approfondito”. “È un punto di riferimento per cittadini e operatori. Un lavoro che tiene insieme sociale e sanitario, una integrazione necessaria per rafforzare l’organizzazione territoriale”. “Insistere sul territorio – ha detto – è fondamentale. È precondizione per affrontare vecchie e nuove vulnerabilità”. “È dunque un Piano di principi che da nuova linfa e nuova energia”.
GLI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI PD MARCO RUGGERI
GIANFRANCO VENTURI, MARCO REMASCHI
PAOLO BAMBAGIONI, IVAN FERRUCCI
Anche l’ultimo round di interventi sul Piano sanitario e sociale integrato è stato caratterizzato da apprezzamenti sul lavoro della commissione competente, degli uffici del Consiglio e della Giunta regionali.
Marco Ruggeri (Pd), dopo aver parlato della commissione che è andata sul territorio e si è misurata con la società toscana, ha affermato a chiare note: “Questo Piano lo sostengo e lo voterò, perché coglie gli obiettivi di salute, integrando la sanità col sociale”. “A questo punto occorre però rivedere l’impianto del sistema, che deve restare universalistico e solidaristico – ha sottolineato – mettere mano alla governance può essere un rischio, ma occorre avere il coraggio di affrontare il tema delle Università, altrimenti ci rimetterà il territorio”. “Consegnare il governo della sanità toscana in mano alle università è un errore ed io non ci sto”, ha concluso Ruggeri.

Gianfranco Venturi (Pd), associandosi ai ringraziamenti per quanti hanno lavorato al Piano, ha affrontato in particolare l’esigenza del contenimento della spesa e dell’aumento dei costi, legandolo all’equità e alla disparità di accesso.
“Se ci sono delle zavorre occorre tagliare – ha affermato – è giusto che chi ha tanto paghi tanto e chi ha poco paghi poco, ma altro problema è la disparità di accesso”. “Se è giusto che in tutti i territori vengano pagate le stesse tasse, è anche giusto che tutti i territori abbiano gli stessi servizi, e non andare sempre a tagliare nelle zone più marginali – ha concluso – pongo questa questione in vista della futura riorganizzazione della sanità toscana”.
In tema di contenimento dei costi è intervenuto anche Marco Remaschi (Pd) che, partendo dalla legge di stabilità e quindi dalle conseguenti scelte obbligate per le Regioni, si è detto contrario ai tagli lineari e ha auspicato una scelta incisiva a livello nazionale. Sul fronte invece di Piano come “strumento superato o da buttare”, il presidente della commissione Sanità ha ribadito il proprio disaccordo: “Siamo obbligati ad approvare questo atto, altrimenti ogni singola azienda sarebbe incentrata sul governo del budget, dobbiamo recuperare il governo della sanità, qualunque sia la riorganizzazione territoriale; il sistema della sanità toscana è complessivamente buono e di qualità, ma dobbiamo continuare il nostro impegno per migliorarlo”.
A partire dalle liste di attesa e dalla riorganizzazione della rete ospedaliera intervenendo sulle aziende universitarie, in accordo con Ruggeri. “Questo percorso deve passare da un confronto serio – ha concluso – a tutti noi accettare da subito questa importante sfida”.
Di sfida fondamentale per il futuro della Toscana ha parlato anche il consigliere Paolo Bambagioni (Pd), che si è soffermato sull’importanza del ruolo della politica e delle istituzioni: “Questa rivoluzione va sostenuta in tutte le sedi, questo processo che si svilupperà nel tempo necessita di un confronto serio e aperto”. Inoltre: “Impegnarsi in un progetto di tale portata vuol dire anche valorizzare e investire nei professionisti, perché la risorsa fondamentale che abbiamo è rappresentata proprio dal personale”. Secondo il consigliere la strada da seguire è tracciata: al centro il malato, quindi i servizi migliori da dare a tutti i cittadini toscani, e non solo, valorizzando i professionisti.
Ivan Ferrucci (capogruppo Pd), dopo aver ringraziato tutti per il lavoro svolto e aver definito “ricco” e “utile” il dibattito, ha sottolineato l’importanza di approvare un Piano “dai contenuti e dagli obiettivi validi, tanti attuati in questi anni”. “Sulla futura riorganizzazione del sistema non ho ancora idee precise e di merito – ha detto – fatta salva la salvaguardia dei servizi universalistici e la necessità di affrontare il tema degli ospedali e delle aziende universitarie, penso però sia determinante l’elemento Area vasta”.
“Mi preoccupa il tempo, quaranta giorni per rivedere il sistema della sanità nella nostra regione non sono molti – ha concluso – oggi però diamo già una risposta concreta, dando mandato alla Giunta di presentare quanto prima una proposta di revisione”.
L’INTERVENTO DELL’ASSESSORE MARRONI

LE DICHIARAZIONI DI MUGNAI (FI), CHINCARINI (MISTO)
E ROMANELLI (MISTO)
GLI EMENDAMENTI APPROVATI
I ringraziamenti alla commissione Sanità, al suo presidente Remaschi, ai commissari tutti, per il lavoro fatto su un Piano socio sanitario che comunque “è stato cambiato varie volte quando era in stato avanzato”.
L’assessore Luigi Marroni ripercorre eventi e provvedimenti che hanno segnato il percorso – che definisce “complesso, a ostacoli” – del Piano socio sanitario 2012-2015. L’assessore rivendica comunque la strategia annunciata fin da agosto scorso con il suo “piano di attacco” volto a un “forte elemento riformatore e di organizzazione” della sanità regionale. Quella strategia, dice, ha permesso i risultati di oggi, con i forti riconoscimenti incassati dalla sanità toscana. Marroni ha separato il Piano in discussione dalla riforma in arrivo illustrata dal presidente Rossi nel corso della seduta.
Il Piano, ha detto, “disegna obiettivi dal punto di vista sanitario e sociale con una loro grande validità”; accanto a questi c’è poi l’organizzazione, che è cosa diversa dai contenuti di salute che sono “molto innovativi”. Tra gli aspetti citati: si ridisegna la rete assistenziale, e si introducono elementi di innovazione sui prestazioni territoriali ed equità. Inoltre, si introducono cure innovative (il riferimento è per esempio ai farmaci cannabinoli) e si consolidano anche i diritti acquisiti. Ancora, c’è “il grosso sforzo della fecondazione eterologa” che si accompagna anche al “consolidamento della fase consultoriale”.
Il momento storico, i tagli in arrivo, del resto, sono elemento scatenante e accelerante di una riorganizzazione per meglio conseguire gli obiettivi. Dentro questa riorganizzazione, articolata tra assetti istituzionali e organizzazione in dettaglio, “ci sono opportunità enormi” che vanno anche incontro alle esigenze si omogeneità sui territori, manifestate dallo stesso Consiglio, per garantire “qualità ovunque senza logiche di poteri aziendali”.
Sul tavolo ulteriori varie questioni, emerse a più riprese durante il dibattito in aula. Tra queste, Marroni cita la governance sul territorio collegata ad un “buon equilibrio” nel rapporto con le Università toscane, che comunque “già con questo Piano hanno ricevuto un grosso sollecito a migliorare”. Stefano Mugnai (Forza Italia), è intervenuto riferendosi ad alcuni degli aspetti sollevati da Rossi. Tra questi, l’elemento dell’appropriatezza in sanità: “Ne sentiamo parlare tutti gli anni, quindi o non si è fatto niente prima, o non rimane molto più da grattare”.
Poi l’attenzione per gli investimenti in tecnologia nella sanità: Mugnai ha ricordato che “con l’ultima finanziaria si doveva essere creata una struttura competente a vagliare gli investimenti tecnologici e immobiliari oltre una certa soglia, ma non ancora non esiste e ogni azienda va in ordine sparso”. Infine le prestazioni intramoenia, collegate alle liste di attesa.
Ha spiegato il consigliere: se le aziende sono state “stressate” in questi anni per questioni di budget, i direttori non investono per abbattere le liste di attesa, e così facendo risparmiano; ma le stesse aziende, a fronte di liste di attesa “indecenti”, guadagnano dalle prestazioni intramoenia sulle quali hanno una percentuale. Quindi, ha concluso Mugnai, “con le liste di attesa si riesce a creare nuove entrate”. Perciò ora si tratta di vedere se “si vuol fare seriamente” rispetto a cose che si dicono “da anni”.
Maria Luisa Chincarini (Misto) ha messo in guardia dal rischio di “consegnare la sanità all’Università”, cioè “a tutto ciò che si opporrà alla riorganizzazione”. Mauro Romanelli (Misto) ha rivolto all’assessore una richiesta su due aspetti specifici: il regolamento per la cannabis terapeutica e una circolare sull’interruzione di gravidanza, sul tipo di quanto fatto dalla Regione Lazio, che richiami il diritto alla piena informazione da parte dei medici sull’interruzione di gravidanza.
L’aula ha respinto tre ordini del giorno. Due presentati da Gabriele Chiurli (sulla sicurezza alimentare e veterinaria; sull’assistenza pediatrica nei comuni di Badia Tedalda e Sestino); l’altro da Marina Staccioli (Fdi) sul sostegno all’attività della piscina di Viareggio. Tra gli emendamenti approvati nel corso del dibattito, segnaliamo quello relativo all’interruzione volontaria della gravidanza presentato da Monica Sgherri, Lucia Matergi e Marco Remaschi: la possibilità di scelta individuale della donna dovrà essere garantita anche con figure professionali mediche non obiettori.
Altri emendamenti approvati riguardano l’Area di osservazione breve intensiva (Obi) per l’emergenza/urgenza (gruppo Fratelli d’Italia): i pazienti dovranno avere a disposizione spazi appropriati alle loro necessità e la loro permanenza nel flusso informativo regionale non dovrà superare le 48 ore. Un emendamento, infine, di Mauro Romanelli sulle medicine complementari valorizza l’esperienza pilota di Pitigliano.
[fonti: comunicati stampa regione toscana]
Scarica l’intervento del CREST Comunicato approvazione PSSIR 5 Novembre 2014
Vedi anche: http://linealibera.info/crest-e-piano-sanitario-regionale-omissione-di-soccorso/
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2 thoughts on “PIANO SANITARIO, CALA IL SIPARIO: TOSCANI TURLUPINATI E DERISI”